Fumetti & Libri

Quando il film è meglio del libro – I pareri della redazione

Ready Player One

Giornata del libro

Oggi siamo prontissimi a scatenare il più feroce dei dibattiti: quando si guarda un film tratto da un romanzo, infatti, si alza il consueto coro di “era meglio il libro!” ma noi, in occasione della giornata del libro, ci siamo posti nell’ottica opposta e ci siamo chiesti quali siano i casi in cui è il film ad essere meglio del libro.

Affilate i coltelli preparatevi, dunque, per scoprire quali sono secondo noi le occasioni in cui la celluloide ha fatto meglio della carta stampata e ha dato vita a una pellicola migliore dell’opera di partenza!

Zeno2k – Ready Player One

Avete presente quel modo di dire per cui esistono libri per i quali è impossibile fare una trasposizione cinematografica? Ebbene, io sono il primo a sostenerlo, ma occorre fare un distinguo: non sempre è un’accezione positiva. Esistono libri praticamente impossibili da trasformare in film (o serie TV) perché, semplicemente usano un linguaggio inadatto, o hanno un’audience fuori mercato (se non proprio defunta), o ancora troppo di nicchia, a meno di non stravolgerli nel profondo.

Ecco, è esattamente questo che è successo con Ready Player One. Un libro che ho anche apprezzato, lo ammetto, ma che nonostante la mia veneranda età, è talmente di nicchia che persino io sono borderline: ho vissuto gli anni dell’Atari, ma era agli sgoccioli e Joust l’ho visto solo in foto, mai nei bar sotto casa.

Ammettiamolo: davvero potevamo chiedere a zio Spielberg di mettere in scena una sfida arcade tra Parzival ed il lich boss di un’avventura di Dungeons and Dragons? O ancora l’infinita partita a Pac-Man con cui raccoglie la celebre moneta della seconda vita? O le infinite lungaggini che separano il ritrovamento della prima chiave dalla seconda? O, infine, il noiosissimo finale con la soporifera riproposizione dei Monty Python and the Holy Grail?

Insomma: il libro sta bene dove sta, ha alcune trovate memorabili e meccanismi che mi hanno fatto saltare sulla poltrona, me non era trasportabile.

Il film, invece, è una vera festa per gli occhi: condivide con il libro il plot e poco altro, ed è in fin dei conti un immenso easter egg con scene memorabili (“scelgo la forma del Gundam”, per dirne una), migliaia di riferimenti alla cultura nerd pop che spazia per molte più decadi rispetto al libro, incentrato sugli anni ’80 ed un ritmo serratissimo, senza cali, né lungaggini inutili.

Certo è anche molto semplificato e tanti degli obiettivi e successi che Parzival ottiene nel libro, qui vengono banalizzati. Però, dai: non c’è paragone.

Per sintetizzare: il film l’ho già rivisto tre volte, compresa una in lingua originale; il libro resterà per sempre sullo scaffale.

Giakimo – Il Padrino

Una scelta dettata dalla grandezza di una versione nei confronti dell’altra. Il romanzo Il Padrino, scritto da Mario Puzo e uscito nel 1969 fu un successo clamoroso e giustificò l’interesse per l’adattamento cinematografico. È un libro divertente, molto simile al film e con parecchia carne al fuoco in più che è stata poi aggiunta ne Il Padrino – Parte Seconda.

E allora perché la mia scelta? Semplice, perché il film è uno dei cinque film più belli di sempre. Il Padrino di Francis Ford Coppola è un capolavoro assoluto, con una regia gigantesca e attori tutti in stato di grazia. L’ho rivisto di recente e sebbene Marlon Brando sia come al solito incredibile, sono rimasto impressionato ancora di più da Al Pacino. E non sono solo loro due a lasciare a bocca aperta.

Insomma, nel 1972 è uscito un film troppo bello e troppo grande da poter competere con la sua versione originale. Quella che in mano a Puzo era una saga pulp sulla criminalità organizzata, nella mani di Coppola diventa l’epica al rovescio del Sogno Americano, la vera nascita di una nazione.

Il Padrino

Morgana – Dracula

Incredibile ma vero, sono ben 2 i film che mi sono piaciuti più dei libri da cui sono tratti!

Cominciamo col botto: Bram Stoker’s Dracula. Ho visto il film di Francis Ford Coppola quando ero adolescente, sono rimasta ammaliata dal conte Dracula di Gary Oldman e mi sono appassionata ai vampiri in generale (molto prima che Twilight rovinasse tutto): ho deciso quindi di leggere il libro originale e… che delusione è stata scoprire che nel romanzo di Bram Stoker non c’è la storia d’amore disperato che nel film è invece un elemento fondamentale! Non viene fatto cenno al fatto che Mina fosse la reincarnazione del perduto amore del conte Vlad… insomma, la me adolescente ci è rimasta abbastanza male, senza nulla togliere al romanzo che è comunque bellissimo.

Il secondo film che secondo me è migliore del libro è Canone Inverso, praticamente per lo stesso motivo: nel libro di Paolo Maurensig non c’è la storia d’amore tra il protagonista Jeno e la bella pianista Sophie. Che ci volete fare, sono un’inguaribile romantica!

Clack – Shining

Shining, diretto nel 1980 da Stanley Kubrick con la magistrale interpretazione di Jack Nicholson e a partire dal romanzo del maestro del brivido Stephen King, è uno degli esempi più clamorosi di film che riesce a superare il libro da cui è tratto.

Kubrick, in effetti, ha rimaneggiato molto l’idea di partenza di King: uno scrittore in crisi che, sperando di ritrovare l’ispirazione perduta, accetta l’incarico di guardiano invernale di un hotel isolato dal resto del mondo. Una volta trasferitosi lì con la famiglia, inizieranno ad accadere fenomeni molto molto strani.

