Recensione
La versione 1.0 di No Man’s Sky non era convincente, diciamocelo, uno dei peggiori flop degli ultimi anni, ma cosa succederebbe se fosse unito alle meccaniche di un gioco come Faster Than Light? Beh, Daedalic Entertainment ci porta il suo The Long Journey Home come risposta.
Il gioco è in realtà stato rilasciato il 30 Maggio 2017, ma è stato attuato un revamp per il porting su Nintendo Switch.
Gameplay
Il nostro compito, in poche parole, sarà quello di gestire una nave spaziale, dopo averne scelto l’equipaggio e le caratteristiche.
All’inizio di ogni partita sarà possibile decidere chi portare con sé tra un gruppo di 10 militanti, ognuno con le sue caratteristiche e le sue capacità speciali.
Dopo aver scelto l’equipaggio, composto da quattro persone, verremo scaraventati all’avventura nello spazio profondo.
Durante una normale missione, però, qualcosa ci manderà al di là di ogni galassia sconosciuta. Il nostro viaggio comincerà proprio lì: un lungo viaggio, per tornare a casa.
Il gioco si dividerà in tre parti preponderanti: l’esplorazione dello spazio aperto, l’esplorazione dei pianeti/corpi celesti e la gestione della nave.
Esplorazione dello spazio
Ho trovato questa rappresentazione dei viaggi nello spazio molto minimal, ma anche ben pensata, la parte più bella del gioco.
In questa modalità potremo muoverci liberamente all’interno di ogni galassia (che potremo cambiare tramite il salto spazio-tempo).
Saremo rappresentati da una punta di freccia e ci dovremo muovere coerentemente con le leggi della fisica, ossia tenendo conto di aumenti di velocità, orbite e curvature.
Il nostro obiettivo all’interno di questo scenario sarà quello di trovare pianeti o corpi celesti con cui interagire oppure a cui sottrarre semplicemente risorse.
Inoltre, sarà possibile ottenere incontri casuali e che potranno essere amichevoli (ossia ci poteranno all’ottenimento di strumenti utili) oppure violenti, che sfoceranno in combattimenti alla FTL.
Ogni alieno incontrato farà parte di una razza, essa determinerà il suo comportamento nei nostri confronti e le azioni che potremo intraprendere nei suoi confronti.
Esplorazione dei corpi celesti
Una volta entrati nell’orbita di un pianeta, che vi assicuro: non sarà facile, avremo la possibilità di andare ad esplorarlo. Come? Ovviamente non a piedi, potrebbe essere pericoloso!
Manderemo il nostro modulo d’atterraggio sulla superficie del pianeta; qui arriviamo ad una nota dolente del gioco: questa navicella sarà letteralmente inguidabile.
Parliamone, l’idea è carina, ma manca di esecuzione. In poche parole, la nostra navicella avrà due modalità di accelerazione: dal basso e dall’alto, noi dovremo combinare le due con il movimento dell’analogico sinistro, che ruoterà la navicella, per poter arrivare ovunque ci sia necessario.
La sensibilità è veramente troppa e non regolabile, dopo più e più scontri, botte e ribaltamenti il gioco comincia a diventare frustrante, così frustrante che, lo ammetto: è stato il primo gioco in vita mia ad avermi fatto spegnere la console.
Dopo un’oretta di allenamento, però, ci si prenderà la mano, riuscendo ad atterrare nei punti giusti per raccogliere risorse ed utilissime reliquie che ci semplificheranno il viaggio.
Esplorando altri corpi celesti non planetari, dovremo guidare la nave principale e destreggiarci in diversi ostacoli (molto più facile di pilotare il modulo d’atterraggio) per raggiungere diverse ricompense, tra cui, a volte, l’incontro con un NPC, che potrà, per esempio, aiutarci a potenziare la navicella oppure renderci più facile il viaggio.
Gestione
La gestione della nave sarà abbastanza complessa, si dividerà in alcuni sotto-settori: la gestione del personale, quella dei potenziamenti della nave, quella del modulo d’atterraggio ed altre che scoprirete giocando la storia.
Per quanto riguarda la nave e il modulo, sarà possibile applicare diversi potenziamenti su armi, scudi e consumi di risorse.
Mentre, per quanto riguarda il personale, sarà molto difficile. Vi spiego, ad ogni membro dell’equipaggio sarà possibile dare fino a cinque reliquie che ci aiuteranno nel nostro viaggio.
Certo, non mancheranno infortuni, morti e sfortune di ogni tipo, ma di sicuro più reliquie equipaggerete, meno saranno le possibilità che un personaggio muoia.
Grafica e Sonoro
La musica è buona, ma non eccellente, a volte la melodia è troppo banale e già sentita.
Per quanto riguarda la grafica ho un appunto da fare, i pianeti e le stelle sono ben fatte, come la nave nella fase di esplorazione dello spazio aperto, ma tutto il resto sono poligoni enormi e facilmente visibili, che non sono una goduria per l’occhio (almeno per quanto riguarda il gioco su Switch).
Conclusioni
Mischiare FTL con No Man’s Sky è una buona idea? Sì probabile, ma Daedalic non è riuscita a spremere tutto ciò che si poteva avere.
Dal mio punto di vista, in questo gioco manca qualcosa che lo renda accattivante e, soprattutto, meno frustrante dal punto di vista dei comandi; inoltre sembra voler richiamare il genere roguelike, avendo alcune meccaniche che sembrano renderlo tale, ma è veramente troppo lento per esserlo.
Prezzo
The Long Journey Home è disponibile su PC (Steam) e Nintendo Switch al prezzo di 29,99 €.
Nerdando in breve
The Long Journey Home è un RPG strategico sviluppato da Daedalic Entertainment, il gioco giusto se si è armati di molta pazienza e se piace l’idea di esplorare lo spazio profondo.
Nerdandometro: [usr 3]
Trailer
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