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The Final Station – Un treno per salvare il mondo

Prendete una ispirata ambientazione fantascientifica, degli elementi horror, uno sparatutto 2D e una incalzante meccanica survival, mescolate con una criptica trama apocalittica e mettete il tutto su di un treno. Il risultato è il titolo d’esordio della neonata casa di sviluppo russa Do My Best, ovvero The Final Station.

Fin dall’inizio della nostra avventura su rotaie, la prima cosa che colpisce è la grafica pixel-art: ampia e suggestiva, con una scelta cromatica ed estetica azzeccatissima, soprattutto nei fondali, dinamici e sempre meritevoli di uno screenshot. Sembra quasi un peccato non potersi godere il paesaggio quando il treno sfreccia davanti ad un nuovo panorama, che però ci catturerà allo stesso modo del precedente.

Ma questo è solo l’adeguato sfondo di un gioco vario ed interessante, che ci mette nei panni di un macchinista ferroviario. I nostri compiti però, non riguarderanno solo l’arginare i guasti e i malfunzionamenti del treno sperimentale che comanderemo, ma anche nutrire e curare i nostri passeggeri e, una volta arrivati nelle varie stazioni, dovremo imbracciare il fucile e sterminare orde di esseri malvagi. E noi che ci lamentiamo di Trenitalia.
Sì, perché quello in cui ci troviamo è un mondo alla deriva, che fronteggia per la seconda volta una terribile piaga, rappresentata da un’infezione che trasforma gli esseri umani in mostri completamente neri e dotati di luminosi occhi bianchi. Ne incontreremo diversi tipi, ma tutti avranno in comune la predilezione al macellarci senza tanti complimenti, obbligandoci a rispondere alle loro attenzioni con il piombo.
Durante le nostre scorrerie troveremo cibo, medikit, munizioni e materiale da utilizzare per creare proiettili o medicinali che ci serviranno a curare noi stessi o i pochi superstiti che salveremo nelle città e faremo salire a bordo del treno, superstiti che una volta arrivati alle città sicure ci garantiranno ricompense in oggetti utili, upgrade alle armi o denaro, che potremo spendere per comprare rifornimenti. La trama si dipanerà lungo le varie stazioni che incontreremo, e non sarà semplicissimo capire cosa sta succedendo, anche perché saremo in uno stato di emergenza in cui le persone si trovano improvvisamente tagliate fuori e le notizie dal mondo esterno saranno difficili da ottenere. L’atmosfera di The Final Station è da Z-movie fantascientifico ambientato però in un mondo distopico, resa ancora più angosciante dai dialoghi dei vari NPC incontrati sul treno e nelle città. Insomma, non se la passano proprio bene, ecco.
La musica è azzeccata e presente solo in certi momenti, una scelta che personalmente ho trovato molto ben riuscita e suggestiva, sottolineando aspetti che altrimenti potrebbero andare persi, ma che vengono così evidenziati senza effetti troppo didascalici.

La meccanica di gioco è quindi divisa in due parti, una più incentrata sulla sopravvivenza a bordo del mezzo, dove dovremo stare attenti alle barre di salute e fame dei passeggeri, a delle semplici meccaniche di crafting e ai vari sistemi del treno (che richiederanno manutenzione continua) e un’altra più ampia, impostata come uno shooter 2D, con comandi semplici e intuitivi: WASD per spostarsi, mouse per mirare, sparare e colpire con l’attacco corpo a corpo.
Per quanto possa venire istintivo definire The Final Station come un survival, bisogna ammettere che questo suo aspetto risulta, alla fine dei conti, poco più di un minigioco con due funzioni ben precise: garantire l’ottenimento dei bonus relativi ai passeggeri e secondariamente spingerci a non sprecare medikit durante le sezioni a piedi, e quindi stare molto più attenti nell’affrontare i nemici.

Bisogna ammetterlo, per quanto la trama sia davvero interessante, The Final Station diventa un poco ripetitivo una volta comprese le meccaniche e le strategie giuste per sconfiggere i mostri, e si sente la fortissima mancanza di un’opzione per cambiare la difficoltà. Forse è l’abitudine ai giochi dove bisogna risparmiare fino all’ultima pallottola, ma ho trovato facilmente gestibili le risorse dopo un po’ di pratica. Inoltre, la meccanica shooter rischia di diventare noiosa specie se si riescono a padroneggiare certi trucchetti (le scale sono le alleate più grandi del gioco, dato che sono praticamente dei bunker).
Sembra che il gameplay necessiti di qualche messa a punto e bisogna sì ricordare che si parla di dettagli e di un titolo che dura sulle 4-5 ore di media, ma la sensazione è che comunque sia la storia a mandarci avanti. Purtroppo tutto ciò riduce la rigiocabilità, dato che l’unico motivo per riprovare The Final Station è capire meglio il significato degli eventi che ci vengono presentati.

In conclusione, o forse è meglio dire arrivati al capolinea, The Final Station è un’esperienza fresca, ispirata alle opere dei fratelli Strugatsky, che propone una originale mescolanza di meccaniche di gioco, purtroppo non abbastanza marcata e approfondita. Se cercate però un gioco survival horror, rimarrete delusi, in quanto ci troviamo di fronte ad un titolo più simile ad Half-Life 2 che a Outlast, non che sia un demerito, s’intende!
Quello che continua a rimanermi in testa, oltre alle molteplici interpretazioni della trama, è che avrei voluto un prodotto lungo almeno il doppio e con il doppio delle possibilità di gioco, insomma un titolo grande il doppio.  Ripongo le speranze in questo promettente studio di sviluppatori, affinché ci regalino una nuova esperienza nella forma di un seguito, anche spirituale.

The Final Station è disponibile su Steam per Windows e Mac OS X.


Nerdando in breve

Saltando sul treno di The Final Station vi immergerete in una surreale avventura sci-fi horror, che colpisce per le atmosfere intense e ben riuscite.

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