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Gank Your Heart – Le serie cinesi sono così…

Gank Your Heart

Pubblichiamo con piacere il contributo esterno del nostro amico Mauro sulla serie TV cinese Gank Your Hurt, che lui definisce in poche parole “una storia di sport, una storia di amore“.

Recensione

Le serie cinesi sono così, tutto in una stagione, poco importa se è composta di trentacinque puntate.
Press play on tape” come quando l’analogico regnava e in fondo anche questo racconto nasce così da un libro, dal romanzo Dian Jing Lian Ren.
Arrivano messaggi su Discord, il suono dovrebbe essere disattivato di default e anche essere vietato per legge, così senza ulteriori indugi.

Vancouver, la finale mondiale di un gioco come LoL, come Dota.
China vs USA, 2018.
Un campione (cinese), sul punto di ritirarsi, un team (USA) pronto a prendersi la sua corona, a strappargli l’ultimo sogno.

Il racconto di uno sport vero, di quelli tradizionali, con le sue star, i suoi campioni caduti, le stelle nascenti. La luce potente dei riflettori, le domande dei giornalisti, lo sport che diventa showbiz.
Se arrivi secondo nel mondiale di iConquer il tuo trofeo è la Coppa dei Campioni, letteralmente.
In una finale il secondo posto è anche l’ultimo posto, non c’è niente da festeggiare, solo le lacrime per non essere lì, sul gradino più alto.

Sensazioni

Avrei dovuto imparare il mandarino, per riuscire a prendere appunti mentre guardo una serie cinese, altrimenti è tutto un premere pausa, scribacchiare qualche nota e far ripartire il video.
Sottotitoli in un pessimo inglese, note ai sottotitoli: imparare la lingua di Mao mi avrebbe permesso di leggere anche il romanzo di Nanye Lin’er.
Questa forse è la serie occidentale, la più occidentale tra tutte quelle (e sono tante) che ho visto fino ad ora.
Certo non manca il solito product placement così aggressivo da sembrare a volte perfino maldestro, il protagonista è nella realtà il frontman di una boy band “famosissima”.

L’abitudine a prendere note su un taccuino personale, per non perdere mai l’occasione di porgere una domanda, per non dimenticare qualcosa d’importante, per ricordare. Quel quaderno sempre a portata di mano, quel taccuino che in occidente sembra essere divenuto simbolo di debolezza.
Questa serie è una carezza al cuore, riesce a diventare spietata e delicata nel volgere di pochi attimi, racconta i “gamer” come solo loro riuscirebbero a fare. È intrisa di propaganda, certo, come accade per tutte le produzioni in un paese rigidamente controllato dal suo partito unico.
Profondo come sanno esserlo solo i dolori dell’animo.
Anche se siamo destinati a fallire, irrisi e se ci sentiamo davvero sconfitti, ci resta almeno quello che siamo l’uno per l’altro“.
Gli amori che partono, ritornano, viaggiano senza allontanarsi mai.
I grandi amori, quelli unici che se non sono “primi”, restano incollati ai ricordi per misurare l’animo.

Cuscini motivazionali sui divani, le magliette buffe.
Le confessioni d’amore, di amori passati e di amori a venire. Amori a manovella.
Faccio il tifo per lo spilungone e la commentatrice, la cantante e il capitano. Se non va così non importa, ho scelto per me il mio plot preferito.
Qiu Ying non regge mai l’impeto emotivo della narrazione, sembra sempre le sia affidato un ritmo di racconto più lento, come se fosse un passo indietro al confronto degli altri personaggi.
Le viene assegnato un solo momento scevro di luoghi comuni, così vicino alla commedia romantica occidentale da risplendere in un contesto di storie così diverse.
La terrazza di un albergo, Qiu Ying e Pei Xi, il suo memorabile “posso essere io il tuo ragazzo se serve a sviare l’attenzione”.

Considerazioni

Le attrici cinesi non sanno piangere, lo fanno davvero malissimo.
Quando mancano ancora sei puntate alla fine, Ji Xiang Kong sceglie Qiu Ying e non Fu Miya, la serie TV emotivamente per me, termina qui.
Spero vincano i cattivi.
L’omertà cinese mi colpisce sempre dritto in faccia, sarà per questo che mi guardo poco allo specchio.
Sembra di ritrovarsi catapultati nel mezzo di quella letteratura criminale, intrisa di mafie di vario tipo, come se la muraglia cinese non fosse così lontana da quelle zone d’Italia dominate da una legalità distorta.

Lu YiYi e Lin Yi Xuan come Pattu e Bruce Harper anche se questi ultimi sono giapponesi e i primi invece cinesi.
Questa serie TV è ingiusta, come la vita, forse di più.

Le paure di questo racconto s’attaccano alle mie, senza controllo e senza filtro, s’aggrappano al cuore e stringono forte.
Occhi.
Se non fossi più in grado di vedere, avrei quello stesso terrore, quello che si prende i primi minuti di ogni mattina quando controllo se ci vedo ancora. La vita cambia, muta la sua percezione e ci sembra distrutta.
L’attimo nel quale perdiamo tutto, così lontano da quell’attimo nel quale ripartiamo da zero.
Lacrime, occhi.
Cinesi che piangono seduti perché le sconfitte bruciano l’aria e non ci fanno respirare.
Forchette, non solo bacchette almeno nelle cene importanti.

Amori trovati, cercati, persi.

Scusami
Perdono
Passione per la vita, passione di vita.
Una storia di spogliatoi, di partite, di squadre, di compagni, allenatori, tifosi. Una storia di sport e di amore, di amore per lo sport. Quando ci vedrete competere, giocare ad un videogame, ricordate che non siamo diversi da quelli con pantaloncini a scarpini, gettiamo il cuore dentro una passione, la facciamo diventare un lavoro e proviamo a ritagliarci un posto al sole, anche piccolo.
Esport, uno sport con la E di Emozione davanti.

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