Scovare le citazioni dai libri nascoste nella serie tv inglese Sherlock è diventata la mia missione. Seguendo le puntate fin dall’esordio, ho sempre apprezzato il lavoro degli autori, Mark Gatiss e Steven Moffat, per trovare un equilibrio tra innovazione ed omaggi al canone di Sir Arthur Conan Doyle.
Pur cambiando di molto la storia, infatti, gli episodi di Sherlock nascondono riferimenti e easter eggs legate al retroterra letterario del personaggio. Dopo avervi parlato della prima e della seconda stagione, siamo arrivati alla terza (la più qualitativamente deludente, tra l’altro). Aggiungo, inoltre, lo Speciale di Natale andato in onda tra la terza e la quarta stagione.
Episodio 1 – La casa vuota
L’episodio è ispirato principalmente a “L’avventura della casa vuota“, racconto nel quale Holmes fa la sua comparsa dopo essere stata creduto morto. Sia sulle pagine che sullo schermo, l’investigatore ottiene l’aiuto del fratello Mycroft per portare avanti l’inganno.
Il personaggio di Moran ha lo stesso nome del Colonnello Moran, che nel racconto è l’antagonista.
Nella storia originale Watson viene avvicinato da Holmes travestito da libraio, il cui negozio è all’angolo di Church Street. Nell’episodio John riceve come paziente il gestore di un negozio di DVD, situato nello stesso punto, che scambia erroneamente per Sherlock.
Sherlock nomina “un’arte marziale giapponese” tra le ipotesi che gli avrebbero permesso di salvarsi dal salto dal palazzo: nel racconto Holmes riesce a salvarsi dalla cascata grazie alla conoscenza del “baritsu”, arte marziale inventata da Conan Doyle per l’occasione.
La stazione abbandonata della metro porta il nome di “Sumatra Road”, riferimento al Ratto di Sumatra, caso menzionato in “L’avventura del vampiro del Sussex“.
Le deduzioni di Sherlock sul personaggio di Mary sono in parte riprese da “Il segno dei quattro“, romanzo in cui il personaggio femminile viene introdotto.
Le battute sui baffi di John, che lo invecchierebbero, sono legate all’iconografia classica del personaggio: più anziano e dotato di baffi.
Episodio 2 – Il segno dei tre
L’episodio centrale della stagione è anche il meno ispirato di sempre. Il titolo si rifà apertamente a “Il segno dei quattro“, anche se la storia in sé per sé non è tratta da questo romanzo, tranne per pochi particolari: il Maggiore Sholto è un riferimento al personaggio di John Sholto e in uno dei casi mostrati nell’episodio c’è un uomo simile a Tonga, che utilizza anche un’arma che ricorda la sua. Anche il nome del fotografo, Johnatan Small, è un richiamo al romanzo.
L’ultima rapina in banca da parte dei Waters brothers è ispirata a “La lega dei capelli rossi“.
Episodio 3 – L’ultimo giuramento
Il titolo dell’episodio richiama il racconto “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes” ma la trama riprende più da vicino “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e l’antagonista Charles Augustus Magnussen è modellato proprio su questo personaggio.
L’inizio dell’episodio è però ripreso quasi letteralmente da “L’uomo dal labbro spaccato“. Il riferimento di Janine al piccolo cottage, munito di api, nel Sussex è un richiamo a “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes“, in cui l’investigatore si è ritirato in un cottage per dedicarsi all’apicoltura. Allo stesso racconto si rifà il discorso finale tra Sherlock e Mycroft.
Il nome di Billy Wiggins è una combinazione di due aiutanti apparsi sulle pagine di Conan Doyle: Billy da “L’avventura della Pietra di Mazarino” e Wiggins da “Uno studio in rosso“.
Le iniziali A.G.R.A. riportate sulla pennetta USB di Mary formano la parola AGRA, come il tesoro di Agra ne “Il segno dei quattro“. La doppia vita di Mary, inoltre, ricorda quella della signora Cubitt in “L’avventura degli omini danzanti“. L’espediente del manichino, che Sherlock utilizza con Mary, è tratto dal racconto “L’avventura della casa vuota“, in cui Holmes usava un manichino per confondere Moran.
Sherlock definisce Magnussen “il Napoleone del ricatto”: la sua controparte letteraria aveva definito Moriarty “il Napoleone del crimine” ne “L’ultima avventura“.
Durante i titoli di coda alcune lettere, che appaiono evidenziate in rosso, formano la parola “Milverton”.
Speciale di Natale – L’abominevole sposa
Il titolo dell’episodio speciale ambientato in epoca vittoriana è tratto dal racconto “Il rituale dei Musgrave“, in particolare riguarda un caso citato da Sherlock Holmes i cui protagonisti erano Emelia e Thomas Ricoletti.
Il dialogo iniziale con Watson è preso da “Uno studio in rosso“, quando Holmes parla dei passi di Lestrade i personaggi che nomina sono tratti da “Il segno dei quattro” e “La lega dei capelli rossi“.
La cameriera di Watson è un riferimento allo stesso personaggio apparso in “Uno scandalo in Boemia” mentre il telegramma (già citato nella prima stagione) è preso da “L’avventura dell’uomo carponi“.
In questo episodio Mycroft ha un aspetto più simile a quello del canone e il signor Melas che lo sta aspettando è un riferimento a “L’avventura dell’interprete greco“.
Sir Eustace riceve cinque semi d’arancio: il rimando è a “I cinque semi d’arancio“.
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