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NerdandoSu Buddy Cop – Bad Boys

Di recente ci siamo occupati dell’ultimo film di Michael Bay, dunque sembra logico fare un passo indietro e occuparci anche del suo primo film e del suo seguito, Bad Boys, tra i capisaldi dei buddy cop movies. Una saga che dopo un primo capitolo nel 1995 e un seguito nel 2003 si arricchirà di un terzo capitolo, Bad Boys for life, in uscita il 23 gennaio.

Bad Boys (1995)

Siamo a Miami, la città dove il sole sta sempre tramontando e il cielo è sempre giallo. I poliziotti della narcotici Mike Lowry  (Will Smith) e Marcus Burnett (Martin Lawrence) bisticciano sulla Porsche di Lowry e due ladri cercano di derubarli. Tra insulti e strilli, non finirà bene per i ladri.

Bastano questi primi cinque minuti per impostare il tono del film e del sequel. Bisticci e azione, come Arma Letale. Solo che qui entrambi i poliziotti sono neri, entrambi hanno swag, uno è (anche) il superfico di Bel-Air.

Lo scheletro è lo stesso di tanti altri buddy cop movies. Anche se qui entrambi i poliziotti sono costantemente esagitati, ma direi che un po’ tutti i personaggi sembrano sotto stimolanti.

Lawrence dovrebbe essere quello più stabile, sposato e con figli, mentre Smith è quello single e playboy che guida una Porsche e vive in un mega-appartamento.

A turbare i bisticci personali tra i due ci si mette un losco trafficante che ruba dell’eroina dai magazzini della polizia e uccide un’amica di Lowry. Seguono esplosioni.

Bad Boys fu uno di quei film che hanno bene o male segnato un’epoca. Prodotto dal leggendario Jerry Bruckheimer e diretto da un regista alle prime armi che veniva dai videoclip e dalla pubblicità, tale Michael Bay.

Ora ognuno può avere le sue opinioni su Bay e il suo cinema, ma è indubbio che visivamente ha un enorme talento ed è uno dei pochi in grado di girare scene d’azione complesse. Bad Boys non fa eccezione. Complice una sceneggiatura ai limiti della decenza (che faceva schifo allo stesso Bay), alla fine del primo film quello che risalta di più sono le scene d’azione. Certo bisogna arrivarci e la prima metà di film è in effetti lunga e macchinosa.

Non aiuta che il protagonista è di fatto Martin Lawrence, irritante e non simpatico fino all’eccesso. Will Smith, già molto più a suo agio come eroe d’azione, è il co-protagonista forse per l’ultima volta in carriera. Ad un certo punto Smith addirittura esce di scena e quei 20 minuti di film sono i più lunghi di tutti da sopportare.

Meno male allora che nella seconda parte Smith torna in scena e Bay si prende il film e decide di farlo esplodere in mille pezzi. Appurato che la storia è ridicola (una buona fetta del film è impegnata a raccontarci un’imbarazzante commedia degli equivoci tra Lawrence e Téa Leoni), non c’è motivo logico per ricordarsela e cercare di capirci qualcosa.

Meglio allora concentrarsi sul finale pirotecnico all’aeroporto, che Bay si pagò di tasca sua perché pensava che fosse necessario.

Bad Boys II (2003)

Se Bad Boys è ancora un film di Jerry Bruckheimer il sequel, Bad Boys II è già del tutto un film di Michael Bay. Sono passati solo sette anni, ma nel mentre il nostro ha perfezionato ancora di più la sua arte. E infatti manco cinque minuti nel film che già c’è un’esplosione.

Questa volta la storia è molto più lineare: Lowry e Burnett devono fermare un trafficante di ecstasy cubano. Non per questo è priva di momenti stupidi o senza senso, ma se non altro non è complicata da seguire, tra un’esplosione e l’altra. La mia parte senza senso preferita è quando decidono d’invadere Cuba per recuperare la sorella di Burnett.

Se dal lato storia siamo sempre ai minimi termini, lato azione siamo ai massimi. Bay ha molti più soldi, è molto più bravo e ha visto Fast & Furious, quindi dopo 15 minuti di film siamo buttati dentro un mega inseguimento per Miami tra una Ferrari, svariate macchine sgargianti e un autocarro.

Altro lato positivo del seguito, Martin Lawrence è diventato chiaramente il secondo violino, lasciando a Will Smith ogni velleità di protagonismo e rimanendo la spalla comica (che però non fa mai ridere).

Botti e altri elementi

Paradossalmente per una saga che vorrebbe essere action comedy, si ride molto poco. O meglio, l’umorismo c’è ma è veramente di grana grossissima. Credo che sia colpa di Lawrence, ma non ne sono sicuro al 100%. L’idea era forse quella di fare un Arma Letale all-black ma è veramente una versione pigra e senza mordente del prototipo.

Per cui restano le scene d’azione. E qui siamo nel territorio di Michael Bay e sia il primo che il secondo film presentano scene memorabili da quel punto di vista. Anzi, direi che sopratutto nel caso del primo, senza quelle scene d’azione il film perde tantissimo.

Anche perché Bay non è mai stato in grado di girare dialoghi convincenti né di mostrare emozioni profonde (uno dei motivi per cui il suo Pearl Harbor fa schifo), per cui in un film pure scritto male i suoi limiti vengono maggiormente fuori.

Quanto al resto, Bad Boys ha comunque dalla sua un Will Smith in palla come poche altre volte in carriera. Certo, deve dividere la scena con Martin Lawrence (seriamente, come ha fatto ad avere una carriera a Hollywood?). Va detto che in parecchie scene in cui i due hanno ruota libera riescono a dimostrare una notevole alchimia.

Lato cattivi, nel primo abbiamo un Tchéky Karyo fresco di Nikita e che sembra Kenneth Branagh e nel secondo Jordi Mollà che gigioneggia a fare il cubano matto. Due macchiette che però il risultato lo portano a casa.

In sostanza Bad Boys è una saga che ha buone premesse ma resta a metà del guado per via di sceneggiature non all’altezza che affossano le notevoli scene d’azione. Chissà se per il terzo film riusciranno a bilanciare meglio le cose.

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