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The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered – Operazione nostalgia

Recensione

Non so se vi sia mai capitato di cambiare scheda video appositamente perché sta per uscire quel videogioco, probabile pietra miliare, che volete giocarvi senza compromessi, perché la salivazione impazzisce al solo guardare le schermate.

Ebbene, ai tempi in cui le GPU non costavano quanto le rate di un mutuo a me è capitato, e l’ultima volta che è accaduto, lo ricordo come se fosse ieri, è stato per The Elder Scrolls IV: Oblivion, nel 2006.

Ne è valsa la pena? Direi di sì, date tutte le ore che ho passato tra le incantevoli valli e foreste di Cyrodiil, il continente nel quale Oblivion è ambientato; peraltro, di Morrowind, il capitolo precedente, ero quasi completamente digiuno. Per fortuna che all’epoca i contatori di ore di gioco non fossero così diffusi, altrimenti mi sarei sentito in colpa.

Con un piccolo balzo temporale, arriviamo al novembre del 2011, e sul mercato esce il sequel di Oblivion, Skyrim, che penso di non dovervi neanche spiegare, perché è uno dei videogiochi più famosi e venduti di sempre, salutato come un capolavoro in ogni dove e in grado di eclissare nella memoria sia il nostro caro Oblivion che il bel Morrowind, oramai offuscato dalle nebbie del tempo. Direte voi: con Skyrim ci avrai giocato altrettanto no? E invece no, se ci ho fatto 10 ore è tanto, e il motivo mica lo so.

Fatto sta che Skyrim lo possiedo e non mi è più venuta voglia di giocarlo, mentre appena The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è stato pubblicato a fine aprile a sorpresa, beh, l’ho installato al volo, soprattutto per fare un favore al mio cuore e cullarmi nella nostalgia canaglia.

Cosa c’è di nuovo

In questo articolo non mi interessa parlare di The Elder Scrolls IV: Oblivion, anche perché se ne è parlato in lungo ed in largo, ma cercare di comprendere cosa significhi l’esistenza di Oblivion Remastered. Ci tengo a sottolineare che non si tratta di un remake, e questo è molto importante nell’economia di cosa attendersi da questa operazione.

La prima novità che salta all’occhio è ovviamente l’aspetto estetico: The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è splendido da vedere grazie all’adozione del rodatissimo Unreal Engine 5, vero baluardo di questa generazione, che rende Cyrodiil meravigliosa, e stiamo parlando di un titolo che all’uscita era una pietra di paragone a livello paesaggistico.

Foreste, colline, montagne, boschi, in Oblivion Remastered l’ambientazione è da sogno come 19 anni fa, ma aggiornata alle tecnologie moderne: nuove animazioni, terza persona molto migliorata, personaggi con labiale sincronizzato, fisica dei colpi molto più realistica, così come la magia (per quanto la magia possa esserlo, chiaramente). Da questo punto di vista non credo ci si possa lamentare; se proprio vogliamo fare i pignoli, il nuovo livello di “fotorealismo” scurisce un po’ i toni dell’originale, e sembra meno fiabesco, ma veramente stiamo cercando il pelo nell’uovo.

Anche l’interfaccia è stata migliorata, rendendola più leggera e più adatta anche alla combo mouse+tastiera rispetto all’originale, che tradiva la sua origine sulla Xbox 360.

Ho avuto anche la sensazione di un miglioramento nella traduzione italiana, che nell’originale era a tratti ridicola, e nel doppiaggio, con maggior varietà nelle voci, pur mantenendo moltissime delle iconiche frasi originali (si, c’è quella frase!).

E quindi pare tutto meraviglioso, no? Come giocare l’originale, ma oggi? Ecco, in pratica sì, ma il problema comincia proprio qui, perché sappiamo tutti che la maledetta nostalgia ci rende ebeti e tende a farci dimenticare che molte volte non tutto era rose e fiori.

La trappola della nostalgia

Eh già, perché dobbiamo ricordare che anche all’epoca dell’uscita, seppur osannato su molti fronti, Oblivion era tutto fuorché perfetto, anche se molti ora lo dimenticano.

Vi ho detto che ci giocai moltissimo all’epoca, ma ciò non vuol dire che non notassi gli evidenti difetti che il gioco portava con sé: ebbene, questo Oblivion Remastered, costruito secondo l’idea della fedeltà all’originale, questi difetti se li porta dietro tutti, pari pari, in una perfetta operazione di recupero filologico; ed è anche giusto così, dato il titolo, che altrimenti sarebbe stato Remake.

Il primo di questi difetti, almeno secondo il sottoscritto, riguarda l’auto-livellamento dei nemici al livello del personaggio: era un meccanismo che mi lasciava dei dubbi nel 2006, e me li lascia tutt’ora, invariati. Vedere dei semplici banditi con le spade daedriche spezzava l’illusione allora come adesso, ma purtroppo si tratta di una scelta di design, e cambiarla avrebbe portato a dover ripensare il gioco dalle radici, operazione che francamente esula dagli scopi di una versione remastered.

Che spettacolo, quando prendi quel castello lassù. Lupo ululà e castello ululì

Ciò che però contesto è il cambiamento, questo sì figlio di questo Oblivion Remastered, della progressione del livello del personaggio: ora tutte le abilità contribuiscono al passaggio di livello, e non solo quelle principali, e questo secondo me accentua ancor di più il meccanismo di straniamento dell’auto-livellamento, banalmente perché la progressione sarà più rapida, e non per forza dovuta alle abilità principali, con la possibilità di avere scontri molto difficili da affrontare e non essere pronti a farlo.

Inoltre, e su questo vi sfido a esser nostalgici, gli storici bug sono ancora lì, belli pronti a farvi sentire giovani come un tempo. Assurdo che non siano stati corretti, ma tant’è, probabile che Bethesda ci tenga al proprio marchio di fabbrica. A questo aggiungete varie problematiche di stuttering e cali di frame rate, che verranno sicuramente fixati con le prossime patch.

In conclusione

The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è un’operazione nostalgia di quelle che sono talmente fedeli all’originale che ne ripropongono perfettamente l’esperienza, con pregi e difetti, e non vi farà cambiare l’idea che vi eravate fatti del gioco originale; a me piaceva prima e piace pure adesso.

Esplorare Cyrodiil rivestita a festa e rinfrescata per l’occasione è sempre un’emozione, e rivedere posti dove si è già stati con nuovi occhi, beh, fa il suo bell’effetto; qui poi parliamo dell’esperienza completa di tutti i DLC (si, anche le bardature del cavallo…), ci mancherebbe.

È giusto che legioni di nuovi giocatori possano godere appieno di un’esperienza che ha segnato un quinquennio di storia ludica, e questo è il regalo più bello che Bethesda ci potesse fare. Una remastered in sostanza fa questo: aggiorna la tecnologia, ma rimane fedele. A volte troppo, ma l’idea è quella.

Oh, dimenticavo: lo trovate anche su Game Pass, quindi un giro ve lo dovete concedere, per forza.

Cara Bethesda, queste operazioni sono un successo e anche Oblivion Remastered a quanto pare sta piacendo molto. Pare troppo, nel mentre che attendiamo il prossimo capitolo, chiedere anche un Morrowind riverniciato come si deve?

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Nerdando in breve

The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è la nuova versione del classico di Bethesda, aggiornato con le nuove tecnologie, ma perfettamente fedele all’originale.

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