Recensione
Fino a che punto è possibile sopravvivere nella natura selvaggia?
Gli uomini con l’esplorazione, l’avventura e l’eroismo nel momento del pericolo hanno raggiunto conquiste immani e, se al giorno d’oggi la conoscenza è costantemente a portata di mano, non era così, di certo, nel 1800.
Nel 1803 il Capitano Lewis ed il Capitano Clark, incaricati dal Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson, iniziano il viaggio che li porterà all’epica esplorazione del territorio americano in direzione dell’oceano Pacifico.
Il fumetto
Manifest Destiny, portato in Italia da Saldapress, prende spunto proprio dal fatto storico per creare un racconto profondo, coinvolgente ed originale.
Gli esploratori, accompagnati dall’indiana Sacajawea, attraversano gli immensi territori inesplorati con uno sparuto gruppo composto da soldati e prigionieri in cerca di scampare ad una pena certa.
Leggendo i primi quattro volumi, mi sono subito immerso in universo ben calibrato e bilanciato, in cui un sapiente uso delle illustrazioni e un accorto piano narrativo hanno reso la lettura coinvolgente e irresistibile.
Se i personaggi sono reali e tratti da fatti storicamente documentati, la trama prende una piega inaspettata mano a mano che si va avanti nelle pagine.
Strambe creature, infatti, popolano il continente e gli uomini scoprono ben presto che la sopravvivenza può avvenire soltanto a caro prezzo.
Strani morbi, misteriosi archi, pericoli in agguato nella vegetazione sono solo alcuni degli espedienti utilizzati per mantenere desta l’attenzione del lettore e, finito un volume, non si può che restare con la mente alle vicende di quel gruppo di coraggiosi e disperati che continuano a camminare verso morte certa.
I disegni
Se la storia di per sé costituisce un’attrattiva più che sufficiente a invogliare una lettura frenetica, le matite di Matthew Roberts completano alla perfezione il lavoro di Chris Dingess.
Con uno stile realistico e dinamico, i disegni si adattano perfettamente all’andamento della trama.
Personalmente ho notato più di un assonanza con lo stile adottato da Tony Moore per i primi numeri della serie The Walking Dead.
Non sono riuscito a capire se proprio per la forza di uno stile tanto caratteristico o se per il richiamo all’altro grande fumetto che tanto bene riesce a raccontare storie di sopravvissuti, i disegni mi hanno subito conquistato.
I colori di Owen Gieni, poi, riescono a rendere il tutto estremamente vivido e reale, contribuendo non poco all’immersione scatenata.
Un’Odissea americana
Se si va ad analizzare a fondo il fumetto, tornano alla mente i grandi poemi epici, soprattutto se si pensa a quelli appartenenti alla letteratura greca.
Lewis e Clark sono rappresentati come dei novelli Odisseo e Giasone e spesso, alle prese con le diverse situazioni in cui i due vengono a trovarsi, ho ricordato le scene dei film TV dedicati al buon vecchio Ulisse.
Un richiamo ricercato o casuale? Viene da pensare che la prima ipotesi sia la più verosimile.
Ad ogni modo, il meccanismo di associazione non fa che portare fascino e atmosfera.
In conclusione…
Inutile girarci troppo attorno: il fumetto spacca.
La caratterizzazione dei personaggi, sia quelli principali che quelli secondari, un indubbio fascino delle atmosfere evocate (sia quelle di diretto richiamo che quelle semplicemente “citate”), un ottimo dosaggio di atmosfere horror e avventurose sono caratteristiche che non possono lasciare indifferente un lettore.
Saldapress fa centro ancora una volta e ci permette di portare a casa un’opera che lascia il segno, avvincente e originale.
Nerdando in breve
Il miglior fumetto degli ultimi mesi: da leggere assolutamente.
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