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The World’s End – Il film perfetto per un San Patrizio Casalingo

The World's End

San Patrizio a casa

Lo sappiamo, per molti di voi San Patrizio equivale ad uscire, brindare e divertirsi in compagnia. E invece, tra le molte festività che l’emergenza sanitaria per la pandemia di coronavirus ci costringerà a trascorrere tra le mura di casa, c’è anche questa.

La festa di San Patrizio (o Saint Patrick’s Day), che ricorre ogni anno il 17 marzo, è in realtà la celebrazione del patrono d’Irlanda. La contagiosa voglia di festeggiare degli irlandesi, però, ha superato i confini dell’isola e ha fatto sì che la ricorrenza si spargesse in tutto il mondo, Italia compresa.
Sono molti infatti i nostri connazionali che ogni anno si vestono di verde, si incontrano nei pub cittadini e brindano con fiumi di birra (se Guinness, tanto meglio).

Quest’anno, però, tutto questo non sarà possibile e saremo tutti costretti a brindare virtualmente, ciascuno dalla propria casa. Perché non consolarsi, allora, con un film a tema?
The World’s End, pellicola del 2013 e opera conclusiva della Trilogia del Cornetto di Edgar Wright, è decisamente quella più indicata per un San Patrizio casalingo!

Trama

Cinque liceali inglesi, amici da sempre, si apprestano a percorrere il “miglio dorato“: un tour alcolico a base di birra e shots che li porterà in dodici diversi pub, per concludersi nel celebre “The World’s End” del titolo. L’impresa, però, riesce solo a metà e i ragazzi sono costretti a fermarsi alla nona tappa.

Quarant’anni dopo, il gruppo di amici è andato avanti, ciascuno si è integrato perfettamente nella società produttiva e si dedica con dedizione al lavoro. Tutti tranne Gary King, il “re” della vecchia gang, che fatica a trovare il proprio posto nel mondo degli adulti, bloccato nel ricordo dei tempi del liceo, e  che vive con l’unico obiettivo di riuscire a concludere l’impresa iniziata tanti anni prima, percorrendo il “miglio dorato” per intero.
Con questa prospettiva, riuscirà a convincere (o ingannare, più che altro) i recalcitranti amici a tornare nella città natale e ritentare l’impresa in una notte a base di birra e ricordi. Ma nella piccola cittadina molte cose sembrano decisamente cambiate…

Cast

I protagonisti principali del film sono i due attori feticcio del regista inglese, presenti anche nelle altre due pellicole della Trilogia del Cornetto (Shaun of the Dead e Hot Fuzz), Simon Pegg (anche sceneggiatore) e Nick Frost.

Al loro fianco troviamo volti noti del panorama inglese come Paddy Considine, Rosamunde Pike, Martin Freeman (smessi i panni di Bilbo Baggins e di John Watson) e perfino Pierce “007” Brosnan.
Un cast affiatato e che si dimostra a proprio agio in ogni situazione, anche in quelle più folli.

Stile

The World’s End è scritto da Edgar Wright insieme all’attore protagonista, Simon Pegg e il duo non delude: abituato a prendere i film di genere e a estremizzarli, portarli al limite del paradossale e caricaturarli omaggiandoli allo stesso tempo, rivitalizzandoli e rendendoli attuali, fa lo stesso anche in questo caso.
Il filone scelto in questa occasione è quello fantascientifico degli anni ’50 e ’60. The World’s End mette in scena i tipici contenuti dei film dell’epoca, sapientemente miscelati con sprazzi di cinema action e di fantascienza più moderna, visibili, per esempio, nelle sequenze “alla Matrix” perfettamente dirette e coreografate. Il tutto condito con una massiccia dose di ironia (rigorosamente british) ed effetti splatter che però, calati in questo conteso, creano divertimento anziché disgusto.

Gli elementi della premiata ditta Wright-Pegg ci sono tutti: il salto da un genere all’altro, il mix equilibratissimo di humor e splatter, il montaggio dinamico e personalissimo, le situazioni al limite dell’impossibile, l’immancabile Cornetto Algida, stavolta alla menta. E, su tutti, il pub. Costante dell’intera trilogia, se nei primi due capitoli era un elemento di sfondo, seppure sempre presente, in quest’ultimo lavoro diventa vero e proprio protagonista.

Sul piano del contenuto, ancora una volta il dito è puntato sulla spersonalizzazione dell’individuo che, incastrato nei ritmi e nelle regole della società, si trasforma gradualmente in un essere vuoto, in uno zombie che può essere salvato solo da una situazione straordinaria, che rimetta in gioco tutte le certezze e porti alla creazione di un nuovo ordine di cose (o, forse, che porti ad un ritorno alle origini, sembra di cogliere in questo ultimo capitolo).

Insomma, il Cornetto ha trovato la sua degna punta di cioccolato con questa conclusione. E il nostro San Patrizio casalingo ha trovato il film perfetto.

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