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Rust – La dura arte della sopravvivenza

Rust

Il concetto di videogioco survival, nel modo in cui lo intendiamo oggi, ha alla base delle meccaniche di crafting, ovvero l’impiego di materie prime raccolte nel mondo di gioco per costruire meccanismi e oggetti utili, e delle meccaniche riguardanti le minacce e le difficoltà di un mondo realistico: fame, freddo, salute fisica, clima e via dicendo. Solitamente un titolo survival prevede anche una grande mappa, in genere creata proceduralmente, da esplorare in lungo e in largo. Questo archetipo è stato portato per la prima volta alle attenzioni del grande pubblico principalmente grazie a Minecraft, il famosissimo gioco a cubettoni. Nonostante il continuo supporto nel corso di ben otto anni di vita lo abbiano reso uno dei giochi di questo genere più completo e profondo, è innegabile che gli manchi qualcosa. Qualcosa che non avevo mai incontrato in nessuno dei tanti titoli da me giocati. Qualcosa di elettrizzante, che rendesse memorabile il gioco più per il concetto della sopravvivenza, che per la vastità di possibilità di gioco. Qualcosa che ho trovato in Rust.

Recensione

Facepunch Studios, (di cui fa parte Garry Newman, già autore del leggendario Garry’s Mod) vi catapulta in un mondo post-apocalittico, che sembra essere stato devastato da ordigni nucleari, e lo fa sbattendovi sulla spiaggia di un’isola imprecisata, completamente nudi, armati solo di una pietra e di una torcia. Da qui, dovrete farvi strada nei boschi, nei deserti e sulle montagne costellate di rovine della vecchia civiltà, scheletri arrugginiti di edifici e impianti industriali. Rust, appunto.

Quali sono, quindi, le particolarità di questo gioco così fortemente improntato alla sopravvivenza? In primis, ogni server di Rust è un mondo persistente a parte, che continua a pulsare anche dopo essersi disconnessi. Questo fa sì che la permanenza non sia per niente facile! Nel momento in cui effettuate il log-out, ovunque vi troviate, il vostro personaggio si addormenterà e resterà alla mercé di bestie feroci e altri giocatori, che non esiteranno a rapinarvi, uccidervi e macellarvi per ottenere la vostra preziosa carne, il grasso e le ossa, utili per costruire strumenti. Che bello il cannibalismo! Se non volete fare questa macabra fine, sarà necessario costruire un rifugio abbastanza resistente da tenere fuori i malintenzionati durante tutto il periodo in cui non state giocando. La cosa non sarà semplice, perché le bande più organizzate di sopravvissuti arriveranno armate pesantemente, con esplosivi al plastico e fucili da assalto, e starà a voi erigere difese efficaci, con cinte murarie, torrette e trappole di ogni tipo. E qui siamo solo alla questione dell’uscire dal server.

Durante il gioco vero e proprio dovremo darci da fare per trovare tutta una serie di risorse importanti alla sopravvivenza, cibo, acqua e forniture mediche come prima cosa, metalli, legname, minerali e altri materiali per progredire nel nostro personalissimo livello tecnologico. Man mano che raffiniamo le materie prime diventeranno infatti disponibili i progetti per costruire nuovi strumenti e oggetti, sempre più elaborati e costosi, in termini di risorse. Se i primi manufatti che andremo a creare saranno picconi e accette di pietra, dopo qualche ora ci troveremo a creare probabilmente le prime armi da fuoco o i primi meccanismi che ci aiuteranno a restare in vita più a lungo. Diventano disponibili scavatori automatici, pompe di petrolio, fornaci migliorate, così come delle serrature a combinazione o ancora vestiti, armature, munizioni e altre amenità.