La storia, tra film e libro, è la stessa ma il regista ha aggiunto alcuni degli elementi più iconici e indelebili nella mente del pubblico quando pensa a Shining: le gemelline inquietanti, il labirinto, il finale. I cambiamenti sono tantissimi e tutti di un certo peso.

Stephen King, uno che la prende bene, ha letteralmente odiato la trasposizione, arrivando a definirla “il peggiore adattamento filmico di un mio scritto“. C’è chi la pensa come lo scrittore, chi è di tutt’altro avviso. Io sono sicura di una cosa: il film supera di gran lunga il libro e aggiunge tutti gli elementi che trasformano quello che era semplicemente un romanzo godibile in un capolavoro della settima arte.

Shining

Gattiveria – Le ali della libertà

«La paura può tenerti prigioniero, la speranza può renderti libero

Anche se sono un soggetto che si emoziona maggiormente di fronte ad un un’immagine che ad un testo devo riconoscere che mediamente il libro aggiunga sempre qualcosa di più.

Quando leggi, la scena la immagini con la tua fantasia, il tuo gusto estetico.

Un caso che per me fa eccezione è un racconto di Stephen King in cui il maestro è stato superato.

Pur essendo una piacevole novella (inserita nella raccolta Stagioni diverse, pubblicata nel 1982), Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank è un racconto come tanti, a mio parere: un interessante spaccato della vita da carcerato degli anni ’40 ma nulla di più. Non giocano a suo favore le magistrali interpretazioni di Tim Robbins e di Morgan Freeman e la sceneggiatura da Oscar del regista Frank Darabont. Il fatto poi che la trasposizione cinematografica Le ali della libertà sia stato inserito da Esquire al quarto posto tra i 500 migliori film della storia e che sia il primo della lista dei 250 film migliori di tutti i tempi su IMDB, conferma le mie teorie.

Giando – Lo Hobbit

So che ciò che sto per scrivere causerà probabilmente disonore sul mio nome, ma devo ammettere che mi è piaciuta più la versione cinematografica de Lo Hobbit rispetto al libro del buon Tolkien. Mentre schivo pomodori e uova marce, fatemi spiegare perché. Innanzitutto non è che il libro non mi sia piaciuto, anzi, trovo che sia una di quelle letture da introdurre a scuola; tuttavia la versione cinematografica mi ha fatto sognare ancor più grazie alla Nuova Zelanda e grazie a un po’ più di tridimensionalità dei personaggi, che forse è ciò che più fa la differenza.

Thorin l’ho trovato molto tormentato e Richard Armitage III ha compiuto un ottimo lavoro nel raffigurare la determinazione prima, la follia poi e la redenzione infine di un personaggio che, nel libro, fa forse una fine troppo sbrigativa. Anche il protagonista Bilbo ha quella vena di “cazzimma” che nel libro ho sentito meno, forse più acido che pungente. Inoltre, sempre parlando del finale, gli ultimi scontri che vedono la morte di Fili e Kili sono molto più emotivamente impattanti di quanto vediamo nel libro, dove sono personaggi più pronti a menare le mani e meno ad essere sfaccettati come, specie per Kili, vediamo nel film, e la loro morte viene infatti liquidata in poche parole da un freddo Tolkien. Anche Legolas – per quanto Orlando Bloom non sia più giovanissimo, e si vede – è un personaggio molto più “ragazzino” rispetto al pacato guerriero che vediamo ne Il Signore degli Anelli, e questo aspetto si nota più nel film che nel libro, dove sembra già “il solito, vecchio Legolas”.

Infine affronto l’argomento più spinoso e che probabilmente è uno dei motivi principali per cui questo film è così odiato: Tauriel. Beh, gente, io non ci vedo niente di male ad aver inserito una storia originale e soprattutto di rottura con le categorie eccessivamente rigide “io elfo, tu nano”. Se proprio Tolkien ne Il Signore degli Anelli ha creato una bellissima amicizia tra un elfo e un nano, perché non potrebbe scoppiare una scintilla amorosa tra un’elfa irrequieta e un nano “un po’ più alto”? Io capisco bene i fan che non vogliono che l’opera venga troppo cambiata, tuttavia mi piace vedere il film come l’interpretazione di Peter Jackson di un libro e non come un semplice copiaincolla. Se voglio l’opera originale, e questo pensa valga quasi sempre, allora leggo il libro, perché personalmente non mi aspetto che un film sia 100% uguale alla fonte… altrimenti dov’è il tocco personale di un regista?

Jedi.lord – Kick-Ass

Io di solito sono del partito “meglio il libro”, ma con Kick-Ass non ho dubbi, meglio il film!

Il fumetto, l’opera che è nata prima, scritto da Mark Millar e disegnato da John Romita Jr., proponeva una tematica molto interessante: ma se un ragazzino si mettesse in testa di fare il supereroe, senza aver alcun potere, cosa potrebbe accadergli?

Lo lessi quando fu pubblicato per la prima volta in Italia, ma a dispetto di moltissimi pareri entusiasti, mi lasciò piuttosto tiepido, pur piacendomi in generale la produzione di Millar.

Non avevo quindi particolare hype per la trasposizione cinematografica, che infatti recuperai molto tempo dopo l’uscita.

E che film!
Piaciuto tantissimo, lo trovo migliore dell’opera da cui è tratto per parecchi aspetti, non ultimi il modo in cui è trattata la storia d’amore principale, e il finale, che mi ha soddisfatto in maggior misura.

Che ci volete fare, sono un romanticone!

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