NerdandoSu

NerdandoSu Epidemie e dintorni – Videogiochi contagiosi

Nelle ultime settimane, la psicosi da Coronavirus, nuova pandemia che si sta diffondendo nel mondo, ha colpito un po’ tutti ed occupa stabilmente le prime pagine dei giornali e i titoli di testa dei TG; non dobbiamo, però, dimenticare che le epidemie sono un tipo di evento che ha caratterizzato l’intera storia del genere umano, anche condizionandola di sovente.

Come non citare, a tal proposito, la grande peste del 1347-1348, che costò la vita a metà della popolazione europea, ma, affermano molti storici, pose le basi pratiche per l’avvento del Rinascimento, sparigliando le carte della cultura medievale europea.

Come con le guerre, si tratta di un argomento triste ma di forte impatto, appunto, nella cultura tutta del genere umano; e, come le guerre, la paura dell’epidemia ha trovato spazio come tematica forte all’interno di parecchie opere, che siano esse letterarie, visuali o quel che meglio preferite, e che è l’argomento tematico della nostra cover story del mese.

Noi  oggi vi raccontiamo di 3 titoli appartenenti all’ambito videoludico che hanno preso spunto proprio dall’epidemia per raccontarci una storia o per farci, banalmente, divertire. Ciò non deve scandalizzarvi, né chi vi parla pensa sia di cattivo gusto: vi siete mai scandalizzati nel giocare un videogioco sulla Seconda Guerra Mondiale, per caso?

Abbiamo scelto di non metterci in mezzo giochi che parlino di zombie, che sennò sarebbe troppo semplice; piuttosto, parleremo di titoli in cui le epidemie sono guardate in modo leggermente più realistico.

The Last of Us

Potrei anche pensare che, quando abbiamo scelto chi avrebbe parlato di cosa nell’ambito della cover story, io mi sia autocandidato sui videogiochi per avere un’ulteriore possibilità pubblica di consigliarvi, per l’ennesima volta, uno dei giochi più belli dell’ultimo ventennio (se non di più): il capolavoro di Naughty Dog, l’incredibile The Last of Us, uscito nel 2013 in esclusiva per la console ammiraglia di casa Sony.

The Last of Us è una storia incredibile, con uno dei prologhi giocati migliori e più coinvolgenti di sempre: sfido io a rimanere freddi mentre fuggite dalla città in preda al panico per lo scoppio improvviso del contagio da fungo Cordyceps, che fa impazzire chi ne viene attaccato.

donne e videogiochi

Il protagonista è Joel, un padre single che perde la figlia in quell’occasione e che, ormai, distaccato e cinico, ha il compito di accompagnare una ragazzina attraverso un road trip in una America devastata dal contagio e caduta ormai nel caos; la ragazza, Ellie, potrebbe rappresentare l’ultima speranza per trovare una cura, dato che è immune al contagio.

The Last of Us è stato celebrato, giustamente, sin dalla sua uscita e ha fatto incetta di tutti i premi possibili; io lo presi al day one e l’ho amato sin da allora. Stento a ricordare un altro titolo che mi abbia emozionato e coinvolto con la stessa intensità.

Se volete recuperarlo perché, ahivoi, non ne avete ancora goduto, recuperate la Remastered Edition uscita per Ps4 e mi ringrazierete. Sopratutto perché così sarete pronti quando, a maggio, dopo ben 7 anni, finalmente vedrà la luce The Last of Us – Part II.

A Plague Tale: Innocence

Dal futuro postapocalittico di The Last of Us torniamo indietro nel tempo con questo A Plague Tale: Innocence, che ci riporta nel 1347, anno in cui cominciò la devastante epidemia di peste nera di cui vi parlavo poc’anzi.

Il gioco ci mette nei panni di due ragazzini di una nobile famiglia francese coinvolta nello scoppio della Guerra dei Cent’anni, che si ritrovano all’improvviso soli, inseguiti da soldati sconosciuti e minacciati da orde di topi infetti dal terribile morbo. Sia chiaro: non si tratta di un titolo fantasy, ma di base storicamente fondato.

Direi che le premesse per divertirci ci sono tutte: il buon Zeno2k ci aveva parlato, nella sua recensione, di un viaggio intenso ed emozionante, in un’epoca difficile e piena di sconvolgimenti, un’opera da apprezzare per la sua capacità di narrare e smuovere le giuste corde dell’anima.

Plague, Inc.

Cambiamo completamente genere, ora.

Mettiamoci dalla parte del virus: come faremo a fare in modo di sterminare l’intera umanità?

Plague, Inc. è un gioco piccolo, ma che ho sempre ritenuto essere geniale e molto divertente. Io lo conobbi nella sua versione mobile, ma anni dopo è uscito anche su Steam con il nome Plague Inc.: Evolved, che include le ovvie e dovute migliorie, pur non modificando per nulla il suo impianto base.

Nei panni di un morbo potenzialmente letale, il nostro scopo sarà “semplicemente” quello di contagiare tutti gli esseri umani del pianeta e sterminare completamente la razza umana. L’interfaccia del gioco è una semplice mappa interattiva del mondo, sulla quale controlleremo le nostre “performance”: dovremo scegliere con cura il paese dal qual partire, come evolvere le nostre abilità e caratteristiche grazie a “punti DNA” ottenuti contagiando più persone possibile, e anche fare in modo che gli sforzi dei singoli paesi e dell’organizzazione mondiale della sanità nel cercare una cura siano vanificati.

Insomma, uno strategico atipico e davvero avvincente, che in questo periodo può risultare quantomeno inquietante: ma, ripeto, si tratta di giochi.

E poi?

Beh, all’inizio vi specificai che i titoli proposti sarebbero stati accomunati da una visione “realistica” delle pandemie, senza zombie, in primis. Ma non si può negare che esistano grandissimi titoli basati su zombie et similia che ci parlino comunque della pericolosità di contagi ed epidemie. Basti pensare alla saga di Resident Evil, che ci delizia ormai da più di venti anni; potremo citare The Walking Dead, o financo Bloodborne.

Resident Evil 7 recensione

Come vedete, il concetto di contagio mortale è uno spunto ben radicato nel nostro hobby, e ci ha regalato molti capolavori; sia chiaro che, però, in nessun modo intendiamo, con questo nostro excursus, mancare di rispetto ad alcuna persona che potrebbe sentire la tematica come molto vicina al proprio vissuto personale.

Noi ci occupiamo di intrattenimento, e solo di quello.

Contenuti

To Top