Nella redazione di Nerdando c’è una folta rappresentanza di fan Disney, in tutte le sue forme, dai film ai cartoni, passando per i fumetti. E quindi non c’è da stupirsi se questo gruppo ha deciso di lanciare una nuova rubrica, NerDisney nella quale analizziamo tutti i Classici Disney dal primo all’ultimo.
Prima di partire però, è necessario fare un passo indietro. Cosa sono i Classici Disney? Sembra una domanda banale, ma non lo è. Infatti esiste una precisa definizione e una lista ufficiale di film che sono considerati Classici dai Walt Disney Studios.
Per far parte della lista, un film deve essere uscito al cinema e realizzato negli studi di animazione Disney di Burbank, California. Quest’ultimo è il motivo per cui i film Pixar non sono Classici Disney nemmeno dopo l’acquisizione di Pixar da parte di Disney e per cui In Viaggio con Pippo non fa parte della lista – fu realizzato negli studi di animazione di Parigi e di Miami.
In questa lista ufficiale dunque il primo film è Biancaneve e i sette nani uscito nel 1937 e l’ultimo Raya e l’ultimo drago uscito nel 2021, per un totale di 59 Classici spalmati in 84 anni. E di cose in questi 84 anni ne sono successe, al punto che la storia dei Classici Disney e degli studi Disney viene divisa in periodi storici più o meno precisi. Vediamo quali.
Gli inizi
Gli studi di animazione Walt Disney furono creati nel 1923, il che li rende il più antico studio d’animazione ancora in attività. Dopo anni di alterne fortune, gli studios iniziano ad avere successo nei cortometraggi animati prima con Oswald il coniglio fortunato e poi con un certo Topolino. Il cortometraggio Steamboat Willie del 1928 fu il primo corto completamente sonoro della storia e lanciò nell’iperspazio gli studios e Walt Disney. Dopo anni di sperimentazioni e di corti sempre più belli, nel 1934 Disney decide di produrre il primo lungometraggio animato della storia, Biancaneve e i sette nani, che uscirà poi nel 1937 diventando per un periodo il più grande incasso della storia del cinema.
Golden Age
Dopo Biancaneve, il già ambizioso Walt alza ancora di più la posta. Nel 1940 escono ben due Classici, Pinocchio ma sopratutto Fantasia. Quest’ultimo è il progetto dei sogni di Walt Disney, ambiziosissima sintesi di musica e disegno, che spinse l’animazione a livelli altissimi. Entrambi furono successi meno roboanti del previsto e dati i costi di produzione altissimi portarono gli studios vicini alla bancarotta.
Il film successivo, Dumbo, riuscì a migliorare la situazione economica degli studios, anche grazie ai costi di produzione ridotti, ma l’insuccesso di Bambi, unito a un famosissimo e amarassimo sciopero degli animatori, fu quasi fatale per gli studios. A dare una mano, sembra assurdo dirlo, fu l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale.
L’intermezzo bellico
Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra Walt fu ben lieto di proporsi all’esercito per produrre corti e altro materiale di propaganda mettendo in pausa la costosa produzione di lungometraggi, tranne che per il bizzarro Victory Through Air Power (1943), film di strategia bellica non inserito nella lista dei Classici.
Tra i vari progetti, Walt accettò l’invito di Nelson Rockefeller di andare in Sudamerica per realizzare materiale animato a supporto dell’amicizia tra Stati Uniti e i paesi Latinoamericani. Il risultato di questi due viaggi furono Saludos Amigos (1942) e I tre caballeros (1944) tra i più corti dei Classici Disney e gli unici realizzati durante la guerra.
I due film sudamericani segnano la strada che verrà intrapresa fino al 1950. I Classici di questi anni saranno tutti film collage di vari cortometraggi più che film veri e propri. Oggi quei quattro film, Musica maestro (1946), Bongo e i tre avventurieri (1947), Lo scrigno delle sette perle (1948) e Le avventure di Ichabod e Mr. Toad (1949), sono tra i Classici meno conosciuti e più difficili da reperire, spesso sono stati smontati e i vari corti distribuiti in raccolte di corti quando non proprio censurati.
Nello stesso periodo Walt Disney produce i primi tentativi di film con attori veri, mischiati ad intermezzi animati. Il primato assoluto spetta a Il drago riluttante (1941), mentre sono dell’immediato dopoguerra il controverso La capanna dello zio Tom (1946) e Tanto caro al mio cuore (1949).
Silver Age
Bisogna attendere il 1950 e l’uscita di Cenerentola per vedere un nuovo lungometraggio animato vero e proprio. Il film fu un grande successo e riaccese la produzione di film animati che era in pausa dal 1942. Furono infatti ripresi numerosi progetti che erano in entrati in lavorazione una decina di anni prima. Il primo di questi fu Alice nel paese delle meraviglie (1951), seguito da Peter Pan (1953) e Lilli & il vagabondo (1955). Alice non fu un successo all’epoca al contrario dei due film seguenti, ma col tempo divenne uno dei Classici più famosi.
Disney era però un uomo estremamente ambizioso. Così, negli anni ’50 non solo progetta un parco giochi, inizia a produrre film non d’animazione e documentari televisivi, ma anche un film costosissimo come La bella addormentata nel bosco (1959). Il film non riuscì a recuperare i costi di produzione, mettendo in dubbio la produzione futura di film animati.
A salvare le produzione future ci pensò il sistema d’animazione Xerox che abbatteva i costi di produzione e rese meno costosi i film prodotti da quel momenti in avanti. Il primo film a beneficiare di questo sistema fu La carica dei 101 (1961) che fu anche un clamoroso successo di pubblico. Il sistema Xerox portò in seguito a un netto abbassamento della qualità dell’animazione, ma questo sarà un discorso per la prossima volta.
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