Anche la costruzione della vostra base richiede una progettazione più ragionata di quanto pensiate. L’area in cui andrete a costruire può essere protetta con delle apposite “zone di costruzione” che vengono generate intorno ad un armadio, che permette a chiunque vi accede, di erigere pezzi di edificio entro una certa distanza. Questo armadio va protetto ad ogni costo, ovviamente, così come tutti i bauli che contengono le nostre preziose risorse. Per fare ciò, una semplice casetta non basterà perché verrà subito buttata giù, e vi sentirete un po’ come i tre porcellini contro il lupo, solo che il lupo qui è armato di C4 e sfonda pure i muri in metallo rinforzato. Quindi dovrete stare attenti a creare possibilmente delle stanze segrete, e tenere sempre d’occhio la stabilità dell’edificio: costruzioni con basi poco solide avranno valori di stabilità via via sempre più bassi con il crescere dell’altezza dei vari piani, e distruggere le fondamenta farebbe crollare anche i piani più alti degli edifici, costringendovi quindi a pensare bene dove nascondere i vostri averi.

Ansia? Questo non è ancora niente, infatti la parte più riuscita di Rust è proprio la sensazione di completa vulnerabilità, mitigata solo dalle mura della vostra base, che più sarà grande, più attirerà le mire dei vostri avversari, cioè chiunque sulla vostra stessa isola. Perché tutta questa paura per gli altri giocatori? Perché sono letali, così come lo siete voi. Questo porta, soprattutto dopo i primi incontri del gioco, ad avere come prima reazione la paura, insieme ad una grande sfiducia. Anche nel caso troviate un giocatore apparentemente amichevole non vi sentirete affatto al sicuro ad abbassare le armi. Questo perché bastano un paio di colpi di fucile a media distanza ad uccidervi, e anche uno solo vi ferirà gravemente, rallentandovi e rendendovi una preda ancora più facile. A volte potreste non accorgervi di essere puntati e non fare in tempo nemmeno a sentire il colpo che vi arriva alla schiena, lasciandovi agonizzanti, nella speranza che un compagno vi curi, o nella speranza che colui che ha sparato arrivi a finirvi. Come se non bastasse, dovremo tenere d’occhio, oltre che i soliti bisogni fisici, anche il livello di radiazioni e ciò che mangiamo: la carne bruciata rischia di farci stare male, e bere dalla pozza d’acqua sbagliata può essere… sgradevole.

È questa completa vulnerabilità, che costituisce la meccanica più elettrizzante di Rust. Una meccanica che si estende anche al di fuori del gioco. Sfido chiunque a non provare un po’ di angoscia a lasciare la propria base incustodita per 24 ore, lontani dal PC.

Per evitare ciò, si rende necessaria più che mai un’alleanza con gli altri giocatori, altro punto fondamentale del gioco. La strategia di gruppo è ciò che permette di resistere agli attacchi e di entrare con successo nelle basi altrui. Diventa quindi importante tutto un sistema di riconoscimento (da lontano non si distinguono i giocatori) basato ad esempio su una divisa, e si possono venire a creare vere e proprie gerarchie. Altra funzione fantastica, legata alla socializzazione è la comunicazione vocale: parlando nel microfono, il nostro personaggio muoverà la bocca parlando, e la voce farà parte dei suoni del gioco, che potrà essere sentita dai nostri nemici quando saranno vicini e quindi condurre molto probabilmente alla nostra morte. Se all’incontro di un altro umano virtuale potete sperare che lui, come voi, si senta inadeguato allo scontro, quando vi trovate di fronte un animale feroce avete solo due possibilità: fuggire o combattere, e spesso la prima nemmeno è fattibile, dato che gli orsi corrono più veloce di voi. Se vedete uno di questi simpatici orsacchiotti durante le prime ore di gioco, sperate solo che lui non vi veda o che abbiate un nascondiglio vicino.

Questo clima di costante pericolo continuerà a farvi rizzare i capelli dietro la nuca, ogni volta che uscirete a cercare materiali e oggetti, nei boschi o nei grandi complessi abbandonati, centrali elettriche, fabbriche o aeroporti, ricchi di armi e strumenti, altrimenti difficili da produrre “in proprio”.

