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Non puoi non averlo visto: Top Gun (1986)

Cultura cinematografica

Ciao, sono Penny e sono nata nel 1996. Essere nati nel 1996 è una cosa che è capitata a un sacco di persone e anche alla pecora Dolly, mentre ad altrettanta gente sono toccati anni diversi, più o meno fortunati, ma signoramia non ci sono più le mezze stagioni, si stava meglio quando si stava peggio e il nuoto è uno sport completo. Un discorso generalista insomma, che sembra non voler andare a parare da nessuna parte. Invece, posso garantirvelo, un punto c’è: sono nata nel 1996, mi hanno cresciuta in un contesto abbastanza rurale, il multisala più vicino stava a quasi un’ora di macchina, internet è arrivato che finivo le medie e per questo e altri motivi non ho una cultura cinematografica.

Il che non sarebbe un grosso problema, se non fosse per gli amici con i quali condivido questi anni da fuorisede: hanno tutti una specie di devozione (che spesso sfocia in ossessione) verso pellicole di qualche tempo fa. Un po’ per nostalgia, un po’ perché effettivamente si tratta di capolavori, molti di quei film hanno segnato la loro crescita personale in parte più o meno consistente. C’è chi si è appassionato talmente tanto che ha scelto di laurearsi in cinema, chi si è iscritto a ingegneria aerospaziale dopo aver visto abbastanza fotogrammi ambientati fra le stelle, chi ne parla con una sorta di cinismo competente e via così.

Non puoi non averlo visto!

Quando si parla di kolossal arriva immancabilmente il turno in cui ammetto la mia ignoranza, alla quale segue sempre la stessa frase sconvolta: “Non puoi non averlo visto!” e, pensandoci bene, un po’ hanno ragione. Perché finché resta una mancanza mia, è sì un peccato, ma si può far finta di niente. Il problema però diventa tale quando esce il remake (o il sequel) di una pietra miliare del cinema che io non ho visto, e mi viene chiesto di recensire la novità. Allora devo documentarmi il più possibile, recuperare i pezzetti persi e arrivare preparata all’anteprima con quasi la stessa ansia che mi accompagna agli esami. Dopo l’ennesima tirata d’orecchi perché “In che senso non hai mai visto Blade Runner?”, ho capito che era tempo di dire basta.

Ciao, sono Penny, ho 23 anni e ho deciso di farmi una cultura cinematografica (o comunque di aggiungere qualche must all’indice dei film guardati). Tuttavia, visto che se mi metto da sola davanti a un film mi addormento, poi mi passa la voglia e finisce che non lo riprendo più, ho deciso che voi, miei amati lettori, diventerete la mia maestra che controlla se ho fatto i compiti.

Ogni giovedì alle 13, per le prossime settimane, vi parlerò di un “film che non si può non aver visto” ma che evidentemente sono riuscita a perdermi per strada. Non saranno vere e proprie recensioni, più che altro il punto di vista di una millennial curiosa, farcito di qualche aneddoto che ha accompagnato la pellicola, dall’anno di uscita ai giorni nostri. Sentitevi liberi di suggerirmi nei commenti quali sono stati i film che vi hanno segnato maggiormente e che mi consigliereste assolutamente: la probabilità che io non li abbia visti è quasi 1, ma è tempo di rimediare.

Top Gun (1986)

Ad agosto mi sono finalmente decisa a riattivare l’account Netflix, il che aumenta considerevolmente l’elenco dei film ai quali posso avere accesso. Ho deciso di dare avvio alla rubrica partendo dalla mia categoria preferita: i film d’azione. Così ho cercato quelli non troppo recenti, e complici gli attraenti combattimenti aerei e un giovane Tom Cruise, in men che non si dica eccomi davanti a Top Gun. La pellicola è del 1986 ed è stata quella con il maggiore incasso per quell’anno (in America); in Italia è arrivata seconda, subito dopo Il Nome della Rosa (altro kolossal che magari un giorno recupererò, chissà).

Trama

Per chi non sapesse di cosa parla, Top Gun racconta la storia di Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), giovane pilota della Marina degli Stati Uniti, che per un evento fortuito viene spedito a frequentare la United States Navy Fighter Weapons School (altrimenti nota come Top Gun), ossia la scuola di combattimento per piloti della Marina Militare Statunitense. Lì l’aitante Mav deve subito rendersi conto che un soldato non può fare sempre di testa propria e che gli ordini non sono semplici consigli facoltativi. Deve anche imparare a scendere a patti con il suo orgoglio, capendo come reagire ai numerosi imprevisti che incontrerà, lungo il cammino per diventare il miglior aviatore.

