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Approfondimento: Martin Scorsese

Martin Scorsese

Martin Scorsese

Ultimamente il suo nome è legato soprattutto a polemiche: quella sulla distribuzione del suo nuovo film prodotto da Netflix, per esempio, o quella, insensatissima, con Marvel e i suoi cinecomic ma non si può negare che Martin Scorsese sia uno dei migliori registi viventi e uno dei più importanti all’interno della storia del cinema.

Non potevo, quindi, che inaugurare proprio con lui questo nuovo appuntamento nel corso del quale vi presenterò una serie di registi, dandovi qualche informazione sul loro stile e suggerendovi i titoli che proprio non potete perdervi.

Novembre è il mese di The Irishman, nuovo e atteso lungometraggio di Martin Scorsese, uscito al cinema ad inizio mese e disponibile su Netflix a partire dal 27. E allora scopriamo qualcosa in più su questo interessante regista, che vanta una carriera lunghissima e ricca di premi e soddisfazioni.

Martin Charles Scorsese nasce a New York nel quartiere di Queens il 17 novembre del 1942. I genitori sono nati come lui negli Stati Uniti, ma la sua famiglia è di origine italiana, precisamente della Sicilia. Quando Martin è ancora piccolo la famiglia si trasferisce a Little Italy, quartiere nel quale il futuro cineasta ha la possibilità di formare il proprio immaginario. La quotidianità che lo circonda lo colpisce profondamente, tanto che contribuirà in maniera significativa alle storie al centro dei suoi futuri film. Scorsese soffre d’asma fin dalla tenera età e questo non gli impedisce solo di fare sport ma anche di integrarsi nelle numerose gang del quartiere. Costretto a passare lunghi periodi in casa, Martin si appassiona al cinema, in particolare al Neorealismo e alla Nouvelle Vague;  contemporaneamente sviluppa un forte senso religioso.

Tutto questo si riversa nel suo cinema, che esplora l’uomo alle prese con la violenza, il peccato, la colpa e la religione. Caratteristiche tipiche del suo stile sono le sequenze virtuosistiche e la violenza iper realista.

Gli anni Settanta

Martin Scorsese inizia a fare film già nel 1967, con il lungometraggio Chi sta bussando alla mia porta ma sono gli anni Settanta a mostrarne il pieno potenziale e a cominciare a renderlo noto presso il grande pubblico.

Tra i film di questa decade, vi consiglio Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, diretto nel 1973. Il film è fortemente autobiografico e racconta le vicende di Charlie Cappa, giovane di Little Italy intenzionato a farsi strada nel mondo violento che lo circonda. Mean Streets mette in luce quelli che diventeranno i temi fondamentali del cinema di Martin Scorsese e segna l’inizio del fortunato sodalizio del regista con Harvey Keitel ma soprattutto con Robert De Niro.

Nel 1976 Scorsese gira il film che è tuttora considerato uno dei suoi capolavori indiscussi: Taxi Driver. Robert De Niro, accompagnato ancora una volta da Harvey Keitel e da una giovanissima Jodie Foster, è il protagonista di un intenso spaccato del forte disagio che i reduci del Vietnam vivono nel reinserirsi nella società civile. Ancora attualissimo, il film vale al suo regista la Palma d’Oro al Festival di Cannes ed è un must see per ogni cinefilo che si rispetti.

Gli anni Ottanta

Il decennio successivo rappresenta la consacrazione per l’emergente cineasta, che proprio nel 1980 dirige l’apprezzatissimo Toro Scatenato. Girato in bianco e nero, il film racconta la vita del pugile Jake LaMotta. Nei panni del protagonista c’è nuovamente Robert De Niro, premiato per l’occasione con il premio Oscar, accompagnato da Joe Pesci.

Nel 1983 Martin Scorsese ritrova Robert De Niro in Re per una notte, che racconta la storia di Rupert Pupkin, ossessionato dal presentatore TV Jerry Langford e dall’ambizione di diventare un grande comico televisivo. Dovete vederlo, fosse solo per comprendere da dove nasce il Joker di Todd Phillips e Joaquin Phoenix.

Nel 1988 Martin Scorsese gira il suo film più controverso e anche il più apertamente religioso: L’ultima tentazione di Cristo, interpretato da Willem Dafoe e Harvey Keitel, mette in scena un Gesù dubbioso e tormentato.

Gli anni Novanta

Il 1990 regala al mondo uno dei film più ispirati e riusciti di Martin Scorsese: Quei bravi ragazzi, interpretato da Ray Liotta, Robert De Niro e Joe Pesci, premiato con l’Oscar al migliore attore non protagonista. Il film fa parte della classifica dei 100 film più belli della Storia del Cinema.

Nel 1991 Scorsese realizza Cape Fear – Il promontorio della paura, remake del classico thriller Il promontorio della paura del 1962. Ancora una volta nei panni del protagonista c’è Robert De Niro, accompagnato da Nick Nolte, Juliette Lewis e Jessica Lange. Appaiono in piccoli ruoli anche Gregory Peck e Robert Mitchum, protagonisti del film del 1962.

Nel 1995, poi, il regista conclude la sua “trilogia della Mafia” girando Casinò, interpretato da Robert De Niro, Joe Pesci, Sharon Stone e James Woods.

Gli anni Duemila

Il nuovo millennio regala una nuova giovinezza a Martin Scorsese, che raggiunge in questo decennio nuove vette e il tanto sospirato Oscar alla regia.
È del 2002 Gangs of New York, ispirato affresco storico sulla nascita della metropoli con Leonardo Di Caprio e un grandissimo Daniel Day-Lewis. A completare il cast ci sono Cameron Diaz, Liam Neeson, John C. Reilly.

Nel 2004 Scorsese ripete la collaborazione con Leonardo Di Caprio e l’incursione nella Storia girando The Aviator, accurato ed apprezzatissimo ritratto del magnate Howard Hueghes. Il film vale l’Oscar per la migliore attrice non protagonista a Cate Blanchett nel ruolo di Katharine Hepburn.

Non c’è due senza tre e nel 2006 Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio si ritrovano per The Departed – Il bene e il male. Remake di Infernal Affairs, il film segna il ritorno alle tematiche di mafia e permette all’autore di vincere il primo Oscar per la regia (oltre che quello per il miglior film). Del cast fanno parte anche Jack Nicholson, Martin Sheen, Matt Damon e Mark Wahlberg.

E poi?

Passano gli anni, ma Scorsese continua ad inanellare grandi capolavori. Tra i miei film preferiti in assoluto, per esempio, c’è Shutter Island, diretto nel 2010 e interpretato ancora una volta da Leonardo Di Caprio. Un film in cui nulla è come appare e la mente umana è un labirinto inestricabile.

Nel 2011 realizza poi Hugo Cabret, con il quale sperimenta il 3D e dimostra tutto il suo grande amore per il cinema. Il film vede Ben Kingsley interpretare il padre del cinema Georges Méliès.

Nel 2013 si ripete la fruttuosa collaborazione con Leonardo Di Caprio per The Wolf of Wall Street. Interpretato anche da Jonah Hill, Matthew McConaughey e Margot Robbie, il film esplora la parabola della finanza.

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