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Backrooms e Liminal Spaces – Cosa sono e perché stanno invadendo i social

Backrooms

Inquietante, vero?

Una leggenda metropolitana che corre sui social

Di recente mi sono beccata l’influenza (sì, quella lunghissima che sembra non passare più) e questo mi ha portata a passare molto più tempo di quanto faccia solitamente sfogliando TikTok e i reel su Instagram.
È così che ho scoperto una serie di video dalle atmosfere inquietanti che mi hanno proiettato nel mondo delle Backrooms e dei Liminal Spaces.
Ho voluto saperne di più ed entrare, per così dire, nella tana del Bianconiglio: ho scoperto un mondo oscuro e spaventoso che è nato e si alimenta tramite il passaparola sui social. E che vi racconto in questo articolo!

Cosa sono “i retrobottega”

Le Backrooms (retrobottega, traducendo letteralmente nella nostra lingua) rientrano appieno nell’universo delle creepypasta (non sapete di che cosa si tratta? Potete scoprirlo qui), leggende metropolitane a tema horror o inquietante che si diffondono attraverso il web, generalmente a partire da un’immagine.
Ed è così che è nato anche l’immaginario sulle Backrooms quando, nel 2019, un utente di 4chan ha postato una foto che raffigurava una sorta di ufficio dismesso, con le pareti giallo pallido e illuminato da luci al neon.
Ebbene, questo ambiente altro non sarebbe che uno spazio liminale (e di questo parliamo nello specifico tra poco), un luogo di passaggio tra la nostra realtà e un’altra. Se ci addentriamo al suo interno nel momento sbagliato, potremmo restare bloccati in questa “realtà di dietro”, senza possibilità di uscirne.

Le leggende metropolitane – specialmente quelle di successo – si sa, si alimentano quasi da sole. Da quella prima foto del 2019, la mitologia delle Backrooms è cresciuta e si è evoluta. Gli utenti del web hanno aggiunto dettagli e regole a questi ambienti fortemente inquietanti, tanto che oggi vengono ufficialmente riconosciuti ben 5 diversi livelli di Backrooms, distinti dalla classe di pericolosità e differenti modalità per uscirne.
Questo, tuttavia, è solo uno dei canoni diffusi e accettati sul web: il fenomeno Backrooms cresce di giorno in giorno grazie alla curiosità e all’interesse che riesce a suscitare tra gli utenti.

E gli spazi liminali?

Fortemente connessi con le Backrooms sono i Liminal Spaces e, a dire la verità, io ho scoperto prima questi ultimi. Gli spazi liminali, in psicologia, rappresentano momenti di passaggio (come può essere, ad esempio, l’adolescenza). In internet, ovviamente, questo concetto ha assunto sfumature decisamente più inquietanti.

Come abbiamo visto, gli spazi liminali sono connessi alle Backrooms e, anzi, rappresentano proprio quei luoghi di passaggio che, se non usati correttamente, ci condanneranno a perderci nella “realtà sul retro”.
Nei video che popolano il web, ci troviamo sempre di fronte a luoghi idilliaci o che richiamano l’infanzia, ai quali possiamo accedere solo e soltanto in un breve arco di tempo prestabilito durante le giornata.
Se questo accade, dovremo attenerci scrupolosamente a una serie di regole per evitare di incorrere in una sorte atroce. Ciascun Liminal Space presenta norme diverse ma, quasi sempre, ci verrà richiesto di evitare di farci notare dagli abitanti o di non guardarli direttamente.

Pronti a invadere i cinema

Il successo di Backrooms e Liminal Spaces sul web non è certo passato inosservato all’industria cinematografica. In particolare, un cortometraggio postato su YouTube nel 2022 dall’allora sedicenne Kane Parsons (in arte Kane Pixels) ha attirato l’attenzione del pubblico ma anche del mondo del cinema.
Con 63 milioni di visualizzazioni, A24 ha deciso di accaparrarsi la gallina dalle uova d’oro e nel 2025 porterà sugli schermi un film tratto da The Backrooms (found Footage) e diretto proprio da Kane Parsons.

Inutile dire che la curiosità mi sta divorando e spero davvero che il film si dimostrerà all’altezza delle aspettative. Non è la prima volta, infatti, che una creepypasta nata sul web compie il grande balzo verso il cinema ma, ahimè, i risultati non sempre si sono rivelati degni di nota (sì, Slender Man, sto parlando di te).
Le Backrooms, d’altra parte, hanno già fatto timidamente capolino sugli schermi, in questo caso televisivi: il creatore della serie Scissione, Dan Erickson, ha infatti dichiarato di essersi ispirato proprio alle atmosfere delle Backrooms per raccontare la sua storia seriale.
Insomma, il potenziale c’è: di sicuro delle Backrooms e dei Liminal Spaces sentiremo parlare ancora a lungo.

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