Per aggiungere altro pepe, ogni tanto arriverà sulla mappa un misterioso elicottero, intenzionato a far fuori chiunque si muova. Questo elicottero può essere abbattuto, ma se non si è abbastanza, tutto quello che otterremo sarà un missile ben piazzato sulla fronte.  L’elicottero, una volta che vi avrà identificato, non vi mollerà tanto facilmente, tanto per cambiare.

Perché qualcuno dovrebbe giocare a Rust, quindi? Sembra essere un’esperienza infernale detta così! In parte è vero. Il gioco è difficile, ed entrare nei server più competitivi da soli è un suicidio e una garanzia di frustrazione. Andando con calma, magari con qualche amico, o alleandosi con giocatori abituali, su server più amichevoli, il divertimento si fa sentire e oltre a fare razzie in giro per il mondo, vedrete la vostra base crescere. Base che potrebbe diventare una città, che andrà ad ospitare i componenti di un clan che fonderete e che andrà a fare la parte del leone, la parte di quelli stessi tizi che vi hanno strigliato per bene a poche ore dal vostro arrivo sulle spiagge di Rust. A quel punto diventerete predatori, e la cosa si farà di nuovo elettrizzante, ma per motivi diversi. Partiranno le guerre fra squadre, assalti notturni, resistenze strenue fianco a fianco delle torrette ed epici crolli di edifici. Sarà il momento in cui saranno gli altri a farsela sotto quando arriverete!

Vi racconto la mia esperienza più avvincente in questo mondo.

Mi sono risvegliato su di una spiaggia che dava l’idea di essere stata già ampiamente colonizzata e poi selvaggiamente depredata. Tutti gli edifici sembravano razziati e abbandonati. Trovo un punto nascosto dietro uno scoglio, in cui creo la mia piccola base. Brevi fughe agli stabilimenti abbandonati più vicini e una assidua raccolta di materiali mi portano all’espansione della mia casa. Innalzo una torre su di essa, rinforzandone le basi. Questo attira i primi malintenzionati: dopo poco tempo vengo ucciso e mi ritrovo nel letto (che fa da punto di respawn), i predoni sono troppo forti per me. Mi portano via quasi tutto.

Non mi do per vinto e ricomincio da capo. Aumento le difese, innalzo cinte murarie, costruisco le prime torrette che nel frattempo ho trovato in giro. Col passare del tempo aumento la quantità di cinte murarie, creando una serie di muraglie concentriche e costruisco delle torri di osservazione dalle quali perlustrare in sicurezza i dintorni. Inizio a trovare fucili e armi di tutti i tipi. Silenziatori, mirini e impugnature.

Comincio ad essere una minaccia per gli altri, e faccio fuori i primi tizi. Era già successo, ma in modo isterico, lottando per la vita e non così, quasi per sport. Inizio a reclutare gente appena arrivata sul server, gli do armi, cibo e uno spazio dove vivere in cambio di protezione a quella che ormai stava diventando una città. Diventiamo una mezza dozzina, e iniziamo a spadroneggiare nei dintorni.

La città è enorme e non può più passare inosservata, arriva il primo gruppo di malintenzionati, che però vengono falciati dalle torrette. Ci riprovano trovando delle falle nelle zone riservate di costruzione. Si nascondono in una torre di osservazione, non riusciamo a ucciderli tutti perché hanno piazzato dei letti da cui resuscitare. Decido di passare alle maniere forti: C4 sulle fondamenta e via. Sparita la torre e sparita l’infestazione. Non contenti, ritornano, ma ormai ho reso inaccessibile buona parte del terreno intorno e nessuno può arrivare senza essere visto. Tentano di arrivare dal ponte sul fiume ma cadono come mosche. Dopo innumerevoli tentativi si arrendono, finalmente, e si ritirano! La vittoria è nostra! A questo punto parte il contrattacco. Riusciamo a seguire uno della banda nemica fino alla loro base più grande, aspettiamo che si siano disconnessi quasi tutti e quando meno se lo aspettano piazziamo esplosivi un po’ ovunque e li facciamo saltare insieme. Entriamo, uccidiamo (dormivano quasi tutti) e rubiamo.

