Abbiamo ricevuto un simpatico articolo dal nostro amico バナナ-さん (Banana-San).
Qui una sua breve biografia: nerd nato sotto la scuola Granata Press. Retrogamer e gaijin lavoratore nella terra del Sol Levante.
Chi va a Tokyo, interessato o meno al fenomeno anime/manga/videogames, di sicuro fa una tappa ad Akihabara, “The electric city”. Il soprannome è storico, legato al periodo post seconda guerra mondiale: il distretto di Akibagahara della prefettura di Chiyoda divenne il centro dello shopping di elettrodomestici e del mercato nero dell’elettronica. Ma cos’è Akiba per il nerd? Il centro del mondo. Almeno una volta a settimana vado a respirare l’aria (= spendere soldi) di quello che era il sogno proibito nella mente di un dodicenne otaku dei primi anni ’90.
Ho deciso di fare una cosa che non ho mai fatto, più che altro per mancanza di tempo, lavorando senza orari fissi: camminare per Akiba prima dell’apertura dei negozi (10:00-11:00 della mattina), “entrare” ad Akiba dalla città e non dall’uscita della stazione della metropolitana come faccio sempre, dove sono subito immerso. A voi l’effetto visivo.Impressionante come appena attraversi la soglia immaginaria vieni bombardato da luci, pubblicità dei maid cafe con ragazze che cercano di convincerti ad entrare con flyer e buoni sconto e musica sparata a tutto volume che esce dai vari Sega e Taito buildings (tra l’altro le BabyMetal, con l’uscita del secondo album, sono ufficialmente la soundtrack di Tokyo). Consiglio numero uno? Cominciare a guardare in alto, altrimenti si perde l’occasione di trovare negozi interessanti di modellismo, shitajiki, o gashapon.
Ora, si potrebbe parlare per ore dei vari SofMap, Yodobashi Camera, the Radio Center, Chuo Dori o dei negozi dell’usato tipo Traders, Book Off (che meriterebbero un capitolo a sé); bisogna invece parlare della perla ner(d)a di Akiba, l’orgasmo del retrogamer, il paradiso della cartuccia originale boxata: Super Potato. Se sei un retrogamer di un certo livello, sai già che quando ti avvicini all’edificio il portafoglio comincerà a sanguinare copiosamente
Il negozio è piccolissimo e diviso su tre piani (3F-5F).
Essi sono divisi in: 3F – pre Playstation, 4F – PS1 e PS2, prima Xbox, Dreamcast, Saturn e portables (GameBoy, WonderSwan, GameGear..), 5F – cabinati con snack per spendere migliaia di yen in giochi che hanno riempito l’infanzia di chi ha passato i pomeriggi al bar.
Già quando si fanno le prime due rampe di scale l’hype è alle stelle
Si entra nella porticina anonima e la luce divina del Famicom ti guida attraverso gli scafali. Cartucce boxate, cartucce sfuse, ogni ben di dio è in qualunque direzione si guardi
Al 3F e al 4F ho smesso di spendere soldi da circa un annetto perché gli ultimi pezzi a cui sono interessato hanno costi proibitivi.
“Eh, va beh, allora cosa ci vai a fare?”
Io vado settimanalmente per il 5F.Ed ecco come si presenta
Ciao Snake, tutto bene?
Va beh, bando alle ciance: “ma che giochi ci sono?“.
Qui c’è la quintessenza del retrogaming da cabinato. 100 yen a partita e passa la paura:
Esco relativamente piu leggero – ho speso 300 yen per finire Final Fight e ho fatto un paio di partite a Makaimura (Ghosts ‘n goblins) ma sono una pippa – ma soddisfatto di aver passato un paio di ore di relax prima di tornare al lavoro.
TL;DR: Se amate il retrogaming, Super Potato è la vostra mecca di riferimento a Tokyo.
Potete trovare alcuni retro giochi (Dreamcast, Saturn, PS1-2) in catene dell’usato, ma niente di raro. Vale la pena anche solo la visita ma è strapieno di gente e se avete zaini e borse muoversi diventa impossibile. Stra-consigliato con lacrimuccia dei bei tempi andati.