Non avete forse notato che sin dall’avvento dei DLC, i cosiddetti “extra” che ogni buon videogioco presentava sono completamente scomparsi dai radar? Non avete forse notato che la durata media di un qualsiasi videogame è calata parecchio rispetto al passato? E soprattutto, non avete forse notato la sempre più ingombrante presenza di comparti multiplayer, anche in prodotti in cui non se ne sentirebbe alcun bisogno, implementati spesso e volentieri per giustificare iniqui e patetici skin o map pack? Probabilmente l’avete notato in pochi, perché altrimenti ci sarebbe stata una qualche sommossa popolare o quantomeno una petizione di qualche genere.
E invece no, questo squallido processo di minzione economica ai nostri danni è continuato e sta tutt’ora perdurando grazie a compagnie che hanno e stanno sfruttando l’ossessività compulsiva di molti videogiocatori nel comprare cose inutili di cui non hanno alcun bisogno.
Tralasciando i DLC puramente estetici o quelli legati al multuplayer, si potrebbero scrivere dei veri e propri trattati all’insegna della disperazione sulle espansioni narrative. “E perché mai? Sono una figata!“, potrebbero dire alcuni di voi. Beh, per uno che macina 10-20 giochi l’anno assolutamente no, sono semplicemente una rottura di palle.
Avete capito bene, una rottura di palle. Sì perché, non so voi, ma dopo essermi sparato 10-15 ore di un qualsiasi videogioco di un certo spessore, dopo esserci entrato psicologicamente ed emotivamente ed averlo archiviato dopo la sua conclusione “originaria” passando dunque ad altro, non riesco a immergermi nuovamente in una vecchia avventura per ricominciare da dove avevo interrotto. Perlomeno non per trascorrerci la canonica, trascurabile oretta che il DLC medio mi offre.
Mi annoio, non vedo l’ora di arrivare alla fine e, puntualmente, mi pento di aver speso dei soldi per qualcosa di cui avrei potuto fare a meno. Mi è successo ai tempi di PS3 e Xbox 360 con il reboot di Prince of Persia e con Mass Effect, e mi è successo addirittura durante l’attuale generazione con Watch Dogs. E onestamente credo – e spero – di non essere l’unico ad aver provato sensazioni di questo tipo.
Perché dunque continuare su questa linea, considerando che l’estremo consumismo contemporaneo, ci porta a comprare e rivendere giochi con una velocità disarmante? Non sarebbe forse meglio ritornare alla cara vecchia tradizione degli extra sbloccabili in-game, anziché proporre dei DLC?
E poi le cose si fanno ancora più squallide e assurde in due casi specifici: quando i DLC, rilasciati a pagamento nel periodo post-lancio, si scoprono essere già presenti nel disco – e di conseguenza il pagamento serve solo a sbloccarli – o quando vengono annunciati ancor prima che un gioco raggiunga i negozi. CHE SENSO HA? E soprattutto come può, una persona sana di mente, accettare passivamente una tale situazione limitandosi ad un “vabbé, il gioco mi piace, il DLC lo compro lo stesso“? Possibile che nessuno si renda conto di quanto tali situazioni siano terribilmente folli e insensate?
E’ impossibile e questo ci porta ad una prevedibile conclusione finale: ci meritiamo tutto questo, perché ormai siamo diventati insensibili a prese in giro, furti legalizzati e manipolazioni economico-sociali. Perciò rassegniamoci, perché le cose non potranno che peggiorare… sempre che qualcuno non cominci a seguire l’esempio di CD Projekt.
Di cosa parlo? Date un’occhiata al video e lo scoprirete!