Non si sono fatti più vedere dopo, probabilmente hanno lasciato il server.

La città cresce e cresce ancora, chiudo in una cinta anche l’altra riva del fiume, ho praticamente conquistato tutta una parte della mappa di gioco e possiedo diversi estrattori di minerali e petrolio. Purtroppo, a causa dei frequenti aggiornamenti, i server effettuano (solitamente a cadenza mensile) quello che viene chiamato un “wipe” ovvero un reset del mondo di gioco, che permette di sincronizzare tutti gli elementi della mappa con i nuovi contenuti aggiunti. Questo porta alla fine del mio impero, di cui però restano alcune immagini che vedete anche in questo articolo.

Le ore di divertimento sono state innumerevoli ed è stato buffo ritrovarsi, un italiano, uno scozzese, un portoghese e un francese a combattere contro una masnada di fastidiosi ragazzini russi.

Rust al momento è ancora in Early Access su Steam, situazione che consente agli sviluppatori di modificare, anche in modo sostanziale le meccaniche e i contenuti del gioco. Nonostante sia ad un livello perfettamente giocabile e anzi ricco e profondo di contenuti, il titolo di Facepunch è ben lungi dall’essere completato! Ancora si attende ad esempio l’implementazione della corrente elettrica, nonostante sia già possibile costruire dei generatori a energia eolica.

Grafica e sonoro

Sul lato della resa visiva, Rust non ha bisogno di dimostrare alcunché. Per un titolo di questo genere una qualità grafica molto alta è solo controproducente e non ci sarebbero dei vantaggi, sicuramente è meglio avere una decina di fps in più quando dovete scappare o sparare all’impazzata. Vedere i peli della barba del tizio che vi ha appena crivellato non è poi così soddisfacente. Il dettaglio non sarà il suo forte, ma il colpo d’occhio funziona. L’atmosfera, soprattutto quella fra i boschi e nelle praterie è ben realizzata e anche i tramonti, le albe e i cambiamenti climatici influiscono in modo molto suggestivo sull’ambiente circostante. Il fatto che sia ancora in via di sviluppo fa ben sperare, sia per l’ottimizzazione del codice di gioco, sia per eventuali miglioramenti grafici, sempre che non vadano ad inficiare sulla leggerezza del gioco.

Inutile parlare della musica. Non c’è, sarebbe assurdo e fastidioso averla. In Rust è importantissimo prestare attenzione a tutti i suoni, una grande particolarità è infatti la distanza enorme a cui si possono sentire spari ed esplosioni, un segnale molto forte di esseri umani in avvicinamento che possono segnare la differenza fra la vita e la morte. Bisogna essere quindi vigili e attenti con le orecchie, oltre che con gli occhi.

Prezzo

Rust è disponibile su Steam, per PC, Mac OS X e Linux al costo di 19,99€ ed è disponibile anche in un “Four Pack“, ovvero un set di 4 copie del gioco da condividere con gli amici, ad un prezzo ridotto di 54,99€. Meno di 3 copie singole. Attenzione, perché una volta uscito dallo stadio Early Access, il prezzo potrebbe aumentare.

Conclusioni

Rust è senza dubbio una delle esperienze videoludiche più forti a cui abbia mai giocato. La tensione che trasmette è incredibile. Ed è proprio ciò che si voleva trasmettere con questo gioco: far temere l’incontro con altre persone, creare dei meccanismi di fiducia e sfiducia davvero sentiti, portare la sopravvivenza ad un livello meno “ambientale” e più “umano”, perché qui sono le persone ad uccidervi. Beh, di solito.

Terrificante da soli, elettrizzante con gli amici. Tutti dovrebbero fare un giro sull’isola radioattiva più pericolosa di sempre.

 


Nerdando in breve

Rust è un survival multiplayer che non perdona, dove il vero pericolo non è l’ambiente, ma gli altri giocatori e dove la battaglia per la sopravvivenza è costante, anche una volta spento il computer.

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