Le follie dell’Imperatore
99 scimmie saltavano sul letto
Una cadde in terra e si ruppe il cervelletto
Boom, baby! Sembra passato un giorno, eppure quel filmone de Le follie dell’Imperatore compie ben 20 anni!
Il 40° classico Disney, infatti, esordiva nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti proprio il 15 dicembre 2000 e segnava un cambio di rotta per i lungometraggi animati della casa di Topolino: dialoghi taglienti, ironia pungente e molte meno canzoni rischiavano di differenziare troppo il nuovo film dagli ingredienti di un così longevo successo per i classici Disney.
E infatti al botteghino Le Follie dell’Imperatore non ha fatto faville. Eppure, viene considerato tuttora uno dei migliori film dell’epoca post rinascimentale Disney e guadagnandosi una folta schiera di fanatici appassionati in lungo e in largo.
E in occasione dei 20 anni di questo capolavoro, potevamo esimerci dal “mio regalo a me per il mio compleanno“? Ovviamente no, e allora festeggiamo ricordando un po’ di curiosità sulla pellicola!
Concept
È ironico pensare che Le follie dell’Imperatore, pur essendo così amato…ha rischiato di non esistere. La prima idea per il film, infatti, era molto diversa dalla pellicola che abbiamo guardato. A cominciare dal titolo, che doveva essere Kingdom of the Sun e la storia non aveva nulla di quella che abbiamo conosciuto.
Nella prima stesura, infatti, c’erano moltissime somiglianze con Il Principe e il Povero: Kuzco (che doveva chiamarsi Manco), e Pacha sarebbero dovuti essere identici per aspetto e avrebbero finito per scambiarsi i ruoli.
Nella trama sarebbero dovute essere presenti la promessa sposa di Kuzco, Nina e una pastorella di nome Mata, che avrebbe aiutato l’imperatore a redimersi. Nella prima stesura, inoltre, era assente uno dei personaggi più amati del film: Kronk, infatti, non era previsto. Al suo posto, Yzma sarebbe stata aiutata da un amuleto incantato.
Kingdom of the Sun avrebbe dovuto avere in origine una struttura molto più classica, con grande presenza di canzoni come è tradizione nei lungometraggi animati Disney. Per la colonna sonora era stato ingaggiato Sting, che aveva ormai composto tutte le tracce quando si è deciso di abbandonare l’idea originale e puntare più decisamente sulla commedia. Inutile dire che delle canzoni scritte da Sting ne è rimasta solo una, quella iniziale, che è stata cantata da Tom Jones.
Si deve proprio a Sting, comunque, il finale che abbiamo visto al cinema: secondo il copione, Kuzco avrebbe dovuto costruire la sua megavilla con piscina, disboscando la collina. Il cantante, di idee ambientaliste, minacciò di tirarsi fuori dal progetto se quel finale si fosse rivelato definitivo.
Citazioni
Nonostante l’assonanza del titolo (che in inglese è molto più evidente), Le follie dell’Imperatore non ha alcun legame con la fiaba di Anderson I vestiti nuovi dell’Imperatore, ma è uno script originale.
Il film comunque abbonda di citazioni e rimandi al mondo del cinema. Solo per ricordare i più famosi, troviamo riferimenti a Il mago di Oz, Quarto Potere, L’esperimento del dottor K.
Non solo, Le follie dell’Imperatore sdogana la rottura della quarta parete ben prima di Deadpool: capita spesso, infatti, che i personaggi si rivolgano direttamente agli spettatori e in un’occasione l’espediente viene usato addirittura per giustificare un buco di trama gigantesco (Come hanno fatto Yzma e Kronk ad arrivare per primi? “Se lo stanno chiedendo tutti in sala“… anche dopo 20 anni!).
Le Follie dell’Imperatore, inoltre, presenta tantissime anticipazioni visive, come la celebre pianta che si trasforma in lama dopo essere stata annaffiata di pozione, o i murales che indicano Kronk mentre cerca di sbarazzarsi di Kuzco.
Non mancano, come accade spesso nei film Disney, anche i consueti hidden Mickey.
Doppiaggio
Capita raramente ma, nel caso de Le follie dell’Imperatore, dobbiamo ammettere che il doppiaggio italiano è un capolavoro nel capolavoro. Merito di un trio di artisti d’eccezione: le voci italiane dei protagonisti sono di Luca Bizzarri (Kuzco), Paolo Kessisoglu (Kronk) e Anna Marchesini (Yzma).
I tre non solo hanno saputo regalare un’anima pulsante ai loro personaggi ma hanno creato anche battute iconiche che sono totalmente farina del loro sacco, come “Ci sei?” “No, sono al bar” o “Ho ucciso per molto meno“, non presenti nel doppiaggio originale.
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