Gli animali parlanti non sono proprio una novità, soprattutto in chiave disneyana, ma che succede se tutti gli animali del mondo reale iniziano a provare emozioni e a parlare come gli esseri umani? Succede quello che Animosity prova a raccontare.
Animosity è una delle tante serie Afterschock portate in Italia da SaldaPress, una realtà che ci ha già regalato parecchi fumetti di buona qualità. La serie è tuttora in corso e posso già dire di essere molto curioso di leggere altre storie in questo mondo apocalittico creato da Marguerite Bennett e Rafael De La Torre.
Recensione
Lo spunto è semplice: un giorno tutti gli animali acquistano coscienza di sé e sono in grado di parlare con gli umani. Questo fatto, noto come Il Risveglio o Il Funerale, a seconda di chi parla, porterà il mondo sull’orlo della distruzione, perché tra umani e animali scoppierà una guerra sanguinosa e una feroce lotta per la risorse.
In questa situazione disperata la piccola Jesse e il suo cane Sandor (citazione da Games of Thrones che non ho colto ma che è spiegata nel fumetto) (la citazione si riferisce al Mastino n.d.r. Clack) intraprendono un viaggio da New York a San Francisco dove si trova il fratellastro di Jesse.
La storia è raccontata attraverso numerosi flashback, tra il passato prima del Risveglio e la situazione post-apocalittica successiva, saltando un paio di momenti che probabilmente verranno mostrati più in là e che non vi svelo perché sarebbero spoiler che non voglio farvi. Sembra una struttura difficile da seguire ma non è così, anzi un plauso va fatto a Bennett per riuscire a rendere tutto lineare e semplice nonostante i diversi piani temporali.
Di che parlano gli animali?
Se la storia è tutto sommato già vista (quanti mondi post-apocalittici con viaggi da una parte all’altra del mondo abbiamo visto/letto?), ho trovato lo spunto interessante e divertente da rendere tutto fresco e intrigante. Sopratutto perché Bennett arricchisce la trovata portante della serie con piccoli tocchi grotteschi e umoristici che danno grossa profondità al mondo creato. Due esempi per tutti, i panda suicidi e i pettirossi in crisi matrimoniale.
In qualche momento mi sono ritrovato a volere più pezzi ambientati tra gli animali senzienti che non altre scene della storia principale tra Jesse e Sandor. Questo non vuole essere assolutamente una bocciatura della storia principale, anzi. Le vicissitudini famigliari pre e post Risveglio sono scritte benissimo e con tanta dolcezza. Sandor è un personaggio sfaccettato e che promette di avere un’evoluzione (ah-ah) notevole. Quanto a Jesse, beh è una bambina e viene evitato il rischio di avere una bambina rompicoglioni come protagonista, sempre molto alto in prodotti con bambini protagonisti. Per fare un paragone fumettistico, leggere Animosity mi ha fatto ripensare a quando leggevo Y – L’Ultimo Uomo, che credo sia un grandissimo complimento.
Inoltre, Animosity ha un altro grande pregio: è un fumetto intelligente. Non è una cosa scontata, soprattutto se parliamo di fumetti di genere. Qui lo spunto fantascientifico viene usato anche per ragionare su temi assolutamente non banali come l’io e la coscienza di sé. E lo fa in maniera leggera, senza spiegoni o paroloni, ma perfettamente in contesto con la storia. Il discorso non si è esaurito in questo volume, mi aspetto quindi nei prossimi numeri altri ragionamenti del genere sopratutto se poi si verrà a scoprire cosa ha causato il Risveglio. In tutto questo, Bennett evita (finora) di parlare in maniera moralizzante di diritti degli animali e/o dieta vegetariana o vegana. Non che non trovi questi argomenti importanti, ma mi avrebbero fatto storcere il naso in questa storia e francamente non sono argomenti di cui mi interessa tanto leggere fumetti.
Parlando dei disegni, non conoscevo Rafael De la Torre. Anzi all’inizio pensavo che fosse Roberto De la Torre (che ha disegnato parecchie serie Marvel) anche per lo stile vagamente simile. Non è il disegnatore che pensavo, ma non c’è da preoccuparsi, i disegni sono comunque di ottimi livello, nel solco di un altro disegnatore latino, Salvador Larroca, che è spagnolo ma non fa niente (per la cronaca, Rafael De la Torre è brasiliano). Non solo gli umani, ma anche gli animali sono sempre ben disegnati, realistici sia in assoluto che per il loro uso all’interno della storia: e non deve essere stato per niente facile disegnare decine di specie animali diverse e farle interagire in maniera fluida.
Nerdando in breve
Animosity è un mondo nuovo da esplorare e da conoscere, in compagnia dei nostri amici animali che però questa volta non sono proprio mansueti.
Nerdandometro: [usr 3.6]
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