Se siete flippati come me di Star Wars avrete probabilmente visto anche l’ultima opera di George Lucas ambientata in questo universo: la serie animata The Clone Wars. Anche se è stata riesumata recentemente per un’ultima spettacolare stagione, il merchandise a tema ormai scarseggia e si trovano solo riferimenti o comparsate nelle altre opere della galassia lontana lontana, più che interi progetti a essa dedicati.
Un po’ a sorpresa, ecco arrivare un gioco da tavolo basato sul sistema Pandemic che di fatto adatta l’intera serie alle meccaniche di questa linea di giochi ormai celeberrima. Il titolo è lo stesso della serie: Star Wars – The Clone Wars.
Recensione
La prima domanda che viene spontanea in questo caso è: “ma cosa c’entra Pandemic con Star Wars?“. Al di là di un paio di archi narrativi con virus e parassiti, la serie si presta molto bene a una “rimappatura” del concetto dei contagi nelle città con le invasioni separatiste sui pianeti della galassia e quello delle malattie da curare con missioni da compiere e generali nemici da sconfiggere. Dopo Pandemic: Alta Marea è probabilmente la miglior deviazione tematica dalla serie principale di Z-Man Games.
L’ambientazione è la parte più riuscita di Star Wars – The Clone Wars, ma non significa che il gameplay sia da meno. Anzi, è proprio il gameplay che valorizza l’ambientazione. Proprio come nella serie i personaggi possono avere le loro avventure indipendenti e poi riunirsi per sconfiggere una minaccia troppo grande per essere affrontata in solitaria.
Meccaniche
Anche se le basi sono le stesse di Pandemic, ci sono numerose sostanziali differenze a una partita di Star Wars – The Clone Wars, specialmente nell’utilizzo dei propri personaggi.
Il setup prevede che fino a 5 giocatori scelgano il loro eroe di riferimento fra i 7 disponibili, abbinato a una mano di carte squadra. Ogni eroe ha delle azioni speciali che può utilizzare in gioco, insieme al set di azioni comuni a tutti. I giocatori a questo punto scelgono uno dei 4 malvagi da sconfiggere e procedono ad effettuare le invasioni iniziali: sei pianeti vengono popolati con le miniature dei droidi e il malvagio scelto entra in campo insieme a loro. Infine, si scelgono 2 missioni dal mazzo e si collocano i relativi segnalini sui pianeti interessati.
Ad ogni turno, gli eroi potranno effettuare 4 azioni fra spostarsi da un pianeta all’altro, pescare carte, attaccare, risolvere una missione o effettuare l’azione (gratuita) speciale. Alla fine di ogni turno, si attiveranno due effetti negativi: le invasioni, in cui due carte pianeta verranno pescate e si andranno a piazzare droidi sul relativo pianeta e l’attivazione del mazzo del malvagio. Ogni malvagio infatti ha un suo mazzetto di carte con effetti estremamente diversi fra un antagonista e l’altro, anche se tendenzialmente saranno mosse che portano il malvagio a scontrarsi con gli eroi.
Il numero delle missioni varia in base alla difficoltà che vogliamo dare alla partita, e per risolvere è sufficiente andare sul pianeta indicato. Una piccola chicca è che ogni missione ha il titolo di una puntata e una citazione dall’arco narrativo di quest’ultima, ambientato ovviamente sul mondo in questione. La risoluzione si svolge cercando di ottenere un numero di successi indicato sulla carta, combinando abilità degli eroi, risultato del dado e carte squadra, anche degli altri giocatori presenti sul pianeta.
Le carte squadra sono di 5 tipi: assalto, furtività, armatura, trasporto e alleato.
Le carte assalto e furtività sono pressoché identiche, tranne per il fatto che in un combattimento non si possono combinare per ottenere successi, quindi si deve usare solo un tipo. Questo chiaramente porta a una “specializzazione” del personaggio, che cercherà così di massimizzare l’efficacia della sua squadra invece che avere un misto di forze. Le carte armatura prevengono danni, mentre quelle trasporto raddoppiano il movimento, oltre che a servire per la risoluzione di alcune missioni.
