Cosa succederebbe se avessimo veramente un angelo custode che ci protegge e desidera la nostra felicità? Mirai, il giovane protagonista di Platinum End, sta per scoprirlo. Con la loro terza collaborazione, Tsugumi Ohba e Takeshi Obata tornano ad indagare i misteri dell’animo umano.
Come Death Note e Bakuman, Platinum End è edito in Italia da Planet Manga, del gruppo Panini Comics, che ci ha gentilmente concesso il primo numero da recensire.
Trama
Il giorno del diploma della scuola media, Mirai Kakehashi decide che non vuole più vivere. Isolato, orfano e maltrattato dai parenti che lo hanno adottato, il ragazzo ha rinunciato ad essere felice e vuole solo smettere di soffrire. Quando si lascia cadere da un grattacielo, però, accade l’inaspettabile: Mirai viene salvato da un angelo. E non un angelo qualsiasi! L’angelo… o forse è meglio dire angela, visto che è una ragazza, gli rivela di essere il suo angelo custode e di averlo salvato perché desidera che lui sia felice. Per aiutarlo nella ricerca della felicità, gli dona alcuni poteri soprannaturali. Insomma, cosa potrebbe andare storto? A quanto pare, Mirai non è il solo ad avere questi doni, e non tutti sembrano avere buone intenzioni…
Recensione
Il duo delle meraviglie è tornato! Già questo non poteva che rendermi felice (e senza bisogno di angeli custodi!). Aggiungiamo anche che la trama ha un ottimo potenziale di sviluppo e che, in buono stile Ohba, non tutto è bianco o nero. Quindi, decisamente felice.
Devo essere sincera, in prima battuta l’ambientazione non mi ha colpito granché. Non sono una grande amante del filone angelico, che spesso trovo un po’ scontato, per cui ho affrontato la lettura con un certo scetticismo. Ecco, mi sono ricreduta. Tsugumi Ohba non si ferma alla superficie, non si accontenta di raccontare una storia, ma sfrutta quella stessa storia per approfondire delle tematiche importanti.
Una su tutte: è impossibile fare una distinzione netta tra “buono” o “cattivo”. Sia gli umani che gli angeli hanno tratti ambigui. Certo, i parenti di Mirai sono malvagi, senza alcun dubbio, ma non si può dire ad esempio che Nasse, l’angelo custode del ragazzo, sia completamente buona. Il suo fine è quello di assicurare la felicità del suo protetto, ma non sembra preoccuparsi molto del modo in cui la ottiene. Gli stessi poteri che ha donato a Mirai non sono molto etici in sé per sé.
In questo, Platinum End si colloca nel solco di Death Note: cosa farebbero gli esseri umani, se avessero dei poteri a disposizione? In Death Note, lo scenario risultante non è dei migliori. Vedremo cosa succederà in Platinum End, la cui pubblicazione in Giappone è arrivata al settimo tankobon.
Le somiglianze con Death Note non finiscono qui: anche i due protagonisti hanno dei punti in comune. Adolescenti e stufi della vita come la conoscono, entrambi ricevono la possibilità di cambiare le cose. A differenza di Light, però, Mirai sembra avere dei princìpi morali più saldi e non esibisce lo spietato pragmatismo de “il fine giustifica i mezzi” caratteristico del nostro Kira. Almeno per ora. Ovviamente, questo è solo l’inizio!
Gli sviluppi della trama presenti nella seconda parte del volume, che non ho voluto accennare per evitare spoiler, introducono altri personaggi e una meccanica di competizione che sembra molto promettente. Personalmente, attenderò il secondo volume con curiosità!
Disegni
Chi avesse letto qualche opera disegnata da Takeshi Obata, sa già cosa aspettarsi. Il tratto è pulito, delicato e con una maniacale cura del dettaglio. Rispetto a Bakuman, la seconda opera in collaborazione con Ohba, i disegni sono meno deformed e più realistici, adattandosi ad una trama meno umoristica. Il ritorno ad un maggiore realismo non pregiudica però l’espressività che Obata riesce a comunicare con i suoi disegni. In Platinum End ci sono scene forti, che risultano ancora più impressionanti per come sono rese graficamente: contrasti e linee cinetiche, assieme a un’abilità notevole nel rendere le espressioni facciali dei personaggi, regalano delle pagine che colpiscono come un pugno nello stomaco.
In conclusione
Il primo volume di Platinum End ci introduce a una trama che ha parecchie potenzialità. Ovviamente è ancora tutto in divenire, ma, personalmente, posso dirmi incuriosita e interessata. D’altra parte, con l’abilità narrativa di Tsugumi Ohba e i disegni di Takeshi Obata, non potevo aspettarmi niente di diverso. Già da questo primo numero, mi sento di consigliare Platinum End sicuramente a chi ha già apprezzato Death Note, ma in generale anche a chi cerca manga di qualità, con una trama presente e dei temi anche controversi.
Nerdando in breve
Gli autori di Death Note e Bakuman tornano con Platinum End, un manga che parla di angeli custodi, felicità e scelte. Il primo volume pone le basi per una storia interessante e dai temi complessi, che sicuramente avrà un suo sviluppo nei numeri successivi.
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