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Una Nuova Credenza – Il bello e il brutto di Episodio IV

Questa è per noi (ma soprattutto per LC) la prova più difficile. Parlare in modo razionale del film che ha creato tutto. Il timore reverenziale è a livelli altissimi, l’amore verso Episodio IV anche, ma noi siamo delle brutte persone e andiamo comunque contro il buonsenso e ci lanciamo in questa impresa. Dritti dritti dal finale di Rogue One ecco che abbordiamo la nave di Una Nuova Speranza!

Il bello

Una Nuova Speranza è forse il mio film preferito, anche se non il più tecnicamente e oggettivamente ben fatto. Non è un’ottima partenza per chi vuole difenderlo, ma sta proprio qui la sua forza e bellezza. È praticamente perfetto, nella sua imperfezione.

È perfetto come esperienza.

Il primo, ma anche quarto, episodio della saga di Guerre Stellari è quello che ha dato il nome all’universo più amato di sempre. È dove tutto è nato e questo è un fatto che non può non pesare nelle sensazioni che il film ci dà mentre lo guardiamo. Ogni fotogramma di quelle due ore sono parte del Big Bang di un mondo parallelo.

La recitazione è quel che è, ma l’atmosfera fiabesca la rende addirittura appropriata. Quello che conta è il simbolismo e il carisma dei personaggi. Un eremita di nome Obi-Wan, che parla con fare calmo e ponderato dopo pochi secondi dà l’impressione di essere tutto quello che è: un maestro, un saggio, un appartenente a un antico ordine, ma soprattutto uno sconfitto di un tempo passato.

 

Leia, una principessa da salvare, ma a sorpresa una donna forte che finisce per dover tirare fuori dai guai i suoi salvatori.

Han, un contrabbandiere furbone che in fondo sa qual è la cosa giusta da fare.

Luke, un contadino impulsivo, ma con potenzialità enormi e un destino importante.

E poi Tarkin, R2-D2, C-3Po. Hanno una capacità di comunicazione non verbale tale che si potrebbe capire tutto o quasi del film senza nemmeno avere l’audio. Darth Vader, pur essendo sullo schermo per soli 8 minuti complessivi, diventa uno dei personaggi più iconici e terrificanti del cinema.

E le musiche di John Williams? Banale dirlo, ma senza di esse non solo non ci sarebbe Star Wars, ma mancherebbe quasi un personaggio. Si potrebbe paragonare la colonna sonora alla Forza, qualcosa che unisce tutta la galassia e che le dà vita.

La fotografia e la regia di George Lucas sono paradossalmente l’anello più debole, dopo la recitazione, ma comunque regala momenti come la scena del trono o il tramonto dei soli gemelli di Tatooine.

La cosa che colpisce di più del film, e che colpirà sempre, è l’incredibile capacità del design di produzione di non invecchiare. Astronavi come i caccia Ala-X, i caccia TIE, gli Star Destroyer e l’inimitabile Millennium Falcon non invecchieranno mai. Pensare che quelle forme, vecchie già più di quarant’anni, funzionino ancora così bene al cinema tutt’oggi è segno di una qualità unica.

Ci sono produzioni di qualità, che invecchiano malissimo, ma Una Nuova Speranza è un film che continua a rimanere senza tempo.

Ma non è questa cosa in particolare il vero fiore all’occhiello del film, anzi, è la somma di tutto quanto. Si vede nella scena finale, in uno dei migliori climax della storia del cinema. Resta una delle migliori narrazioni di sempre, perché pur avendo visto migliaia di volte la scena del “canale della Morte Nera” è impossibile non sentire la tensione mentre Luke si avvicina all’obiettivo. La musica, la tensione data dal conto alla rovescia, i buoni che sono in pericolo imminente, il fatto che del piccolo manipolo di caccia ribelli siano rimasti solo un paio di navicelle e l’inquietudine e terrore che Vader trasmette.

