Recensione
Warren Ellis è un autore britannico cui sarò eternamente grato per aver donato al mondo una delle mie serie preferite di sempre, quel grosso capolavoro a fumetti che è Planetary (se non l’avete mai letto, pentitevi e fate ammenda quanto prima).
Per questa eterna gratitudine, ogni volta che viene pubblicato un nuovo lavoro di questo pazzo inglese, ho l’obbligo morale di leggerlo.
Un po’ perché glielo devo, ma soprattutto perché so che probabilmente mi piacerà: Warren scrive un sacco di fantascienza, ma di quella bella e che mi piace. Le sue storie sono intricate, hanno spunti interessantissimi e quasi mai mi deludono. Giusto per rinfrescarvi la memoria, due suoi lavori recenti sono Injection e Trees, che sono tutt’altro che robetta.
Perciò, quando i ragazzi di saldaPress ti propongo di leggerne l’ultima fatica che fai, rifiuti?
Ma anche no.
Quindi, eccoci arrivati a Shipwreck, miniserie in 6 numeri autoconclusiva (per ora) pubblicata nella collana Aftershock Comics e portata in Italia in un unico volume da saldaPress, che ringraziamo per il materiale.
Trama ed ambientazione
Come sempre da nostra tradizione, cercherò di evitare completamente spoiler, anche perché qui la trama si basa proprio sul dipanarsi di un mistero, quindi non vi farò un torto deliberatamente.
Il nostro protagonista è un naufrago e si chiama dottor Shipwright.
Noi alla parola naufrago associamo immediatamente due immagini: un marinaio ed un’isola deserta. O, mal che vada, un’asse di legno in mezzo ad un oceano procelloso.
Niente di tutto questo: il nostro naufrago, che non è un marinaio ma uno scienziato, si trova, apparentemente, in un qualunque posto nel bel mezzo di quella che sembra l’America rurale, interna, quella che magari attraversi durante un favoloso viaggio coast to coast.
Eh beh, allora naufrago di che?
Ma secondo voi Ellis avrebbe mai potuto raccontarci di un naufragio convenzionale?
Giammai.
Il primo capitolo di Shipwreck è straniante, perché ci sentiamo esattamente come il protagonista: spaesati. Questo posto ci sembra familiare, ma non lo è. Non è chiaro cosa stia accadendo.
Popolata da personaggi al limite tra il bizzarro e l’inquietante, la Terra che il nostro dottore vede scorrere sotto i suoi piedi, passo dopo passo, è un posto affascinante e devastato, curioso e rude.
E, passo dopo passo, vogliamo scrollarci la curiosità che come polvere ci si attacca addosso, incuriositi dai misteri che emergono dai ricordi del dottore.
Una Terra alternativa? Un tentativo fallito partito da un’idea che pareva essere geniale? Un pianeta andato a male?
Ellis è in grado di trasformare un concetto stra abusato e di certo non originale in un qualcosa che intriga, affascina e fa riflettere. Per pigrizia e soprattutto perché sono d’accordo, voglio rubare le parole di uno che sa scrivere molto meglio di me, Jeff Lemire.
Jeff è uno scrittore di fumetti molto bravo e nell’introduzione ci dice:
“Mi piacciono i misteri. Niente scatena l’immaginazione come un bel mistero. Be’, quasi niente… ma un mistero firmato da Warren Ellis scatena l’immaginazione come pochi altri. Trascina la fantasia in luoghi oscuri e bizzarri che neanche sai di voler visitare e che non vuoi più lasciare. E la storia di questo naufragio è proprio così… oscura, bizzarra e anche visionaria.”
Ben detto, Jeff.
Il racconto, capitolo dopo capitolo, si arricchisce di trovate interessanti e dipana il mistero pian piano, facendoci giungere alla conclusione come se fossimo alla fine di un lungo viaggio a piedi, con i calli ai piedi ma soddisfatti.
Mica detto, poi, che il viaggio finisca qui…
Disegni e colori
Phil Hester è il disegnatore che questa storia richiedeva. Non credo di aver mai incrociato il buon Phil nella mia carriera da lettore, ma il suo stile mi piace: spigoloso, moderno, adatto ad una vicenda così surreale, grezza e sabbiosa. Certo, parte del merito è anche delle chine e dei neri di Eric Gapstur e dei colori di Mark Englert, che il sapore della sabbia te lo fa sentire in bocca.
Mark i colori di questo racconto li fa molto bene, ma l’apice lo tocca nella tavola iniziale del quinto capitolo, in cui utilizza i colori caldi in modo così eccellente per descrivere un’esplosione, che l’altra sera stavo per sudare mentre leggevo.
E dato che mi piace assai, un esempio ve lo metto qui.
Conclusione
Shipwreck è un racconto curioso: misterioso, imprevedibile e interessante, pur sfruttando un concetto che non è di primo pelo. Warren Ellis non smette mai di stupire e, soprattutto in questo tipo di progetti, non si accontenta mai di svolgere il compitino.
Consigliato agli amanti del fantastico e della fantascienza, direi che di horror ce n’è proprio pochino, quindi se cercate quello, rimarrete delusi, o forse no, perché come fumetto è bello e quindi comunque merita il vostro tempo.
Shipwreck è disponibile in volume cartonato, al prezzo di 19.90 €, a partire dal 27 settembre 2018.
Nerdando in breve
Warren Ellis, un nome, una garanzia. Fantascienza surreale, decadente, misteriosa e bella da vedere. Serve altro?
Nerdandometro: [usr 3.9]
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