Film maledetti
Il nostro NerdandoSu del mese per ottobre 2019 non poteva che essere dedicato ad Halloween. E quale modo migliore per festeggiare la notte delle streghe che sedersi tutti intorno al falò a raccontarci storie del terrore?
La nostra redazione si è quindi riunita intorno al fuoco e ognuno ha tirato fuori la sua storia di paura: guardatevi le spalle e stringetevi intorno alle fiamme, perché oggi vi parlerò dei film maledetti.
Incompiuti
Sebbene il cinema sia pieno di progetti incompiuti, alcuni di questi sembrano avvolti da un’aura di mistero soprannaturale. Uno dei casi più eclatanti riguarda L’uomo che uccise Don Chisciotte, film che Terry Gilliam ha cercato invano di realizzare fin dal 1998 ed è riuscito a portare a termine solo nel 2018. La produzione fu funestata dai problemi più disparati: economici, di scrittura, di location, di cast. I protagonisti inizialmente dovevano essere Johnny Depp e Jean Rochefort; quest’ultimo, dopo innumerevoli problemi di salute, fu costretto a rinunciare alla parte. Anche Depp abbandonò il progetto per via del contratto che nel frattempo aveva firmato con Disney. Prima di essere portata a termine nel 2018 con Adam Driver e Jonathan Pryce nei panni dei protagonisti, la produzione del film fu cancellata ben due volte. Gilliam ha raccontato la sua epopea nel documentario Lost in La Mancha.
Ben più inquietanti le problematiche che girano intorno ad Atuk, pellicola mai realizzata che doveva essere tratta dal romanzo satirico del canadese Mordecai Richler.
La sceneggiatura sembra essere avvolta da una vera e propria maledizione, visto che tutti gli attori che finora sono stati ingaggiati o hanno mostrato interesse per il progetto sono morti prima di potercisi effettivamente dedicare: la lista è lunga e comprende John Belushi (overdose), Sam Kinison (incidente d’auto), John Candy (attacco di cuore), Micheal O’Donaghue (emorragia cerebrale), Chris Farley (overdose) e Phil Hartman (assassinato). Dopo la tragica serie di decessi, la sceneggiatura è stata definitivamente accantonata da Hollywood e venduta all’asta su Ebay: non è noto chi l’abbia acquistata e dove si trovi attualmente.
Morti sospette
Alcuni film sono ricordati come grandi capolavori ma anche come forieri di morti premature e sospette per gli attori che li hanno interpretati. Tra questi va sicuramente ricordato Gioventù bruciata, capolavoro del 1955 che contribuì a lanciare la fama dell’astro nascente James Dean. Come tutti sappiamo, l’attore morì in un incidente stradale a pochi giorni dalla prima della pellicola, a soli 24 anni. James Dean non è stato però l’unico interprete di Gioventù Bruciata ad andare incontro a una fine tragica: Sal Mineo fu accoltellato per strada nel 1976 e Natalie Wood annegò in circostanze mai del tutto chiarite nel 1981.
Roman Polanski ha spesso diretto nel corso della sua carriera pellicole che si occupavano di paranormale ma la più chiacchierata è sicuramente Rosemary’s Baby, del 1968. Quando nel 1969 la Family di Charles Manson portò a termine il massacro di Bel Air, in cui rimase uccisa Sharon Tate, moglie del regista al 9° mese di gravidanza, furono in molti ad avanzare l’ipotesi che il film avesse avuto una sorta di influenza maligna sull’accaduto. Il fatto, poi, che nel 1980 John Lennon venne assassinato proprio davanti all’edificio usato per gli esterni di Rosemary’s baby non ha fatto che alimentare l’inquietudine.
Anche le morti avvenute sul set, comunque, hanno contribuito a creare intorno ai lungometraggi che ne sono stati colpiti l’aura di film maledetti: il caso più eclatante è sicuramente quello de Il Corvo, diretto nel 1994 da Alex Proyas e interpretato da Brandon Lee. Il protagonista rimase ucciso da una pallottola esplosa da una pistola che doveva essere invece caricata a salve. Non è morto sul set Heath Ledger, ma sono stati in molti a pensare che il ruolo di Joker interpretato ne Il Cavaliere Oscuro abbia influito sulla sua dipartita.
