Eccoci con il secondo appuntamento con lo Studio Ghibli! Dopo Principessa Mononoke, ho avuto qualche indecisione su quale film affrontare in seguito, ma poi ho deciso di seguire un filo comune e continuare con l’importanza dell’ambiente e della natura. Signore e signori, Nausicaä della Valle del Vento!
Tecnicamente, Nausicaä della Valle del Vento (風の谷のナウシカ Kaze no tani no Naushika) non è neanche un film Ghibli. Si tratta del secondo film diretto da Hayao Miyazaki, nel lontano 1984, risalente a un anno prima della fondazione dello Studio. Per farla breve, dopo il successo de Il castello di Cagliostro (spin-off di Lupin III), una casa di produzione chiese a Miyazaki di dirigere un film… salvo poi decidere che l’idea da lui scelta non andava bene per un film, ma poteva farci un manga. Così, Miyazaki iniziò il manga di Nausicaä… e, dopo due volumi, gli proposero di farne un film. Alla fine, assieme a Isao Takahata alla produzione, Miyazaki diresse Nausicaä, e il successo del film permise ai due di fondare infine lo Studio Ghibli (cosa di cui noi tutti siamo molto felici). Curiosità: nel team di animatori era presente anche un certo Hideaki Anno. Vi dice niente?
Prima di parlare della trama e dei temi affrontati, vorrei specificare che ho visto il film in giapponese e col vecchio doppiaggio italiano risalente al 1987, ma non ho ancora avuto modo di ascoltare il nuovo doppiaggio del 2015. Se alcuni nomi non tornassero… beh, avrete avuto un assaggio del vecchio doppiaggio, sicuramente datato, ma con il suo fascino. Ma non indugiamo oltre!
La storia si ambienta molti anni nel futuro. Mille anni dopo i Sette Giorni di Fuoco, presumibilmente un’apocalisse chimico-nucleare, la Terra è per gran parte coperta da una foresta velenosa in continua espansione, chiamata Giungla Tossica, habitat di una serie di adorabili insetti giganti. Gli uomini vivono fuori dai suoi confini, divisi in piccoli regni. Nella Valle del Vento risiede un popolo pacifico, che ha imparato a temere, ma anche a convivere con la Giungla Tossica, attingendo alle sue risorse. La principessa Nausicaä, una ragazza forte e vivace, è la principale portavoce di questo modo di vedere le cose: cerca di comprendere la foresta e i suoi abitanti per migliorare le cose, senza violenza.
Una notte, una nave volante di un regno vicino si schianta nei pressi della Valle a causa dell’attacco di insetti giganti. Pochi giorni dopo, l’esercito del regno di Tolmechia invade il villaggio per recuperare il carico: il cuore ancora vivo di un Soldato Invincibile, l’arma avanzatissima che causò i Sette Giorni di Fuoco. Kushana, l’ambiziosa principessa di Tolmechia, intende rigenerare il Soldato per poi scatenarlo contro la Giungla Tossica e distruggerla col fuoco. Il problema è che, se la Giungla viene attaccata, gli insetti si muovono in massa per difenderla, spargendo così spore velenose e causandone l’espansione! Sapendo ciò, Nausicaä prova ad opporsi, ma Kushana non le dà ascolto.
La ragazza viene così trascinata contro la sua volontà nella guerra tra i regni di Tolmechia e Pejite, trovandosi prima presa come ostaggio e poi in fuga, in un viaggio che la porterà a scoprire che la foresta, in realtà, sta guarendo se stessa e che quindi va salvata a tutti i costi. Ovviamente non vi dirò come va a finire, quello potete scoprirlo da soli!
Il tema ambientalista, come si può notare, è prominente. Tuttavia, non è il solo ad essere presente nell’opera: viene affrontata l’importanza della pace, quella della vita, e la necessità di comprendere per agire in modo corretto. Tutti questi temi sono legati strettamente tra di loro fino a formare un corpus unico che sorregge e dà ritmo al film, che in questo modo quasi non mostra i suoi anni.
Nausicaä della Valle del Vento affronta uno scenario distopico. Gli uomini hanno ferito la Terra combattendo tra di loro, causando così la loro stessa apocalisse. Mille anni dopo, continuano a combattere per motivi che allo spettatore paiono insensati e peggiorano le cose, dimostrando che, in guerra, tutti perdono.
C’è una forte contrapposizione tra l’uomo e la natura. Dove gli uomini sono divisi e in lotta tra di loro, la natura e tutte le sue creature sono come un unico essere. Nella Giungla Tossica c’è unitarietà e ordine, non c’è conflitto interno: gli insetti coabitano nel loro ecosistema e proteggono la Giungla dagli attacchi esterni. Tolmechia e Pejite, invece, sono troppo concentrati sul loro conflitto per trovare una soluzione costruttiva ai problemi esistenti.