Tutto va a concentrarsi in un atto di eroismo che si compie grazie alla Forza, che ogni volta ci solleva dalla tensione appena percepita. Guerre Stellari non è un film estremamente bello da vedere, ma un film bello da vivere perché è in grado ogni volta di trasmettere il suo messaggio come se fosse la prima volta.

FrankieDedo

Il brutto

Parlare negativamente di Episodio IV è un esercizio per me di raro masochismo: il primo Star Wars è infatti non solo tra i miei film preferiti, ma anche e soprattutto una delle parti migliori della mia infanzia. Era infatti l’unico di cui avevo il VHS (oltre ad Episodio II), per cui è indubbiamente quello a cui ho dedicato più visioni e che più mi è entrato nel cuore.

Nonostante ciò, congelando i miei sentimenti ed inaridendo la mia anima, non mi è impossibile vederne i difetti, che pure ci sono.

Iniziamo da Luke: il nostro eroe in Episodio IV inizia come il più classico degli orfani che vivono abbandonati nella campagna sperduta e cresce fino a diventare colui che sconfigge il drago del cavaliere nero e salva la principessa.

Durante il suo percorso, Luke va incontro ad un primo trauma con la morte degli zii, de facto genitori adottivi. Sebbene sul momento la loro triste fine sembra addolorarlo, in seguito non farà mai più riferimento alla cosa. Anzi, già dalla scena successiva sembra aver superato tutto.

Provate ad immaginare un Clark Kent che scopre che di essere Kal El e nello stesso giorno gli uomini di Zod uccidono i coniugi Kent.

Pensate a come vi sentireste se Clark semplicemente li seppellisse, scrollasse le spalle, e poi via finalmente all’avventura, che il Kansas lo aveva un po’ scocciato. Il punto è che, se dal punto di vista narrativo ai fini di Episodio IV la velocità a cui Luke supera l’evento sia comprensibile, dal punto di vista del personaggio è piuttosto sconcertante.

Insomma, gli zii erano irrilevanti ai fini della storia e quindi lo diventano anche per Luke, nonostante siano l’unica famiglia che abbia conosciuto e che l’abbia cresciuto per 18 anni. In maniera simile, Leia sembra dimenticarsi del tutto della distruzione di Alderaan. Ovviamente, soprattutto nel caso della Principessa, il tempo per i pianti manca, visto che i nostri eroi passano quasi l’intero Episodio IV a scappare o combattere.

Tuttavia, non posso non pensare che anche in questo caso l’assenza di cenni alla morte della sua intera famiglia e del suo pianeta sia quantomeno discutibile. Un altro punto che va un po’ dimenticato per il proseguimento della saga è quello di Luke ed il suo percorso come Jedi alle prime armi. Per esempio, avete mai notato come Luke non usi mai la sua spada laser per l’intero film, oltre che per allenarsi?

Ovviamente, con l’esistenza di Episodio V ed Episodio VI, questo dettaglio diventa secondario. Ma non si può dimenticare che Episodio IV era stato presentato come una storia autoconclusiva. In tal senso, abbiamo un confronto piuttosto netto con Rey in Episodio VII, che da subito utilizza la Forza per mind trick e combattere, in un approccio piuttosto diverso.

Ora, non posso mentire a me stesso e continuo a pensare che la scelta di andare sul far fare meno a Luke, piuttosto che farlo diventare un esperto force user dall’inizio, sia quella giusta. Ma capisco chi la possa pensare in maniera opposta, soprattutto considerando chi ha una sensibilità più moderna, per cui qualunque cosa appaia in un film debba poi portare a qualcos’altro.

In entrambi i casi parliamo di problemi minori. Episodio IV è un film fantastico e, nonostante non sia il mio preferito, è forse quello qualitativamente migliore, nonché il più solido. Inizia e finisce una storia, mettendo allo stesso tempo i semi per gli episodi successivi.

LC

Beh, è ovvio che Una Nuova Speranza sia un film con pregi e difetti. Difficilissimo esaltarne solo una parte, ma noi ce l’abbiamo fatta comunque perché possiamo e siamo modestissimi. E voi? Lo adorate, lo odiate o siete indifferenti?

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