Giochi da tavolo

DOOM: Il Gioco da Tavolo – Quattro Doomguy all’orizzonte.

DOOM: Il Gioco da Tavolo

Uno dei miei primi videogiochi, come per molti altri della mia generazione, è stato DOOM. La famosa demo Shareware, che comprendeva il primo capitolo dei quattro totali, è stato il battesimo del fuoco (ma anche del sangue, della morte e della distruzione) per molti appassionati videoludici, che hanno potuto apprezzare la violenta frenesia di uno dei capostipiti del genere degli sparatutto.

Nel 2016, esce quello che di fatto è un remake vero e proprio del primo capitolo del 1993, mantenendo e aggiornando quell’iperattività artificiale, indotta dallo sterminio incondizionato di montagne di demoni. Tornano tutti quei mostri grotteschi e sanguinari, che prima erano solo un ammasso non proprio definito di pixel, ma che ora sono modelli tridimensionali decisamente più inquietanti e dettagliati. Il gioco è fichissimo e proprio quest’anno ne uscirà il seguito, DOOM Eternal, che promette un uguale divertimento.

Se siete però ansiosi di sterminare orde infernali già da ora, DOOM: Il Gioco da Tavolo sicuramente può interessarvi.

Recensione

“Un gioco da tavolo di DOOM? E come può funzionare?” direte voi. Beh, la risposta è semplice: esattamente come funziona il videogioco. Prendete dei marine, lanciateli con delle armi dentro stanze che generano orde di demoni e fateli correre e sparare per tutta la mappa. Questa è, in parole povere, la recensione della quale ha bisogno questo gioco. Se siete il tipo di giocatore che affronta gli acquisti come il Doomguy affronta le armate infernali, fermatevi qui e andate a comprare il gioco.

Se non avete ancora la motosega il portafoglio in mano e un inquietante ghigno soddisfatto, potete prendervi cinque minuti e leggervi qualcosa a riguardo, se non altro, per ingolosirvi ancora di più!

DOOM è un titolo incalzante, già solo per il fatto che sia un gioco asimmetrico. Un giocatore controlla i demoni e fa da “dungeon master” mentre gli altri, da uno a quattro, interpretano i marine. I marine e i demoni si spostano sulle caselle di una mappa componibile determinata, così come gli obiettivi, da scenari predefiniti. Qui le due fazioni si alterneranno i turni di gioco per spararsi addosso a vicenda tramite un mix particolare di gestione della mano di carte.

A tutto questo si aggiungono una serie di personalizzazioni, sia da parte dell’evocatore che da parte dei marine, che rendono il gioco più vario a cavallo delle varie partite.

Meccaniche

Il gioco è sostanzialmente diviso in due aspetti ben distinti per le due fazioni. Le parti in comune riguardano principalmente l’iniziativa dei personaggi e il combattimento.

L’iniziativa viene scelta in modo estremamente organico: all’inizio di ogni round si inseriscono nel mazzo dell’iniziativa le carte corrispondenti a ogni marine e si inserisce una carta invasore per ogni tipo di demone presente in gioco. Si mescola il mazzo e si inizia a pescare: se la carta è quella di uno dei quattro marine, sarà il giocatore che lo controlla a svolgere il suo turno, se invece è una carta invasore, il giocatore che controlla i mostri attiverà tutti quelli di un tipo a sua scelta.

Il turno cambierà a seconda della fazione interessata, ovviamente, ma la struttura è simile per entrambe: si giocano delle carte e si svolgono delle azioni con i personaggi.

L’invasore, inoltre, dovrà premurarsi di evocare demoni secondo degli schemi predefiniti ogni volta che i marine apriranno le porte di una nuova stanza (come in ogni DOOM che si rispetti). A seconda della grandezza del portale, immondi esseri sempre più forti potranno essere evocati.

Il turno di gioco

L’invasore infernale ha un mazzo di carte evento che viene costruito prima dell’inizio della partita, utilizzando dei set “tematici” che determineranno la strategia da usare. Da questo mazzo pesca 6 carte evento che può giocare in vari momenti del turno (indicati sulle carte). Gli effetti sono solitamente dei potenziamenti o dei malus che vengono inflitti ai marine. Ogni tipo di demone, poi, ha una sua carta, che mostra salute, forza d’attacco, movimento e altri valori. All’attivazione, il giocatore può muovere e poi attaccare con i propri mostri.