Gli unici che hanno capito che convivere in pace è meglio che combattere sono gli abitanti della Valle del Vento, guidati da Nausicaä, che è praticamente l’incarnazione degli ideali di pace e armonia. Gli abitanti della Valle temono la Giungla, ovviamente, e cercano di sradicare le spore che arrivano fino al villaggio, ma ne conoscono anche l’utilità e il valore come fonte di materiali e la considerano quasi con rispetto. Nausicaä addirittura cerca di capirla a fondo, fino a scoprire che le piante non sarebbero velenose, in sé, ma diventano pericolose a causa del terreno contaminato.
La Giungla Tossica, quindi, è tale solo a causa degli esseri umani. Non solo: le piante stanno lentamente guarendo il terreno avvelenato, facendo pensare che le spore tossiche siano quasi un prodotto di scarto della purificazione. Questa visione della natura come intrinsecamente buona, che ripara gli errori degli uomini, è sicuramente semplicistica, ma comunque efficace, tanto più che il messaggio principale del film secondo me è un altro: l’importanza della comprensione.
Nausicaä, tramite la sua compassione, mostra che si può entrare in contatto con ogni cosa senza dover necessariamente combattere, anche con gli inquietanti insetti giganti. È in grado di capire sia gli esseri umani che il mondo naturale, il che la porta a prendere decisioni ragionate per migliorare le cose, senza cedere all’egoismo o alla paura. Ovviamente si tratta di un film e di un personaggio con tutte le caratteristiche idealizzate dell’eroe, ma, in un certo senso, Nausicaä della Valle del Vento vuole indicare una strada alternativa al conflitto, che Miyazaki continuerà a mostrare anche nei suoi film successivi.
Viene naturale un confronto con Principessa Mononoke. Indubbiamente, Mononoke è più complesso, specialmente a livello di crescita dei personaggi e della loro ambiguità morale. In Nausicaä della Valle del Vento, i personaggi non hanno bisogno di avere un arco di crescita, perché sono già perfettamente formati: sia Nausicaä che Kushana possono cambiare idea, ma niente sconvolge i loro valori.
In compenso, l’assenza di una netta distinzione tra bene e male è un tratto comune ai due film. In entrambi i casi, non c’è nessuno che sia malvagio per natura: il male deriva da debolezze tipicamente umane come paura, avarizia, ambizione. È buffo che, in Principessa Mononoke, anche la natura stessa abbia questi difetti (vedi i cinghiali e la loro testardaggine), anche se solo in reazione all’aggressività dell’uomo. D’altra parte, però, la natura di Mononoke è una forza amorale, sia creativa che distruttiva, mentre in Nausicaä è forse l’unico elemento puramente buono del film.
Il punto di forza di Nausicaä della Valle del Vento rispetto a Mononoke? L’epicità. Sarà che amo questo genere di cose, ma le navi volanti e i Soldati Invincibili, assieme al messaggio pacifista, mi hanno fatto bene al cuoricino.
Qualche curiosità su ciò che ha ispirato Miyazaki. Se gli Ohmu, i mostri-tarlo, vi ricordano un po’ Dune, non vi state sbagliando: sebbene i caratteri che compongono il nome significhino Vermi Re (王蟲 ō-mushi), la lettura dei kanji è la giapponesizzazione di Sand Worm (Sando Uōmu) e sono dichiaratamente ispirati ai vermoni del libro di Frank Herbert.
Il personaggio di Nausicaä, invece, ha lo stesso nome della figlia del re dei Feaci che, nell’Odissea, accoglie Ulisse naufrago sull’isola dopo le sue peregrinazioni. Come la sua omonima greca, Nausicaä non si lascia spaventare da ciò che non conosce e mostra compassione ed empatia. Riferimenti storici invece si possono ritrovare nella nazione di Tolmechia che sembra prendere il nome (e anche un po’ dello stile grafico) dalle popolazioni precolombiane, in particolare Toltechi e Olmechi, ma si vede anche una forte influenza teutonica. Le uniformi e le navi da guerra ricordano molto lo stile dell’esercito nazista durante la seconda guerra mondiale. Se poi lo stile Tolmechiano, o quello del mondo di Nausicaä in generale, vi ricorda qualcosa di più recente, forse state pensando a The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Nintendo non ha fatto mistero di essersi ispirata largamente alle opere di Miyazaki e si vedono soprattutto grandi similitudini, tematiche e stilistiche, proprio con questo film e con Principessa Mononoke!
La Giungla Tossica, infine, è la trasposizione cinematografica della Baia di Minamata, in Giappone, e dell’avvelenamento delle acque, dei pesci e, infine, delle persone avvenuto negli anni ‘50-’60. Gli scarichi tossici, che comprendevano anche il mercurio, resero la baia un posto morto e maleodorante. Il nome giapponese della Giungla Tossica, Fukai (腐海), letteralmente Mar Marcio, ben si adatta al disastro là avvenuto.
In conclusione, Nausicaä della Valle del Vento è un must watch. Le animazioni mostrano i loro annetti, così come il primo doppiaggio italiano, ma la storia e il ritmo si mantengono freschissimi ancora oggi. Credo che il messaggio che il film trasmette sia sempre attuale: nonostante alcuni aspetti ingenui, è comunque un ideale da seguire ed è importante non perderlo.
Miyazaki: ci fa sognare con responsabilità dal 1984!