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ENKI – Il discepolo di Saw

Occhio ad ENKI

Occhio ad ENKI

Correva l’anno 2004 e James Wan stupiva il pubblico con il suo Saw – L’enigmista: due persone si svegliano all’interno di una stanza chiusa dall’esterno, con un uomo che giace a pochi metri da loro, riverso in una pozza di sangue. Sono molteplici, a questo punto, le domande che si pone lo spettatore: come mai si trovano lì? Chi sono? Riusciranno ad uscire?

ENKI, videogame sviluppato dai ragazzi di Storm in a Teacup (quelli di NERO, per intenderci) per Xbox One e PC (distribuito tramite Steam), mira a farci vivere quelle stesse emozioni: il gioco inizia con il nostro protagonista che si trova chiuso all’interno di una stanza che ha, come unica uscita, una botola posta sul soffitto e – apparentemente – irraggiungibile; intorno a lui ci sono pochi elementi: una scatola di cibo, una bottiglia d’acqua ed uno scheletro, la luce scarseggia e, nell’angolo in alto a destra, un countdown inizia a scorrere, partendo da 30 minuti. Capisco subito che è il tempo che rimane per cercare di scappare da quella trappola.

La modalità di gioco è molto lineare: vengo posto di fronte ad una serie di enigmi (che ho trovato risolvibili ma che mi hanno costretto ad iniziare il gioco tre volte) e ad alcune scene realizzate ad hoc per causare un salto – con conseguente imprecazione – sulla sedia, mentre esploro le varie stanze alla ricerca di indizi (completamente localizzati in italiano) che mi facciano capire perché sono lì e chi mi ha imprigionato; i comandi sono piuttosto semplici, in quanto le interazioni con l’ambiente sono ridotte a “raccogli l’oggetto” e “usa l’oggetto“.
È chiaro che, dopo aver visto NERO, mi aspettavo qualcosina di più, ma ENKI appare essere un esercizio di stile verso nuove (e più accattivanti) creazioni: per completezza, aggiungo che la grafica è sicuramente accettabile mentre il sonoro avrebbe bisogno di più varietà in quanto, non essendoci musica, gli spaventosi suoni di contorno potrebbero essere più numerosi mentre invece si ripetono frequentemente.
Certo, qualcuno potrebbe lamentarsi del prezzo (9,99 €) relazionandolo alla longevità piuttosto bassa, ma va apprezzato lo sforzo degli sviluppatori che hanno reso il titolo rigiocabile, in quanto la posizione dei vari oggetti e gli enigmi cambiano, in maniera casuale, ad ogni nuova partita, i finali possibili sono sei e gli obiettivi richiedono almeno 3-4 ore per essere completati; ricordo infine che in molti hanno acquistato Metal Gear Solid V: Ground Zeroes a quasi quaranta euro, lamentarsi per una produzione come ENKI mi appare, dunque, fuori luogo.

Ho trovato l’esperienza di gioco estremamente godibile ma breve: una volta aperta l’ultima porta, mi sono sentito da una parte appagato per essere riuscito a scappare, dall’altra un po’ deluso perché ne volevo ancora; mi sento di consigliare il titolo ai fan degli horror ed in particolare di Saw ed a chi apprezza il fenomeno delle Escape Room (di cui ha parlato Zeno2k in questo articolo).

Ringrazio Alberto Belli, co-fondatore di Storm in a Teacup, per avermi dato modo di provare ENKI.

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