Se vi chiedete per quale motivo i roguelike vengano quasi sempre assegnati a me la risposta è banale: sono stato individuato dalla redazione come l’uomo giusto per questo tipo di lavoro dato il mio carattere malleabile, elastico e calmo. “Sto molto calmo”.
Recensione
L’idea alla base di Tumbleseed è molto semplice: occorre portare un seme – che dà il titolo al gioco – in cima ad una montagna con l’ausilio di una barra orizzontale a cui daremo un’angolazione verso destra e sinistra muovendo in alto e basso i due stick analogici; in questo modo faremo rotolare il semino sullo schermo, dandogli velocità o fermandolo.
Sì, è facilissimo da dire, quasi impossibile da fare.
Durante il suo percorso, Tumbleseed dovrà evitare dei fori nel terreno che lo feriranno portandolo all’inizio del livello e dei terribili animali che faranno di tutto per ostacolarlo e farlo fuori; l’unica sua forma di difesa sono dei piccoli rombi sparsi lungo il sentiero con i quali potrà interagire a seconda della forma che sta assumendo e spendendo dei cristalli raccolti durante la rilassante passeggiata.
Come detto poc’anzi, il nostro protagonista può modificare la sua forma; le quattro opzioni inizialmente disponibili sono:
- Flagseed che, spendendo un cristallo, può piantare un nuovo checkpoint;
- Thornvine che al costo di un cristallo acquisisce una lancia che inizierà a ruotare in difesa di Tumbleseed;
- Crystal che, dopo aver toccato tre rombi, donerà due cristalli;
- Heartseed che, colpendo quattro rombi ed al costo di un cristallo per ogni colpo, ci darà un cuore in più, che sono – parlando in maniera spiccia – i punti ferita del protagonista (all’inizio si partirà con tre di questi e ne perderemo uno ogni volta che cadremo in un buco o un nemico ci toccherà).
Il percorso, irto di pericoli, è diviso in quattro aree che vengono generate proceduralmente e che sono dunque, per ogni partita, diverse; oltre ai rombi già citati, ogni tanto apparirà un ingresso per una regione sotterranea dove poter acquisire nuovi poteri.
Le uniche aree sicure sono le città poste all’inizio di ogni nuova location nelle quali potremo imparare a trasformarci in nuove forme (sono oltre 30) o guadagnare cristalli affrontando dei mini giochi.
Comparto tecnico
Tumbleseed, di primo acchito, mi ha ricordato LocoRoco con i suoi aggraziati colori pastello e le forme geometriche così pulite e precise che nascondono un mondo creato a puntino per essere impervio e pericoloso; anche il comparto sonoro, con la musica rilassante ed i classici rumori da gita in montagna della domenica, contribuiscono a creare un clima calmo che però non rispecchia l’umore che avrete durante le run.
Il titolo riesce benissimo a generare una percezione di continua angoscia, complici anche i nemici: non posso non citare gli inesorabili vermi che, una volta apparsi a schermo, inizieranno ad inseguirci lentamente (e che mi fanno venire la pelle d’oca ogni volta che li incontro).
Avendo testato la versione per Nintendo Switch, devo dare una grande nota di merito per l’utilizzo del Rumble HD che fornisce costantemente un feedback tattile tramite il pad, riproducendo mediante determinate vibrazioni la sensazione di avere il seme che rotola sullo schermo tra le proprie mani: non avevo mai provato nulla di simile ed è davvero un’emozione particolare.
In conclusione
Avevo trovato il primo Dark Souls molto difficile ma poi sono arrivati pian piano nuovi prodotti che mi hanno fatto conoscere altri universi di frustrazione.
Tumbleseed è così, dannatamente complicato e frustrante, ma si lascia giocare di continuo ed ogni volta si arriva all’ultima run che non è mai davvero la conclusiva: rapisce e conquista con esperienze rapide di 5-10 minuti che finiscono quasi sempre male.
In quaranta (QUARANTA) tentativi non sono mai riuscito ad arrivare in cima e mi sono fermato appena ad un terzo del percorso, eppure giornalmente mi ritrovo a tentare la disperata impresa, anche per merito della modalità Daily Challenge che propone una sfida giornaliera da provare una sola volta per cercare di apporre il proprio nome nelle parti alte della classifica mondiale.
Se vi piacciono le sfide, non lasciatevi sfuggire questo gioiellino disponibile per PC, Playstation 4 e Nintendo Switch.
Curiosità: il videogame è ispirato a Ice Cold Beer, un arcade di molti anni fa della Taito di cui ho trovato una video review su Youtube a questo link.
Nerdando in breve
Tumbleseed vi sfiderà, con i suoi modi aggraziati, e voi non potrete farne a meno di accettare e provare (e riprovare e riprovare).
Nerdandometro: [usr 3.8]
Trailer
Contenuti