Recensione
Sviluppato da Pine Studio, pubblicato da Headup Games e distribuito da Sony, Seum: Speedrunners from hell è un’avventura platform in prima persona in cui, all’interno di percorsi impegnativi e densi di trappole, si dovrà arrivare al traguardo realizzando il miglior tempo possibile.
Trama
Nei panni del pittoresco protagonista, i giocatori avranno un’ardua missione: scendere negli inferi alla ricerca delle proprie birre, da poco rapite da una demoniaca presenza.
Pronto a tutto pur di ricongiungersi alle sue amate bevande alcoliche, il nostro personaggio si cimenta, quindi, in un complesso percorso ad ostacoli zeppo di lame rotanti, acuminati spuntoni e chi più ne ha più ne metta, munito soltanto del suo buon fiato e di una mano dai mistici poteri, prontamente troncata dall’insospettabile ladro.
Grafica
Uno dei punti più deludenti (c’è poco da girarci intorno) è, purtroppo, il primo che salta all’occhio (per forza di cose). Estremamente cubettosa e poco lavorata, la resa visiva del titolo ricorda quella dei giochi della old old old generation e, in alcuni punti, fa tornare alla mente qualche vecchio gioco per Playstation One. Le ambientazioni, all’inizio suggestive, diventano molto ripetitive e facilmente sovrapponibili e le poche variazioni cromatiche non riescono a fare miracoli.
Durante i più di cento livelli presenti nel gioco, la maggior parte delle variabili è costituita dalla tipologia degli ostacoli.
Gameplay
Veniamo ora ad uno degli aspetti fondamentali per quanto riguarda un titolo di questa categoria. Volutamente arcade e vecchia scuola, Seum da il suo meglio proprio nel campo dei comandi. Semplici e facili da padroneggiare, le azioni che si possono effettuare all’interno dell’esperienza danno anche una minima possibilità di personalizzazione, quale la possibilità di scegliere con che mano lanciare gli incantesimi.
Se, come detto prima, è fondamentale terminare i livelli nel minor tempo possibile, risulta immediatamente chiara la scelta di semplificare i controlli del pad.
A tutto questo si aggiunge la svariata serie di poteri e tecniche cui si accennava qualche riga più in su. Indispensabile, infatti, per superare determinati ostacoli, diventa il perfetto uso del lancio di sfere infuocate per sbloccare i meccanismi di attivazione di determinate piattaforme o, ancora, l’uso della capacità antigravitazionale per non finire in poltiglia al di sotto di un precipizio.
Difficoltà
Se, all’inizio, i livelli si dimostrano piuttosto semplici, con il passare dei primi quadri si assiste ad un’inaspettata impennata nel livello di difficoltà.
In un contesto in cui è facile che ogni minima piccola manovra sbagliata possa portare alla tua prematura dipartita, il livello di frustrazione può facilmente salire alle stelle.
Proprio questo è un altro degli aspetti che potrebbe maggiormente penalizzare l’esperienza del giocatore. Una fisica volutamente poco credibile si dimostra troppo punitiva nei confronti di manovre in alcuni casi troppo difficili da effettuare ed il senso di fastidio continua in caso di fasi di stallo create da livelli particolarmente ostici e dal conseguente ed immediato ritorno al punto di partenza del determinato livello.
Concludendo
Seum è un titolo arcade duro e puro e, come tale, difficilmente può incontrare il favore del largo pubblico. I punti negativi gli impediscono di risultare giocabile sul lungo periodo, nonostante il gran numero di sfide offerte e la possibilità di rigiocare i diversi percorsi cercando di migliore i propri tempi. Oltre all’eccessiva difficoltà, alla grafica decisamente rivedibile, alla fisica e alle musiche, troppo ripetitive, pesa anche la mancata localizzazione in italiano del titolo, soprattutto per quanto riguarda i diversi menu.
Nerdando in breve
Un gioco difficile e arduo da completare, adatto agli irriducibili del genere o agli amanti delle vere sfide.
Nerdandometro: [usr 2.0]
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