Un terribile incidente, infine, colpì il set di Ai confini della realtà (1982) durante l’episodio diretto da John Landis: un elicottero si schiantò al suolo decapitando l’attore Vic Morrow e un bambino che faceva da comparsa e schiacciandone a morte un secondo. Landis, che aveva contravvenuto alle norme sul lavoro dei minori nel cinema, non si riprese mai da questa catastrofe.
Scelte sbagliate
Non solo fatalità e sinistre coincidenze: a volte alcune pellicole si guadagnano la fama di film maledetti a causa delle scelte sbagliate o poco accorte di registi e addetti ai lavori. È il caso de Il Mago di Oz, diretto nel 1939 da Victor Fleming. In questo caso gli errori fatti riguardavano la scelta del trucco: l’interprete dell’uomo di latta, Buddy Ebsen, finì intossicato dalla polvere di alluminio che lo ricopriva, con conseguente ricovero per polmone collassato e sostituzione con un altro attore. Ebsen continuò ad avere problemi respiratori per tutta la vita mentre il suo sostituto se la cavò con una “semplice” infezione agli occhi. L’interprete della Strega dell’Ovest, invece, subì ustioni perché truccata con polvere di rame, altamente infiammabile.
Altro film che ha pagato scelte discutibili è Il Conquistatore, che nel 1956 vedeva John Wayne calarsi nei panni di Gengis Khan. La location scelta per gli esterni era un’area altamente radioattiva poiché utilizzata dall’esercito americano per condurre test atomici. Come se non bastasse, il terreno fu trasportato a Hollywood per girare gli interni. Il terribile risultato fu che 91 delle 220 persone coinvolte nella lavorazione, tra cui lo stesso John Wayne, morirono di cancro derivato dall’esposizione alle radiazioni.
Particolarmente travagliata anche la lavorazione di Fitzcarraldo, diretto nel 1982 da Werner Herzog. Le location scelte dal regista non erano delle più ospitali e funestarono la produzione con eventi atmosferici, malattie e problemi politici. A questo si aggiunse l’ossessione del regista di girare una scena in cui veniva scalata una montagna con una nave usando una vera imbarcazione a grandezza naturale e rifiutando i modelli in scala, con tutti gli ovvi problemi che ne conseguono.
Strani incidenti
Se molti dei problemi che si verificano durante la lavorazione di un film sono imputabili alla cattiva gestione, alcuni sembrano essere invece inspiegabili e fanno sì che l’immaginazione vaghi verso percorsi più sinistri. È il caso di Shining, capolavoro di Stanley Kubrick del 1980. Come sappiamo la lavorazione del film fu resa un vero inferno per alcuni degli attori (Shelly Duvall su tutti) dallo stesso regista, ma non mancarono eventi inspiegabili. Diversi set furono infatti distrutti da incendi di cui non è mai stato possibile stabilire l’origine.
Anche sul set di The Ring 2, sequel americano diretto dal regista del prototipo giapponese, Hideo Nakata, avvennero strani incidenti. Gli uffici della produzione si allagarono per la rottura di un tubo e una seconda volta per la rottura di una tanica d’acqua, il set fu invaso da uno sciame di api, un cervo assalì un costumista. Eventi tutti stranamente simili ad alcune sequenze del film, tanto che il regista richiese l’intervento di un ministro shintoista per purificare il set.
Maledizioni
Ancora più inquietante di incidenti apparentemente inspiegabili è quando alcuni film sembrano essere colpiti da autentiche maledizioni. Tra gli esempi più famosi c’è Poltergeist, diretto nel 1982 da Tobe Hooper. Ad alimentare la diceria il fatto che entrambe le protagoniste più giovani del film siano morte in circostanze drammatiche. La giovanissima Heather O’Rourke, infatti, morì a soli 12 anni poco prima dell’uscita dell’ultimo film della saga a causa di una diagnosi errata che le causò uno shock settico. Dominique Dunne, invece, fu strangolata dal suo fidanzato. Secondo alcuni questi eventi sarebbero legati al film perché girato sopra un antico cimitero indiano.
