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Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint – L’isola dei proiettili

Breakpoint

L’autunno è una di quelle stagioni che associo ai titoli Ubisoft: sistematicamente, arriva un giocone da spupazzare e recensire. Il 2019 lo ricorderò come l’anno di Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint, seguito di Wildlands, sviluppato dagli studi parigini della celebre compagnia.

Recensione

A parte qualche rapida partita, ammetto di aver saltato Wildlands a causa della mancanza di compagni con cui condividere le ore di gioco.

Per Breakpoint è stato diverso: il trailer mi ha intrigato parecchio poiché sono, dai tempi di Lost, attratto irrimediabilmente dalle isole.

Solita premessa: cercherò di darvi qualche accenno di trama senza cadere in fastidiosi spoiler.

Il nostro tosto protagonista è stato inviato nell’isola di Auroa, situata nell’Oceano Pacifico Meridionale, per investigare su un colpo di mano organizzato da alcuni mercenari che si fanno chiamare Lupi e il cui unico scopo è quello di appropriarsi della tecnologia di Skell Tech, un’azienda che sta realizzando parecchi bei gingilli per proiettare l’uomo nel futuro. Ovviamente, i nostri cattivi non hanno intenzione di utilizzare le invenzioni con scopi pacifici.

Breakpoint

Gameplay

Vi confesso che non sono un grandissimo amante degli shooter open world perché li ho sempre trovati dispersivi, anche per questo ho saltato Far Cry 5 anche se, in un modo o nell’altro, sono certo che lo recupererò prima o poi.

Sin dalla creazione del personaggio, ho capito come Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint sia un gioco per tutti: 4 livelli di difficoltà sono in grado di mettere alla prova sia l’utente casual che quello più esperto. Sceglieremo, per il nostro protagonista – il cui aspetto è totalmente customizzabile – una delle quattro classi iniziali (che vanno dal classico medico, al cecchino o all’assaltatore) per poi andare a specializzarlo grazie a uno skill tree abbastanza completo che andrà a rendere quasi unico il nostro eroe, con una progressione simile a quella di un gioco di ruolo.

Ho notato con grande gioia un elemento che adoro, ovvero l’interfaccia minimale che ha soltanto le informazioni essenziali e lascia spazio libero per l’azione.

Andando a discutere del lato più operativo del gioco e, più precisamente, della parte squisitamente PvE, che richiederà circa una ventina di ore per portare a termine la storia principale e una cinquantina invece per completarla al 100%, posso affermare che rappresenta un qualcosa di già visto con tante missioni dal sapore di “già fatto” (anche l’hub social ricorda quello di The Division 2), affrontabili con diversi approcci grazie al già citato open world. Alcune operazioni richiedono azioni parecchio tattiche, come un controllo completo dell’area, una pianificazione dell’assalto e tante dosi di stealth e mira: portarle a compimento è davvero soddisfacente. Sono presenti anche alcuni e leggeri elementi survival ma è veramente poca roba per chi è abituato a titoli più hardcore.

Come in un looter shooter, anche con Breakpoint c’è la continua corsa all’armamento sempre più raro e performante e questo non è necessariamente un male: interessanti i gadget e i mini droni che renderanno la vita in Auroa più facile. I mezzi con cui muoversi vanno dalle classiche moto o auto ai più emozionanti elicotteri per i più rumorosi e casinisti.

Breakpoint è affrontabile in solitario ma vi consiglio, per vivere un’esperienza più divertente e completa, di cercare degli amici per giocare e godervi appieno il titolo.

La modalità che ho trovato più interessante è Ghost War, nella quale 2 squadre composte da 4 giocatori si affrontano in uno scontro in cui dovranno distruggere il team avversario (Eliminazione) oppure una compagine dovrà piazzare una bomba e l’altra disinnescarla (Sabotaggio). Nel corso dei vari match mi sono divertito parecchio perché è necessario una sana dose di competenza e tattica con i propri compagni per uscirne vittoriosi.

Un elemento da non sottovalutare è la completa localizzazione del titolo nella nostra lingua.

Breakpoint

Comparto tecnico

Il primo impatto con il motore grafico di Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint è stato positivo: l’isola è molto realistica nella sua realizzazione e sembra essere “viva”, l’alternanza tra il giorno e la notte crea dei begli effetti di luce e ombra. Con l’andare del tempo, ho notato qualche rallentamento e i soliti rumori provenienti dalle ventole della Playstation 4.

Andando più a fondo nel dettaglio, ho riscontrato alcune problematiche piuttosto fastidiose come delle animazioni dei personaggi un po’ legnose, dei ritardi nel caricamento delle texture di alcuni elementi, fastidiose compenetrazioni e cali di frame rate: fin qui tutto quanto passabile, anche se noioso.

I veri disagi sono avvenuti in seguito, quando dei bug hanno rovinato l’esperienza di gioco. È capitato, nel corso di alcune missioni, di non poter interagire con dei personaggi o con degli oggetti e questo mi ha costretto a ripartire da capo con la quest: perdere minuti è sempre frustrante.

Il comparto audio è – quando funziona – efficace ma è capitato di avere dei desync in alcune scene di intermezzo nonché della perdita totale di suono nell’utilizzo dell’elicottero; insomma, non benissimo.

In conclusione

Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint, seppur con i bug che presenta e che, spero, siano risolti, è un titolo divertente.

La trama non brilla per originalità, ma mantiene alta l’attenzione grazie anche al cattivo di turno Cole Walker interpretato da un Jon Bernthal in grande spolvero.

Come capita in questo genere, a tener banco è la ricerca di armamenti sempre migliori e più performanti ma, alla fine della fiera, le armi non si differenziano tantissimo una dall’altra altra. Sia chiaro, c’è una diversificazione tra un mitra e un fucile da cecchino, ma nei gruppi simili non ho notato troppe disuguaglianze.

Non ho esplorato a fondo il mondo delle microtransazioni ma, nella fase di test, non ho sentito l’esigenza di – come dicono i giovani – shoppare e utilizzarle.

Nella speranza di uno sviluppo approfondito, mi sento di consigliare Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint a chi apprezza questo genere di titoli realizzati da Ubisoft.

Nerdando in breve

Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint è il classico shooter open world a cui Ubisoft, in questi anni, ci ha abituato, con tutti i pro e i contro del caso.

Nerdandometro: [usr 3.5]

Trailer

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