Giochi da tavolo

Cøpenhagen – Un tetris architettonico

Recensione

Siete amanti degli astratti? Avete amato alla follia il micidiale Tetris? E per caso vi siete invaghiti di board game come Azul, Sagrada o Patchwork? E allora che pensereste se vi dicessi che qui abbiamo tutto questo fuso insieme?
Troppo bello per essere vero?

E invece no: Cøpenhagen, portato da noi grazie a Devir Italia, è esattamente una via di mezzo di tutti questi titoli messi assieme. Come si può facilmente intuire dal titolo, ci troviamo nella splendida capitale danese, celebre ovviamente per la Sirenetta di Andersen (e infatti i segnalini giocatori la ritraggono) ma anche per gli splendidi edifici affacciati sull’acqua.

Ispirandosi a questi edifici eccoci pronti a diventare novelli architetti pronti a realizzare la facciata dei nostri sogni. Ovviamente prima e meglio dei nostri avversari.

Meccaniche

Se c’è una cosa che amo nei giochi per famiglie (Cøpenhagen è indicato dagli otto anni in su) è la facilità di comprensione delle regole e dei meccanismi di gioco e la rapidità con cui ci si inizia a divertire.
Questo board game ha tutto in regola per essere un ottimo passatempo per i piccoli di casa.

Partendo da una plancia personale, che rappresenta anche l’area di gioco, dobbiamo andare a prendere pezzi di facciata (dalle forme che ricordano proprio il tetris) e farli “cadere” dall’alto al basso, andando ad incastrarsi su quelle già presenti.
Una volta terminata una riga, o una colonna, si conquistano punti.
Vince il primo che arriva a 20.

Per aggiudicarsi le tessere, però, occorre prima conquistare le carte del colore giusto: tante carte del medesimo colore consentono di prendere un pezzo di dimensione analoga. Sembra complesso, ma in realtà è molto semplice. Nella prima fase il giocatore prenderà carte colorate, quando ne avrà in numero sufficiente (ad esempio 3) potrà prendere un pezzo (di quel colore) che occupa lo stesso numero di spazi (sempre tre, in questo esempio).

Ne emerge quindi il bisogno di pianificare la propria strategia man mano che la facciata si riempie: inoltre le tessero non solo illimitate e bisogna capire se aspettare e raccogliere più carte per aggiudicarsi pezzi più grandi, o gettarsi a capofitto e portar via agli avversare le tessere più piccole e facilmente piazzabili.

Naturalmente non è possibile uscire dai confini della facciata né sovrapporre le tessere, per cui è importante prestare attenzione a quello che si prende e a come lo si colloca sulla plancia.
Non mancano le carte bonus, che consentono (un po’ come in Sagrada) di forzare le regole andando a sistemare situazioni complesse da sciogliere.

Materiali

Con la sola eccezione delle sirenette, che come detto all’inizio vengono usate come segnalini, tutti i componenti sono in carta o cartone. Nonostante questo tutto risulta essere molto solido e di ottima fattura.
La plancia del giocatore, in modo particolare, si presenta davvero bene con tutte le tessere che vanno a comporre la nostra facciata. Ma degna di plauso, a mio avviso, è il board segnapunti, che si compone con la plancia per le carte ed è davvero un bel colpo d’occhio.

Per ulteriori dettagli potete dare uno sguardo al nostro unboxing.

Conclusioni

Cøpenhagen mi ha davvero sorpreso, e in modo molto positivo. Si impara in pochi minuti ed è immediatamente giocabile da tutta la famiglia. Un ottimo filler per giocatori hard core, ma anche davvero leggero e simpatico per i neofiti.
Difficile chiedere di più ad un board game.

Nerdando in breve

Cøpenhagen è il board game astratto che ci porta in Danimarca a costruire le celebri facciate delle case danesi.

Nerdandometro: [usr 4.2]

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