Altrettanto famoso è il caso di L’Esorcista, diretto nel 1973 da William Friedkin: la lavorazione fu colpita da incendi, incidenti di ogni tipo e perfino morti inquietanti (di familiari delle persone che lavoravano al film e anche di un attore). Il regista chiamò un vero esorcista per liberare il set da eventuali presenze demoniache.
Ma il film maledetto per eccellenza è sicuramente The Omen – Il Presagio, diretto nel 1976 da Richard Donner. In questo caso le coincidenze spaventose sono state tantissime. Qualche esempio? L’aereo su cui viaggiava il protagonista, Gregory Peck, fu colpito da un fulmine; pochi giorni dopo un altro aereo, su cui viaggiava lo sceneggiatore, fu a sua volta colpito da un fulmine. Il figlio di Gregory Peck si tolse la vita poco prima dell’inizio delle riprese. La stazione metropolitana in cui dovevano essere svolte delle riprese saltò in aria mentre la troupe la stava raggiungendo. L’aereo noleggiato per delle scene si schiantò al suolo, investendo l’auto su cui viaggiavano moglie e figli del pilota: morirono tutti. Ma l’incidente più spaventoso fu quello che coinvolse il creatore degli effetti speciali John Richardson, autore della sequenza della decapitazione in The Omen: mentre lavorava ad un nuovo film, ebbe un terribile incidente stradale in cui la sua fidanzata, che viaggiava con lui, morì decapitata. L’incidente avvenne al km 66.6.
In alcuni casi la maledizione comunque sembra non colpire solo il film ma direttamente il personaggio che ne è protagonista: è il caso della celebre “maledizione di Superman“. Questa convinzione è derivata dal fatto che il ruolo del supereroe sembra aver portato sfortuna a tutti i suoi interpreti (cosa non del tutto vera: a ben guardare, solo due degli attori, peraltro con cognomi assonanti, sembrano essere stati perseguitati dalla cattiva sorte). Negli anni Cinquanta Superman fu interpretato da George Reeves, che non riuscì più, dopo il film, ad ottenere ruoli importanti. L’attore fu trovato morto, pochi giorni dopo le nozze, per un colpo di pistola alla tempia. Il decesso fu archiviato come suicidio, nonostante l’assenza di impronte digitali della vittima sulla pistola.
Nel 1978 fu Christopher Reeve a prendere con successo il ruolo di Superman nel lungometraggio diretto da Richard Donner. Successivamente, l’attore fu coinvolto in uno sfortunato incidente di equitazione, che lo lasciò paralizzato dal collo in giù per il resto della vita.
Leggende
Chiudiamo questo lungo excursus con un paio di leggende inquietanti. La prima ci porta indietro nel tempo fino al 1922, quando Murnau girò il suo Nosferatu. Il capolavoro del cinema espressionista vede nei panni del Conte Orlok il fantomatico Max Schreck, attore tedesco che sembra non essere mai esistito: nulla si sa di lui né prima né dopo Nosferatu, infatti. Il nome, che tradotto significa “Massimo Terrore”, potrebbe essere un nome d’arte ma chi si celasse dietro lo pseudonimo e il pesante trucco del vampiro non è mai stato accertato. Secondo alcuni fu lo stesso Murnau a interpretare il protagonista, secondo altri si tratterebbe di un vero vampiro.
Non solo film di paura, comunque: a volte le sinistre apparizioni possono coinvolgere anche le commedie. È il caso di Tre scapoli e un bebè, diretto nel 1987 da Leonard Nimoy. In una delle inquadrature del film, infatti, è possibile intravedere la sagoma di un bambino nascosta dietro la tenda. L’immagine non è nitida e, negli anni, ha dato adito alla voce che si trattasse di un fantasma apparso sul set durante le riprese. Anni dopo, il mistero sembra essere risolto: si tratterebbe di un cartonato appoggiato al muro ed entrato per sbaglio nell’inquadratura ma la spiegazione non ha convinto proprio tutti.
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