Capita a tanti, tantissimi, dopo anni passati a giocare decine o centinaia di giochi da tavolo, di pensare: “Voglio fare un gioco tutto mio!”
Questo è anche il modo in cui hanno iniziato la propria carriera moltissimi designer di boardgames. Dietro a ogni gioco ci sono sforzi e ambizioni, idee e tecnica, infiniti playtest e revisioni.
Ma perché ognuno di noi dovrebbe cimentarsi in un’impresa del genere? Insieme a Federico Latini, de “Il Dado Incantato“, il podcast di esperienze ludiche con cui abbiamo già collaborato, ci siamo dati cinque buoni motivi per cui dovremmo creare un gioco da tavolo. Federico ha collaborato con la Horrible Games di Pozioni Esplosive e In Alto i Calici in qualità di scout, per cui il suo è un punto di vista estremamente vicino a questo processo.
Ecco quindi perché dovremmo intraprendere questo percorso:
Dare sfogo alla propria creatività
È il motivo principe che fa da motore a un’impresa del genere. Spesso nasce tutto da lì: vorremmo vedere un gioco con una certa meccanica, un’ambientazione particolare o stravolgere un sistema già consolidato. Addirittura, potremmo trovarci a voler creare un boardgame con il semplice scopo di veicolare una storia o un mondo da noi creati e di volerlo portare alla luce in forma interattiva.
Conoscenza e consapevolezza
La creazione di un gioco da tavolo ha ovviamente anche degli aspetti più concreti, rappresentati da progettazione, produzione e vendita, con tutte le problematiche che ne derivano.
Pensiamo solo alle scelte da fare come componentistica: sarebbe bello, certo, riempire la scatola di miniature dettagliatissime, tabelloni immensi con illustrazioni di blasonati autori e segnalini realistici in resina già dipinti. 200 euro per una scatola che poteva essere tranquillamente prezzata intorno ai 50 vi porta vicino all’indebitamento eterno, più che alla gloria e quindi la strategia di produzione e di mercato da mettere in atto deve essere ben studiata.
Questo percorso vi fa crescere professionalmente e personalmente, si imparano tante cose nuove, si conoscono tante persone e soprattutto, da appassionati, potrete conoscere l’altro lato dell’editoria.
Socialità e rapporti
Il gioco da tavolo si basa sul rapporto analogico e concreto con altre persone, sedute allo stesso tavolo. La differenza che sta fra il giocare un titolo che abbiamo preso dallo scaffale del negozio e uno che stiamo creando è nel playtest. Provare sul campo le meccaniche è fondamentale e necessario, ma questo richiede una maggiore interazione con i poveri disgraz… ehm, volenterosi aiutanti che giocheranno per primi con la vostra opera.
Che sia in fiera, a casa propria o nella ludoteca di fiducia, la fase di test del gioco vi farà sviluppare degli incredibili superpoteri sociali, senza i quali non riuscireste a tenere le redini dei vostri primi “clienti”. È importante far sì che vivano il gioco per come è pensato e che vengano tenuti sul pezzo in modo che mettano alla prova le meccaniche, senza però risultare pressanti, rischiando di annoiarli o innervosirli e perdere così il loro interesse per il gioco. Insomma, se non avete un buon rapporto con il pubblico preparatevi ad averlo, o non andrete da nessuna parte.
Matematica e statistica
Scendendo nella parte più tecnica, è inevitabile lavorare molto sul bilanciamento di un gioco, che sia un german o un semplice filler da 10 minuti, non vi devono essere problemi di meccaniche. Strategie che danno la vittoria assicurata, azioni eccessivamente forti o deboli, lungaggini e complicazioni sono tutte quelle cose che si inseriscono infidamente nel gioco e che per essere sradicate richiedono un’analisi scientifica a base di algoritmi, probabilità e statistiche, specie se nel calderone ci sono dei dadi o dei mazzi da cui pescare.
Se non siete esperti, preparatevi a farvi le ossa su queste materie e a tornare quasi sui banchi di scuola. Dovrete imparare le tecniche necessarie a modificare la casualità del vostro gioco in modo controllato e se già avete dimestichezza con gaussiane e variabili casuali non mancherete di potenziare le vostre capacità.
Umiltà e perseveranza
Mai porsi su un piedistallo. Creare un gioco da tavolo che è come un figlio può renderci eccessivamente orgogliosi. Una grande virtù è ammettere gli sbagli, anche gravi e porvi rimedio finché è possibile. L’arrivo sul tavolo del vostro pargolo metterà in risalto tutte quelle crepe che nemmeno avevate visto in fase di progettazione.
L’unico modo per riparare queste falle è non perdersi d’animo e accettare gli errori, lavorando sodo per chiuderle. State certi che ne arriveranno altre e altre ancora, ma questo è un processo che forma il carattere e tiene in forma l’umiltà, dote che si rende sempre utile, anche al di fuori del mondo dei giochi da tavolo.
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