Recensione
Neil Gaiman è uno dei più importanti artisti del nostro tempo, su questo non ci sono dubbi.
Noto per il grande apporto dato al mondo del fumetto, l’artista è celebre per le sue diverse ed importanti partecipazioni. Impossibile non considerare Sandman come un capolavoro assoluto, così come risulta facile ricordare i lavori per la DC Comics negli anni ’80 o, ancora, la sua visione alternativa dell’universo Marvel con la particolare ambientazione del 1602.
La vena creativa dell’autore di Portchester, però, non si è affatto riversata unicamente nelle opere fumettistiche, bensì anche nella stesura di opere esclusivamente letterarie.
Successo dei romanzi
Molti dei lavori dello scrittore sono diventati arcinoti al grande pubblico.
Anche grazie alla grande attenzione che il mondo della cinematografia ha sempre riservato a delle storie così appassionanti, gli scritti di Gaiman sono stati oggetto anche di trasposizioni dal discreto successo.
Cominciando da Coraline, anche Stardust, American Gods e Buona apocalisse a tutti! (presto sotto forma di serie TV) molti dei romanzi hanno mutato la propria natura in opere visive dall’indiscutibile fascino.
Il fumetto
Così come altri, anche The Graveyard Book è stato oggetto, da parte dell’autore, di rielaborazione. Non si sta però parlando di una revisione in chiave filmica, bensì della trasformazione di uno scritto esclusivamente letterario in un lavoro che potesse utilizzare anche, ma appunto non esclusivamente, l’importante ausilio della rappresentazione grafica.
Attraverso la collaborazione con alcuni dei più importanti artisti, Gaiman ha così portato alla luce una nuova stesura del suo romanzo, dando l’opportunità al lettore di vedere quel particolare mondo già descritto sotto una diversa luce: con gli stessi occhi di chi lo ha creato.
Trama
La vicenda inizia in medias res, con il lettore che si trova immediatamente coinvolto in una storia cruda, affascinante e sovrannaturale. In seguito all’omicidio della propria famiglia, l’unico superstite, un bambino, si ritrova braccato da un implacabile carnefice, pronto a terminare il lavoro alla prima occasione. Giunto presso un cimitero, il piccolo, che verrà poi soprannominato Nobody, riceverà asilo proprio dagli spiriti abitanti lo spettrale luogo. Assieme ai defunti, il misterioso Silas si prende cura del ragazzo, il quale apprende molte cose dai suoi insoliti educatori e cresce sempre più, fino a che…
Disegni
Le matite della storia sono affidate, come detto precedentemente, ad alcuni disegnatori di indiscutibile spicco. Kevin Nowlan, P. Craig Russell, Tony Harris, Scott Hampton, Galen Showman, Jill Thompson, Stephen B. Scott e David Lafuente (qualcuno ha detto Ultimate Spiderman?) sono tutti incredibili artisti e, con il loro personale e riconoscibilissimo stile, danno vita alle diverse parti che compongono la narrazione. Nonostante la presenza di tratti molto diversi, non si ha mai una sensazione di disarmonia. Ogni diversa fase della maturità di Nobody è resa attraverso l’originale visione di uno dei disegnatori, a cui, peraltro, si accompagna una differente e particolare colorazione delle tavole.
Coinvolgimento
L’incredibile immediatezza del racconto, così come l’abilità del narratore, permette al lettore di immedesimarsi fin da subito nelle avventure del giovane protagonista.
Attraverso la mente di un bambino, chi legge si ritrova a pensare alle cose con semplicità e con un punto di vista sopito. Guardare le cose con occhi di bambino fa sorridere e, allo stesso tempo, riflettere su molte delle storture del nostro tempo. La particolare dicotomia tra mondo dei vivi, inteso come fonte di pericolo e di corruzione, e mondo dei morti, mostrato come fonte (ovviamente) di quiete e di pace e sicurezza mostra una visione particolare della natura umana. Se tra i vivi si è pronti a prevaricare l’altro, i morti sono tutti sullo stesso piano.
Conclusione
Si potrebbe dire che la lettura trascorre veloce e leggera come un sogno. La sensazione di un qualcosa di etereo ed indefinito, che ho potuto apprezzare anche in altre opere di Gaiman, è presente e fondamentale. La storia evolve, così come la mentalità del bambino con cui ci è chiesto di immedesimarci; parimenti, la complessità dell’intreccio abbraccia tematiche sempre più mature. Probabilmente proprio l’aspetto relativo all’evoluzione è uno degli elementi più belli e riusciti dell’opera, con una visione sempre più legata al reale e al concreto, in opposizione al fantastico e al mistico, che, al termine della lettura, lascia nello spettatore l’inevitabile sentore di aver assistito ad una storia il cui epilogo è l’inevitabile compimento di tutto il resto.
Nerdando in breve
Una Graphic Novel da scoprire e leggere tutta d’un fiato.
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