Indie

Children of the Sun – Un puzzle indie con meccaniche da sparatutto

Recensione

Con Children of the Sun ci troviamo di fronte ad un progetto realizzato da uno sviluppatore indipendente, René Rother, che prova a proporre un mix tra elementi tipici di uno shooter in terza persona ed un rompicapo, aggiungendo uno stile decisamente sopra le righe. Pubblicato sotto l’etichetta di Devolver Digital, che ringraziamo per il codice fornitoci, vediamo insieme se Children of the Sun è riuscito a centrare il bersaglio.

Per questa recensione ho potuto divertirmi con Children of the Sun in versione PC, l’unica attualmente disponibile, su un computer dotato di processore Intel i5-12600K, 32 GB di RAM e una Nvidia GeForce 3060ti, senza riscontrare alcun rallentamento o problema di sorta. Secondo la pagina Steam, il gioco risulta essere anche pienamente compatibile con Steam Deck.

UN PROIETTILE PER UCCIDERLI TUTTI

Il canovaccio narrativo è abbastanza semplice, dato che si tratta del più classico viaggio in cerca di vendetta: una Ragazza parte con l’intenzione di eliminare la setta dei Figli del Sole, che le ha completamente rovinato la vita, strappandola dai suoi affetti più cari. La narrazione è limitata ad alcune scene di intermezzo tra un livello e l’altro, senza dialoghi, mostrate in stile più simile ad un fumetto, per cui tanto spazio è anche lasciato all’interpretazione del giocatore. Purtroppo, pur essendo molto interessante, l’approccio scelto per la narrazione rimane semplice con solamente pochi accenni agli aspetti più introspettivi della vicenda, che mi sarebbe piaciuto fossero stati approfonditi un pochino di più.

UNO STILE CHE COLPISCE

Lo stile grafico scelto è molto particolare e d’effetto, con forti contrasti di colori, tratti grezzi e ruvidi, per sottolineare la crudezza del mondo in cui questa vicenda si colloca. Questo stesso stile viene poi riproposto anche nelle fasi di gameplay, con ambientazioni cupe, modelli poligonali in versione low-poly e pochi colori molto accesi, che ben rappresentano il mondo di gioco, ma, al contempo, lasciano un retrogusto leggermente disturbante. Il tutto funziona bene, dato che ogni scelta grafica diventa funzionale al gameplay, ogni elemento, colore o dettaglio hanno il proprio significato all’interno dello schema di gioco, rendendo il tutto facilmente leggibile. Anche l’interfaccia di gioco è ridotta all’osso con pochissime informazioni a schermo, come il numero di nemici ancora da sconfiggere e il punteggio raggiunto nel livello (di cui parlerò più avanti).

GAMEPLAY SEMPLICE, MA NON BANALE

A livello di gameplay ci troviamo di fronte ad un puzzle shooter, che prova ad aggiungere un’idea originale alla formula classica dei giochi rompicapo. Lo scopo di ogni livello è quello di eliminare tutti i membri della setta presenti nella mappa, avendo però a disposizione solamente un proiettile. Ma questo non è un normale proiettile, dato che la protagonista ha un potere speciale che le permette di modificare la traiettoria dello stesso anche successivamente alla fuoriuscita dalla canna del suo fucile da cecchino.

Il gameplay si suddivide quindi in due fasi: nella prima dobbiamo studiare il livello, individuando tutti i membri della setta da eliminare, mantenendo una certa distanza dai nemici e cercando il punto migliore per far partire la nostra catena di uccisioni; nella seconda fase, che parte nel momento in cui viene sparato il colpo dal fucile, impersoniamo il proiettile, con la possibilità di modificare la sua traiettoria per intercettare tutti i nostri obiettivi ed evitare di uscire dall’area di gioco o scontrarci con uno dei numerosi ostacoli dislocati nella mappa. Nei primi livelli è possibile cambiare bersaglio solamente dopo aver ucciso un nemico, ma, con la prosecuzione della storia, si sbloccano ulteriori possibilità che offrono nuovi elementi di gameplay, annullando il rischio di annoiarsi per le 6-7 ore di gioco che sono richieste per completare l’avventura.

ESISTONO TANTE  TRAIETTORIE DIFFERENTI

Considerando le quattro tipologie di nemici che si trovano nelle mappe di gioco, numerosi ostacoli (fermi e in movimento), non è sempre facile superare le varie sfide che vengono proposte, anche se non si sfocia mai nella frustrazione tipica del genere. Se si rimane bloccati, spesso è sufficiente cambiare punto di vista, per tentare un approccio differente, considerando che non esiste un unico modo per completare i vari livelli.

Per aumentare la longevità del titolo, lo sviluppatore ha inserito anche delle sfide aggiuntive e facoltative, che richiedono di eliminare i membri della setta, soddisfacendo delle condizioni particolari, come, ad esempio, far esplodere una serie di elementi, oppure eliminare alcune tipologie di nemici in una sequenza precisa.
Per i giocatori più competitivi, è presente anche un sistema di punteggio che valuta le nostre performance secondo una serie di parametri, offrendo uno stimolo a cercare la traiettoria più efficiente e più remunerativa in termini di punti, in modo da poter scalare le classifiche mondiali (impresa decisamente ardua!).

Essenziale la colonna sonora, che si limita giusto ad enfatizzare i differenti elementi di gameplay, con suoni e silenzi che ci immergono ulteriormente in questo mondo malato e disturbante.

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NERDANDO IN BREVE

In definitiva, Children of the Sun si presenta come un titolo marcatamente ruvido, ma estremamente curato, dove ogni dettaglio è stato studiato con grande attenzione. Proprio per la sua natura e per lo stile scelto non è di certo un gioco adatto a tutti, ma che saprà farsi apprezzare da coloro che cercano un’esperienza ludica diversa e di forte impatto.

 

 

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