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Aspettando Nosferatu – Cosa sapere sul vampiro che sta per invadere i cinema

Nosferatu

La mia decorazione di Halloween preferita viene proprio da Nosferatu

Robert Eggers e il recupero dei classici

Ci sono figure iconiche come poche e Nosferatu è senza dubbio una di queste: sono sicura che tutti, guardando la sua oscura sagoma che sale le scale, riconoscano immediatamente il personaggio e il suo immaginario.
La figura del vampiro, d’altra parte, è di per sé affascinante, come ci insegna l’inossidabile successo di Dracula (che, come scopriremo, è legato a doppio filo al nostro Nosferatu).

L’anno nuovo si aprirà con l’arrivo nei cinema, il primo gennaio 2025, di Nosferatu, lungometraggio di Robert Eggers che riprende personaggi e storia di un film del 1922, diventato un caposaldo della cinematografia mondiale. Interpretata da Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Willem Dafoe e Bill Skarsgård, la pellicola si configura come un remake, attualizzato ai mezzi cinematografici della nostra epoca, del classico espressionista di Murnau, del quale riprende anche l’ambientazione tedesca e i nomi dei personaggi.

In principio fu Murnau: il 1922

Ma come nasce Nosferatu? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro fino agli albori del cinema, per la precisione nella Germania del 1922. Il regista Friedrich Wilhelm Murnau ha la ferma intenzione di realizzare un adattamento cinematografico del romanzo Dracula, di cui però non possiede i diritti. L’autore Bram Stoker è morto dieci anni prima ma i diritti della sua opera sono legati ai suoi eredi, in particolare alla figura della vedova Florence.
Murnau e i suoi collaboratori hanno però quella che a loro sembra un’idea geniale: riscrivere la storia ambientandola in un altro Paese e cambiare i nomi dei protagonisti. È così che nascono i coniugi Thomas ed Helen Hutter, l’immaginaria cittadina teutonica Wisborg e soprattutto l’inquietante Conte Orlock, che in realtà altri non è che il vampiro Nosferatu.

La scelta fa sì che il film consegni al mondo una figura che sarebbe rimasta per sempre impressa nell’immaginario comune ma determina anche la fine della casa produttrice: Nosferatu il vampiro, infatti, sarà la prima e ultima produzione della Prana Film, costretta a dichiarare bancarotta dopo aver perso la causa intentata dagli eredi Stoker per la violazione dei diritti d’autore. Florence Stoker riesce anche a ottenere dal tribunale che tutte le copie del film siano distrutte: le poche pellicole sopravvissute, in particolare trasportate in segreto negli Stati Uniti, permettono al film di sopravvivere e giungere fino a noi, regalandoci un capolavoro di cinematografia.

Al di là dei suoi problemi legali, infatti, Nosferatu il vampiro è un capolavoro del cinema muto e capostipite di quell’espressionismo tedesco che tanto condizionerà futuri cineasti di tutto il mondo. Murnau utilizza una messa in scena che resterà nella Storia, imprimendosi nell’iconografia del vampiro e dando vita a ben due remake e a un film dedicato alla sua realizzazione.
Intorno Nosferatu il vampiro, infatti, iniziano da subito a circolare strane voci e sinistre leggende, in particolare riguardo l’attore che interpreta il Conte Orlock, un semisconosciuto Max Schreck. Ma, di questo, ne parliamo tra un attimo.

Nosferatu il vampiro

Questa scena non vi fa pensare automaticamente a Tim Burton?

Il primo remake

Nel 1979 il regista tedesco Werner Herzog decide di dare nuova vita su grande scherma alla figura di Nosferatu: nasce così Nosferatu, il principe delle tenebre, interpretato da Klaus Kinski e Bruno Ganz.
L’idea alla base del nuovo film è quella di omaggiare la pellicola di partenza, riproducendone quasi per filo e per segno la trama e alcune delle inquadrature più iconiche (sebbene manchi quella della scala).

Quando Herzog gira, i diritti del romanzo Dracula sono ormai scaduti: rispetto all’originale di Murnau, quindi, in questo film i nomi dei personaggi tornano a essere quelli del romanzo di Stoker (nonostante, forse per confusione, i personaggi di Mina e di Lucy risultino invertiti). È curioso considerare come sia Bram Stoker che Friedrich Whilelm Murnau siano indicati come autori del soggetto, soprattutto se si considera che Nosferatu il vampiro ha rischiato di non esistere proprio per la disputa legale tra gli eredi del romanziere irlandese e il regista tedesco.

Werner Herzog ha affermato in più di un’occasione di considerare Nosferatu il vampiro come la pellicola più importante mai prodotta in Germania ed è per questo che ha deciso di realizzarne un remake, come ideale collegamento tra il grande cinema tedesco e quello che viene considerato “il nuovo cinema tedesco”, di cui lui stesso è esponente.

L’ombra del vampiro

Poco fa vi ho raccontato che numerose leggende si erano diffuse nel 1922 intorno alla figura dell’attore protagonista Max Schreck. Il fatto che il suo nome e cognome in tedesco suonino come “massimo terrore” e che non fosse un interprete molto conosciuto hanno alimentato dicerie secondo cui si trattasse di una figura inesistente, pseudonimo di Murnau stesso, che avrebbe prestato volto e movenze al suo vampiro, o addirittura di un vampiro vero, scovato dal regista sui Carpazi e ingaggiato in cambio di un oscuro patto.

Proprio da quest’ultima leggenda nel 2000 il regista E. Elias Merhige ha tratto il suo L’ombra del vampiro, omaggio a Nosferatu il vampiro che ripercorre la lavorazione della pellicola.
John Malkovich interpreta il regista Murnau e un incredibile Willem Dafoe dà vita al misterioso Max Schreck che, in questa ricostruzione è davvero un sinistro vampiro assetato di sangue.

La rivisitazione in chiave horror e drammatica cambia la maggior parte delle vicende reali (ovviamente) ma restituisce uno sguardo attento sulla lavorazione dei film muti, reinterpretando alla perfezione inquadrature e scene dell’originale: una dimostrazione definitiva di quanto l’interesse su Nosferatu sia destinato a rimanere acceso nonostante il trascorrere del tempo.

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