Recensione
Ogni appassionato di videogiochi solitamente reagisce in due modi contrastanti all’annuncio della produzione di un film tratto da un gioco che ama: da un lato ci sono l’ovvia eccitazione ed attesa di vedere l’adattamento cinematografico di scene, storie, personaggi che tanto lo hanno preso, ma dall’altro c’è il timore di un flop che deluderebbe le aspettative e rischierebbe di bloccare una franchigia da possibili adattamenti futuri.
Queste paure sono ben giustificate, visto l’orribile track record dei film tratti da videogiochi, più e più volte gestiti male e realizzati peggio.
Personalmente mi ero sentito piuttosto tranquillo all’annuncio del film di Assassin’s Creed per un paio di ragioni: ho fiducia in Ubisoft, quantomeno per il fatto che si rendono conto che un pessimo film rischierebbe di pregiudicare l’esito dei prossimi giochi in un momento in cui la serie sembra un po’ stagnante.
Questa sensazione si era rafforzata quando erano iniziate a trapelare le prime notizie, con Fassbender che avrebbe interpretato il protagonista e con il periodo dell’Inquisizione Spagnola inaspettatamente scelto per la parte “dentro l’Animus” del film.
Ebbene, essere più cauti con le aspettative sarebbe stata una mossa saggia. Ma andiamo con ordine.
Trama
Come nei primi Assassin’s Creed, la pellicola si sviluppa attorno a due trame, ambientazioni e protagonisti separati e collegati tramite l’Animus, la macchina che consente di rivivere le memorie genetiche di una persona, di fatto consentendo al soggetto di osservare direttamente eventi passati anche da secoli.
Nello specifico, in questo film seguiamo nel presente le vicende di Callum Lynch, parte di una famiglia di Assassini ed il cui padre è il responsabile per la morte della madre. Callum è anche un condannato a morte, la cui esecuzione però è solo apparente ed è organizzata dal colosso chiamato Abstergo, gestito dai Templari, nemici giurati degli Assassini.
Callum, come molti altri Assassini, è stato di fatto rapito dai Templari per estorcergli informazioni tramite l’Animus riguardo un antico artefatto chiamato Mela dell’Eden, di cui si sono perse le tracce nel sud della penisola iberica di fine ‘400.
Da qui inizia l’altra trama principale del film: quella di Aguilar, Assassino andaluso che deve impedire che il Sultano del Regno di Granada consegni la Mela a Torquemada, Gran Maestro Templare e storico capo dell’Inquisizione.
Analisi
Il film segue una struttura più o meno simile a quella dei videogiochi, a cui i rimandi non mancano, ma fallisce ad essere sia una buona rappresentazione della saga sia un buon film a sé stante, a mio parere, per tre motivi principali.
Innanzitutto perché toppa nel presentarsi come qualcosa di originale ai giocatori di Assassin’s Creed. Come detto, i rimandi non mancano (ad esempio che la Mela vada proprio a Colombo, che quindi riceve così la mappa del mondo incluse le Americhe, come vediamo nel primo capitolo del videogame), tuttavia la trama è estremamente simile a quella dei primi tre giochi: la Abstergo usa gli Assassini per trovare la Mela nei ricordi, nel passato vediamo che l’artefatto è passato tra le mani di vari personaggi storici importanti fino ad essere sigillata dagli Assassini, nel presente viene riesumato.
Fare un buon lavoro di richiamo di opere precedenti presentando al contempo una trama originale ed un cast nuovo di personaggi non è semplice, ma questo non giustifica quanto in questo caso sia stato fatto male dagli autori: il paragone con Rogue One è impietoso a riguardo.
Il secondo motivo è che Assassin’s Creed è intrinsecamente un film che include due film: quello all’interno dell’Animus e quello fuori. Nei primi giochi questa doppia struttura era portata avanti splendidamente, con la maggior parte dell’azione che si concentrava nelle memorie, mentre una trama complessiva riguardo gli avvenimenti del presente si costruiva gioco dopo gioco, dedicandogli sempre più tempo.
Nel film questo non era possibile ed è toccato rovesciare i ruoli, dando più tempo alla parte fuori dall’Animus, dove agiscono tutti i personaggi principali, e meno a quella dentro. Questo tuttavia porta ad una caratterizzazione dei personaggi all’interno delle memorie molto blanda: di Aguilar sappiamo e vediamo molto poco, della sua donna ancora meno, mentre Torquemada compare sì e no in due scene.
Infine, il motivo più importante è che è un film scritto e girato male: le scene di azione sono confuse dal continuo passaggio tra dentro e fuori l’Animus, i dialoghi sono piatti almeno quanto i personaggi, alcune cose sono inspiegabili, come l’assenza di armi da fuoco tra le guardie Abstergo (un classico di Assassin’s Creed a dirla tutta) o la sicurezza rivedibile al raduno dei Templari a Londra, dove basta presentarsi incappucciati per aver garantito l’accesso.
Conclusioni
In generale è un film noioso, che vuole fare troppo finendo per concludere ben poco. Ed è un peccato, perché Assassin’s Creed è una franchigia estremamente pronta ad adattamenti di vario genere, perché le risorse economiche ed umane non mancavano e perché si possono vedere qua e là i tocchi di un lavoro che poteva essere eccellente: il diverbio etico tra Templari ed Assassini che non è tra semplici buoni e cattivi, ma tra Ordine e Caos, gli avvenimenti storici plasmati per creare situazioni utili ai fini della trama, gli spettacolari combattimenti degli Assassini nelle epoche passate.
Purtroppo ancora una volta però Hollywood ha fallito nel produrre un prodotto degno del videogioco d’origine.
Nerdando in breve
Il film di Assassin’s Creed in maniera simile ai giochi segue in parallelo vicende nel passato e nel presente. Il passato è l’Andalusia di fine XV Secolo, dove l’Assassino Aguilar deve evitare che la potente Mela dell’Eden finisca nelle mani dei Templari. Nel presente invece il discendente di Aguilar, Callum, viene rapito dagli stessi Templari per ritrovare a distanza di 500 anni l’artefatto perduto. Come molti film tratti da videogiochi, Assassin’s Creed delude le aspettative degli appassionati della saga.
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