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Close to the Sun – Novelli Icaro

Close to the Sun

Recensione

Esiste una definizione del tipo “electropunk” dedicato alle arti visive? No? In tal caso andrebbe inventata perché steampunk e dieselpunk si avvicinano ma tradiscono la natura interamente incentrata, invece che sul vapore o l’olio di balena, proprio sull’elettricità e sul fascino che un personaggio come Nikola Tesla riesce a tramandare anche a decenni di distanza.
Close to the Sun è l’opera tutta italiana di Storm in a Teacup che ho potuto ammirare in anteprima qualche tempo fa all’evento ID@Xbox 2018 di Microsoft e che da quel momento ho attesa con impazienza.
Da un lato perché trattasi di un walking simulator/survival horror a tinte vittoriane, e dall’altro perché è sempre meraviglioso vedere l’opera dei talentuosi team italiani, che nulla hanno da invidiare a produzioni blasonate.

Gameplay

Close to the Sun ci porta a bordo della Helios, la nave ultratecnologica che Tesla ha messo a punto e caricato di menti eccelse allo scopo di portare a termine un progetto strabiliante.
Qualcosa, però, non è andato per il verso giusto e Rose Archer, la nostra protagonista, riceve una lettera dalla sorella Ada (un vago riferimento alla celebre Lovelace?) che la invita a raggiungerla a bordo.

Qui troveremo un’ambiente corrotto e devastato dagli esperimenti di Tesla, e si sa che grandi fonti di energia possono causare spiacevoli distorsioni temporali. Ci troveremo quindi ad esplorare realtà che si sovrappongono senza soluzione di continuità oltre che a fuggire da una misteriosa creatura con la quale è bene non entrare in contatto.

Il risultato finale è un’avventura di esplorazione lenta e meticolosa, cosa che ci lascia godere degli ottimi ambienti che strizzano l’occhio a sua maestà Bioshock per capacità evocativa, alternata a brevi momenti concitati che spezzano il ritmo.

L’avventura si chiude, cercando ed esplorando un po’ di tutto, in circa cinque ore, ma una run rushata può portarci ai titoli di coda in 3 ore.

Comparto tecnico

Come già detto, le suggestioni del comparto visivo sono di prima qualità. Gli ambienti sono ricchi e dettagliati e anche se le texture non fanno gridare al miracolo, la resa complessiva è ottima, così come i giochi d’ombre e la dinamica delle luci.
Doveroso ammettere che non tutti gli ambienti sono curati con la stessa dovizia di particolari, ma alcuni punti lasciano davvero sgomenti.
Buono anche l’accompagnamento sonoro, che in un titolo del genere ha e deve avere un ruolo di primo piano.

Tuttavia è innegabile la presenza di alcune sbavature tecniche nel gameplay, tipiche delle produzioni indie ma che fanno storcere il naso. Ho trovato i movimenti meno fluidi di quanto avrei sperato, ma è un peccatuccio veniale; sono altre le cose importanti: ad esempio l’attivazione dei cue point, che spesso richiedono di trovarsi esattamente davanti all’oggetto in questione (per esempio: non basta essere dall’altra parte del tavolo, ma bisogna fare il giro e aspettare che il cue point si trasformi in quello giusto per interagire).

Sempre a proposito di collezionabili ho trovato un po’ confusionario il fatto che non avessero una connotazione precisa. Ad esempio in alcuni casi un foglio di giornale è un collezionabile, in altri no. Stesso dicasi per i passaporti e questo rende abbastanza frustrante la caccia al completismo sfrenato.

Altra cosa che mi ha disturbato è la presenza di tante, troppe porte chiuse e di elementi fisici atti a ridurre forzosamente l’area di gioco, con una protagonista che non è in grado di scavalcare una balaustra o passare sotto un ostacolo.

Al netto di queste sbavature tecniche, però, il titolo è assolutamente godibile, la storia narrata ha la capacità di appassionare e catturarci per tutta la sua durata.
Personalmente avrei omesso le sequenze action che, a mio avviso, non aggiungono nulla ad un titolo che si gode pienamente nel piacere di perdersi tra i ritagli di giornale e di una lore ottimamente costruita che vale la pena vivere fino in fondo.

Conclusioni

Close to the Sun è un titolo lontano dall’essere perfetto, ma i ragazzi di Storm in a Teacup hanno dimostrato di avere talento ed idee. La mia speranza, e il mio augurio per loro, è quella di vederli crescere ulteriormente con i prossimi titoli, imparando dalle sbavature del passato e alzando sempre più l’asticella.

Nerdando in breve

Close to the Sun ci porta a vivere sulla pelle gli incubi del genio di Nikola Tesla.

Nerdandometro: [usr 3.4]

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