Tutte le carte, per essere utilizzate, vengono esaurite, un po’ come il TAP di Magic The Gathering, ad eccezione delle carte alleato, le quali sono dei bonus molto potenti, che si scartano una volta usate e che possono essere spesso attivate anche nei turni degli altri giocatori.
Sconfiggere i droidi è semplice, le navi da assedio sono più toste e i malvagi lo sono ancora di più. Tutte le unità nemiche sono in grado infatti di sopportare un numero crescente di danni in base al tipo e infliggeranno danni all’eroe se non si tolgono di mezzo. Ogni danno costringe il giocatore a scartare una carta dalla sua mano, che è un problema potenzialmente catastrofico, dal momento che determinati tipi di carte servono per proseguire nella partita.
Fortunatamente, Star Wars – The Clone Wars si gioca a carte scoperte e i giocatori possono consultarsi in ogni momento per decidere le mosse da fare e i colpi da incassare. È importante combattere di tanto in tanto per tenere il livello dell’invasione basso, perché dopo il terzo droide, sui pianeti arrivano le navi da assedio e quindi i battaglioni separatisti diventano sempre più difficili da estirpare.
Una volta risolte tutte le missioni è necessario unire le forze e compiere la missione finale, che richiede di trovare il malvagio e risolvere sul suo stesso pianeta una missione che è impossibile compiere da soli. Il finale della partita è infatti un’epica corsa verso lo scontro conclusivo, che di solito arriva quando nella galassia sta per scoppiare un casino che nessuno riesce più ad arginare.
Materiali
Al di là della dotazione di gettoni in plastica bella soda (che personalmente adoro), la scatola di Star Wars – The Clone Wars contiene un numero cospicuo di carte (più di 130) e soprattutto, il fiore all’occhiello del gioco: 11 miniature che devo dire sono state lavorate molto bene. Il fatto di non essere miniature di un wargame, con i loro scomparti sagomati, ha consentito evidentemente di produrre stampi con proporzioni molto realistiche, a differenza di quelle un poco “cicciotte” di giochi come Star Wars: Legion.
Il tabellone è un non così comune formato quasi quadrato, con degli “slot” ai lati che indicano il posizionamento dei ben 4 mazzi con relative pile degli scarti. La qualità produttiva è ovviamente ottima e devo dire che la traduzione italiana è impeccabile. I titoli delle puntate sulle missioni sono tutti perfetti, così come le citazioni in calce e i nomi dei veicoli e delle navi sulle carte squadra. Ho giocato con quasi tutti i prodotti targati Star Wars degli ultimi anni e questo è quello che probabilmente ha richiesto maggior ricerca e dato il miglior risultato in termini di adattamento. Brava Asmodee Italia!
Prezzo
Star Wars – The Clone Wars è disponibile al prezzo consigliato di 59,99€
In conclusione
Magari sono accecato dalla mia passione per la serie TV e l’intera saga, ma Star Wars – The Clone Wars è un gioco che mi ha sinceramente stimolato, pur avendo giocato i vari Pandemic allo sfinimento. Forse non è un titolo adatto a tutti i giocatori, ma probabilmente mettete qualsiasi fan di Star Wars davanti a questo gioco e finirà per gasarsi.
Secondo me è un gioco riuscito in quello che si propone all’apertura della scatola e lo trovo anche un “Pandemic” in cui si ha almeno la sensazione di riuscire a essere più padroni di ciò che si fa nel gioco. L’emergenza è continua, sì, ma si gioca in modo meno drammatico e più incentrato sul singolo giocatore (che poi deve necessariamente collaborare in gruppo) che sul costante brainstorming dove poi qualcuno finisce sempre per giocare “in secondo piano” dato che l’unico modo per vincere nei giochi classici è quello di lavorare insieme fin dal primo minuto.
È sicuramente un sì, soprattutto per gruppi di gioco misti a livello di esperienza e voglia di bruciarsi i neuroni. Un grosso fiammante sì per i fan della saga.
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