 

Nel caso dei giocatori marine, il turno funziona in modo diverso: ogni giocatore ha un mazzo azioni composto da vari set di carte, come nel caso dell’invasore, ma dipendenti da fattori più fissi. Un set di 4 carte (uguale per tutti) è dato a ogni marine, e ogni marine potrà dotarsi di due armi iniziali, che con loro porteranno altrettanti set composti da 3 carte ciascuno. Queste carte compongono il mazzo azioni iniziale, che potrà poi essere ingrandito durante la partita raccogliendo armi e oggetti.

La mano del marine è composta da 3 carte, che comprendono azioni principali, azioni bonus e reazioni. Per giocare, un marine deve giocare un’azione principale e concatenare a essa un numero qualsiasi di azioni bonus. Le reazioni non sono altro che contrattacchi da giocare in momenti specifici, anche in turni altrui. Le azioni possono conferire una certa quantità di punti movimento e di attacchi, che possono essere sommati e spesi o eseguiti in qualsiasi ordine. Da qui il funzionamento è lo stesso per i demoni: si lanciano i dadi per attaccare e ci si sposta sulla mappa.

Il combattimento

Per entrambe le fazioni, si determina la forza dell’attacco lanciando il numero e il tipo di dadi indicati sulle carte (rossi e neri, in ordine di potenza crescente). L’avversario, in questo caso i marine, estrae una carta dal suo mazzo delle azioni per difendersi. Su ognuna di esse vi è un numero predefinito di danni che vengono parati.

L’invasore, per difendere i propri mostri, estrae delle carte evento dal mazzo e controlla cosa succede. In alcuni casi, il mostro potrebbe schivare e quindi annullare tutti i danni ricevuti, in altri, attivare la difesa speciale, che cambia per ogni demone.

Il meccanismo per colpire una miniatura avversaria è preso in prestito dai wargame. Si dovranno verificare vari elementi, la gittata prima di ogni cosa. Ogni attacco ha un numero massimo di caselle di distanza a cui può essere effettuato, che è banalmente il numero di caselle attraversate dalla linea di tiro. La linea di tiro è considerata da un angolo della casella dell’attaccante a un angolo di quella del difensore, avendo cura di non venire intralciati da uno dei terreni bloccanti. Se poi almeno uno degli angoli dell’attaccante non “vede” l’angolo bersagliato del difensore, allora questi avrà un bonus di copertura alla difesa.

Regole aggiuntive

Già così, il gioco è parecchio frenetico, ma l’ambientazione è ancora poco “sentita”. In questo aiutano le meccaniche dell’energia Argent e dell’uccisione epica, entrambe capisaldi del DOOM del 2016.

L’energia Argent non è altro che una specie di valuta usata e distribuita dall’invasore per potenziare demoni e carte evento. Questo rende più variabile il gioco e permette al giocatore dei demoni di aumentare la pressione sui marine o di recuperare situazioni difficili. L’uccisione epica, invece, è il trionfo della tamarraggine dei marine. Quando un mostro scende al di sotto di un certo valore di salute, questo può essere ucciso istantaneamente semplicemente passandogli sopra. Questa uccisione epica, guarisce di due punti ferita i marine e conferisce loro una carta da utilizzare in seguito con dei bonus.

A corollario di queste due meccaniche, ci sono decine di “talenti” per i marine, lo stordimento, applicabile a entrambe le fazioni, e il telefrag, direttamente da Unreal Tournament (o se proprio vogliamo da DOOM VFR per visori VR), che consiste nell’utilizzare i teletrasporti per comparire “sotto” a un mostro e farlo esplodere in un tripudio di budella.

Fine della partita

Nella scatola base di DOOM ci sono due campagne con 6 missioni ciascuna, ognuna con un setup e degli obiettivi differenti. Per l’invasore, solitamente, si tratta di uccidere un certo numero di volte i marine, che a un certo punto, SI SPERA, smetteranno di respawnare e uccidere demoni! Per gli ostinati marine, invece, potrebbe essere necessario distruggere mostri ben precisi, raccogliere oggetti o compiere azioni. Nulla vieta, poi, di creare le vostre campagne personalizzate in attesa delle inevitabili missioni aggiuntive ufficiali.

Componenti

Non sono ancora entrato nel merito dei pezzi che compongono DOOM perché volevo lasciare la parte visivamente più appagante alla fine. Il primo merito che va a Fantasy Flight Games è sicuramente quello della consistenza estetica e stilistica con il prodotto originale. Disegni, simboli, armi, illustrazioni. Tutto sembra uscito da un’espansione del videogioco e, se vogliamo, potremmo davvero considerarlo tale! I due scenari della scatola base sono tranquillamente immaginabili come una storia parallela a quella del Doomslayer virtuale e quindi coerenti con la mitologia di DOOM. Secondo punto a favore, la quantità di segnalini e differenti contenuti. Praticamente impossibile restare a secco di carte, segnalini o dadi.