Dettagli che straniscono

Tolta la trama altamente lineare e parecchio prevedibile, guardando il film ho colto qualche dettaglio che rimarca quanto effettivamente la pellicola non sia proprio recentissima. Tanto per cominciare, agli studenti erano permessi tutta una serie di atteggiamenti che a me sono sempre stati proibiti. Dalle elementari alla maturità mi è stato detto di non masticare chewing gum in classe, soprattutto durante la lezione, e che anche bere acqua dalla borraccia fuori dalla ricreazione sarebbe stato da evitare. (A ben pensarci, soprattutto il secondo, era un divieto un po’ troppo rigoroso, ma tant’è.) Però ben capite quanto mi abbia stranita la naturalezza con cui Maverick, Iceman e molti altri piloti masticassero cicche, bevessero caffè dalle americanissime mug e addirittura fumassero durante il discorso iniziale del comandante in capo della Top Gun, Viper. Certo, anche in serie recenti ambientate negli anni ottanta abbiamo avuto modo di vedere che il fumo nei luoghi pubblici non fosse proibito (qualcuno ha detto Stranger Things?), ma ad avermi sorpresa non è stata tanto l’assenza del divieto, quanto più il differente approccio educativo che permea l’intera scena.

Un altro dettaglio da “vecchio film” sono sicuramente i discorsi impostati. Ogni volta che qualche personaggio deve affermare un concetto più o meno importante, la scena si fa quasi solenne: mani ai fianchi, sguardo perso nel vuoto, musichetta di sottofondo e via così. Non che nei cinecomic recenti si sia persa l’abitudine di sottolineare momenti topici con appropriate colonne sonore, non sia mai, però di primo acchito direi che in questi ultimi c’è una minor affettazione e una maggior naturalezza.

Curiosità

Ho capito finalmente da che film deriva Take my breath away, la canzone dei Berlin che mamma mi propina ogni tanto. Tale componimento fa parte della colonna sonora di Top Gun e ha fatto vincere alla pellicola il premio come Miglior Canzone sia agli Oscar che ai Golden Globe del 1987.

Spulciando per la rete mi sono poi imbattuta in alcune curiosità che magari possono interessare anche a voi.

Tanto per cominciare, sappiate che l’intera sceneggiatura si basa su un articolo pubblicato sul California Magazine nel maggio del 1983. Lì Ehud Yonay, istruttore della Miramar Naval Air Station di San Diego, descrive l’addestramento dei cadetti. Il pezzo originale è stato divulgato come tributo all’autore e potete leggerlo direttamente cliccando qui.

È bene inoltre sapere che la scuola ritratta nel film è proprio quella vera. Questo perché i produttori (Don Simpson e Jerry Bruckheimer) chiesero a un vero istruttore della Top Gun (Pete Pettigrew) di aiutarli nella revisione della sceneggiatura, così che fosse verosimile, e costui si dimostrò disposto a collaborare a condizione che, appunto, la scuola fosse ritratta in maniera fedele.

Tutto ciò si è però rivelato d’intralcio qualche anno dopo. Infatti, Top Gun: Maverick (il sequel del film che uscirà in America il prossimo 26 giugno) è stato girato fra quest’anno e lo scorso, ma la sceneggiatura è pronta da più di 30 anni. Solo che quando fu il momento di prepararsi per girare il secondo capitolo, il Dipartimento di Difesa Militare aveva appena rinnovato la tecnologia militare, e ovviamente non voleva telecamere in giro. Così si dovette aspettare parecchio, e ora, finalmente, pare sia giunta l’ora di vedere come il non-più-giovane Maverick se la caverà nel ruolo di istruttore.

Conclusione

Insomma, benché fra nuovo e vecchio io sia ancora portata a scegliere un film recente, devo ammettere che Top Gun mi ha davvero conquistata. Complici tutti gli avvitamenti a bordo degli F-14 o gli inseguimenti ai MiG-28 (rispettivamente, gli aerei degli americani e quelli dei sovietici), la colonna sonora apprezzabile e la presenza di personaggi carismatici, sono proprio contenta di averlo recuperato. Per chi volesse, il film è su Netflix sia in italiano, sia in lingua originale (con sottotitoli disponibili). Consigliatissimo a chi ama i film d’azione!

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