I testi e i materiali di gioco sono stati adattati alla perfezione dal lavoro a dir poco magistrale di Asmodee Italia, che ha portato da noi questo titolo. La traduzione ci ha permesso di godere a pieno di alcune chicche, come l’utilizzo di “fraggare” nel regolamento e di altre situazioni vicine ai videogiochi. Queste piccole perle sono una gradita aggiunta, ma la parte del leone la fanno ovviamente le miniature.

37 modellini divisi in 8 tipi di mostro e 4 marine diversi sono il fiore all’occhiello del gioco. Premio maestosità al gigantesco modello del Cyberdemone, che giustamente si prende pure la parte centrale dell’enorme scatola. Non che gli altri demoni siano da meno, anzi. Tutti quanti riprendono la loro posa più iconica e sono ben riconoscibili (immagino che come base siano stati usati i modelli 3D del gioco). Mi permetto pure di aggiungere che la qualità degli sculpt sia di un filo superiore alla media delle miniature Fantasy Flight e questo non può che fare piacere.

I quattro marine sono in plastica grigia, anziché beige e ognuno tiene in mano un’arma iconica dei videogiochi. Purtroppo per gli altri, il personaggio che tutti si litigheranno sarà ovviamente Charlie con la motosega, seguito a ruota da Delta, con il mitragliatore gatling.

 

Se volete esaminare con cura ogni singolo componente, potete farlo spulciando l’unboxing presente sulla nostra pagina Facebook.

Prezzo

DOOM: Il Gioco da Tavolo è disponibile al prezzo di 79,99€

In conclusione

La cosa che più mi ha colpito nelle mie partite di prova di DOOM è l’apparente (?) sbilanciamento delle due fazioni. Da subito diventa chiaro quanto i demoni siano inclini a esplodere di fronte ai marine e quanto sia facile per l’invasore, nel caso di uno sfortunato giro di carte iniziativa, perdere un turno.

Sì, i marine sono potentissimi. Sì sono loro i “protagonisti” del gioco, un po’ come in una partita di D&D. Sì, non hanno bisogno di usare tutta questa strategia per riempire di mazzate i nemici.

Ed è bellissimo così. E vi dico perché: un gioco ispirato a DOOM sarebbe un fallimento se per uccidere un mostro ci volessero 3 turni e lunghi ragionamenti sul da farsi. La strategia non è competenza dei marine, ma dell’invasore, che come consiglia il gioco stesso, dovrebbe essere interpretato dai giocatori più esperti, a causa della difficoltà maggiore e delle varie cose da tenere di conto. Se l’evocatore di demoni deve valutare i gruppi di mostri da evocare, come muoverli, quali eventi utilizzare e soprattutto quali eventi mettere nel proprio mazzo iniziale, i marine devono giusto decidere al volo quelle due o tre azioni che gli permetteranno di sparare più colpi possibile ed entrare in combo con gli altri giocatori.

Infatti, mi sono reso conto che man mano che prendevo confidenza con le abilità dell’invasore, più i marine dovevano non tanto pensare (non sia mai!), ma organizzarsi in modo più consistente per potermi tenere a bada. Le ho prese come un disgraziato, ma alla fine ero soddisfatto della mia partita. I marine si erano salvati per un soffio e mi è mancato davvero poco per vincere. Probabilmente con qualche altra partita sulle spalle non gli avrei lasciato scampo.

Il gioco è sbilanciato a favore dei marine? Sì, assolutamente. Se entrambe le fazioni cozzano insieme con le stesse tattiche, saranno sempre i demoni ad avere la peggio. L’invasore deve ragionare in modo diverso e questo è il punto di forza maggiore del gioco. Perché grazie a questo, una partita a DOOM non sarà mai troppo lenta, ma anzi, potrebbe lasciarvi la voglia di tentare anche la missione successiva e perché no, rigiocare la campagna a ruoli invertiti!

Aggiungete a questo un buon numero di contenuti alternativi (principalmente i set di carte) e avrete un’ottima rigiocabilità, per un prezzo assolutamente onesto per l’offerta contenuta nella scatola. Miniature di qualità ottima, tanto materiale, una grande mappa componibile e una modularità che già fa venire l’acquolina in bocca per un’eventuale espansione. Magari con la miniatura del Doomslayer in persona. Consideratela già mia.

Nerdando in breve

DOOM: Il Gioco da Tavolo è tutto ciò che si può volere da una trasposizione del videogioco, e anche di più. La frenesia e lo stile di combattimento sono riportate alla perfezione e i due livelli strategici faranno felici tutti i tipi di giocatori.

Nerdandometro [usr 4.7]

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