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Hellboy – Sympathy for the devil

Recensione

C’era davvero bisogno di un reboot cinematografico di Hellboy?

Penso che questa sia la domanda che tutti noi ci siamo fatti all’annuncio del nuovo film diretto da Neil Marshall, che di fatto resetta la presenza cinematografica del personaggio creato da Mike Mignola nel 1993, il cui esordio sul grande schermo porta invece la data del 2004.

Dopo due film, diretti dal plurivincitore di premi Oscar Guillermo del Toro, il Rosso (questo il soprannome di Hellboy) torna nei cinema con rinnovato vigore, facendo piazza pulita delle storie raccontate dal talentuoso regista messicano e ricominciando, effettivamente, da capo.

Molta importanza si è data al maggior coinvolgimento di Mignola sia nella sceneggiatura che in generale nella creazione di questo nuovo inizio, che andrebbe quindi a fornirci un’immagine del Rosso molto più vicina a quella del suo papà su carta; inoltre l’aver affidato la regia ad un autore di film horror servirebbe a virare lo stile della pellicola verso atmosfere più consone al personaggio.

Ma bando alle ciance, che sennò vi spazientite: lo so cosa volete sapere, quindi cominciamo ad andare dritti al punto.

Chi è Hellboy

Due parole sul personaggio, siate pazienti, ve le devo pur dire, che non tutti quelli che arrivano qui magari conosceranno vita, morte e miracoli del bestione rosso.

Hellboy è sostanzialmente un demone, che fu evocato sulla Terra dallo stregone siberiano Rasputin al soldo dei nazisti nel 1944; fu sottratto ai Nazisti ancora cucciolo, fu allevato dal professor Trevor Bruttenholm che lo crebbe come un umano.

Particolarità dell’aspetto di Hellboy sono le corna tagliate, che egli stesso evita di far crescere, e la mano destra gigantesca, cui è legata buona parte del destino del personaggio.

Da adulto Hellboy entra a far parte del Bureau of Paranormal Research and Defense (BPRD) ed insieme alla sua squadra si occupa di casi paranormali in tutto il mondo.

Il fumetto di Hellboy è pubblicato dal 1994, quando esce il primo numero della prima serie per i tipi della Dark Horse, “Il seme della distruzione” e prosegue da allora in modo molto differente dal classico fumetto supereroistico, dato che la scrittura è del solo Mignola che ne detta i ritmi.

Un caso quindi di fumetto molto più autoriale di quanto si possa credere e che vanta fan affezionatissimi allo stile peculiare delle storie, dei disegni e delle tematiche trattate, che affondano le radici nell’horror, nei romanzi pulp e nel folklore popolare.

In Italia le storie di Hellboy sono pubblicate dalla Magic Press, che ne detiene i diritti, in volumi che raccolgono cicli narrativi. Quest’anno vedrà la luce una edizione speciale per il 25esimo anniversario.

Trama

Come da tradizione, qui su Nerdando.com gli spoiler sulla trama sono banditi perché possiate goderne al meglio su grande schermo; ciò però non mi impedisce di accennarvi ad un canovaccio e citare ispirazioni.

La trama del nuovo Hellboy è tratta dalla miniserie più lunga tra tutte le storie scritte sul personaggio e quella probabilmente più importante, dato il forte impatto sulla sua biografia: “La caccia Selvaggia” (The Wild Hunt, pubblicato nel nono volume italiano della serie), che fa parte di una trilogia iniziata con “Il richiamo delle tenebre” e conclusa con “La tempesta e la furia“, dalle quali la pellicola trae alcuni spunti.

Niente racconto delle origini (o quasi…), e immediatamente uno snodo principale della vicenda.

Come scelta a mio avviso non è affatto male, in tempo di cinema super decompresso in cui per assistere al finale di una vicenda devi aspettarti quantomeno una trilogia; il ritmo è gestito bene, velocemente, forse anche troppo e di certo non c’è tempo per annoiarsi.

Tra forti scene d’azione, colpi di scena incredibili, morti violente e caciara il film passa in fretta, e forse abbiamo poco tempo per approfondimenti di personaggi, psicologia spiccia e roba simile, ma quantomeno il personaggio principale ci apparirà molto ben delineato.

Hellboy ha un gran carisma proprio di suo e spicca tra tutti i personaggi per il suo essere un vero e proprio antieroe grezzo, brutale, sarcastico e profondamente umano.

Ovviamente, come ci si poteva aspettare, il finale lascia ampio spazio per un seguito (o più di uno), lasciando anche aperta una delle trame secondarie della vicenda. Ci sta, dopotutto, oggigiorno è impensabile far uscire al cinema un personaggio dei fumetti per farlo durare un solo film.

Personaggi

Hellboy interpretato da David Harbour (Jim Hopper in Stranger Things) mi ha convinto parecchio, forse anche più di quello di Perlman dei film precedenti: è una forte presenza fisica sullo schermo, le fattezze e le movenze sono esattamente quelle che mi sarei aspettato, compresa la punta di ironia cinica che ci sta alla grande.

Anche la voce (l’ho guardato in originale) è perfetta per un demone umanizzato. Dal punto di vista del protagonista, casting azzeccato.

Hellboy di David Harbour è bellissimo.

Il professor Broom, interpretato da Ian McShane è più sui generis e diverso dal vecchietto che ricordavamo, ma non per questo meno buono: è un personaggio molto più in linea con i tempi moderni e con gli odierni film di supereroi.

Milla Jovovich interpreta invece Nimue, principale antagonista del nostro bestione e devo dire che come parte le sta bene, con il suo sguardo glaciale e distaccato sembra proprio provenire dalle nebbie dei secoli bui.

Come comprimari avrei preferito i classici Abe e Liz Sherman perché ci sono affezionato, ma devo dire che Alice mi ha convinto, un po’ meno Daimio, interpretato da una vecchia conoscenza dei fan di Lost, ma sono gusti.

Stile

Ecco che ci addentriamo nel punto focale del discorso, anche se vi sembrerà strano.

Infatti, devo confessarvi che, uscito dal cinema, non avevo ben capito se mi fosse piaciuto o no, questo reboot.

La trama non mi era dispiaciuta, anzi, così come gli attori e in generale come erano stati trattati i personaggi.

Cos’era allora, quella punta di insoddisfazione?

Credo, dopo una notte di sedimentazione delle emozioni, di averlo individuato nello stile del film.

Vi spiego.

La regia di Marshall è parecchio orientata all’azione, e le scene di combattimento in effetti sono belle e furiose; la provenienza dal mondo degli horror si riflette in una decisa virata verso lo splatter e gli spargimenti di sangue, tanto che negli USA il film è stato classificato come PG-17.

Il problema è che questo stile non mi ha convinto del tutto.

Io Hellboy me lo immagino sempre come gotico, oscuro, crepuscolare e la super velocità delle scene, l’utilizzo eccessivo della musica rock nei momenti d’azione e  il voler a tutti i costi portare nella modernità un personaggio che è affascinante anche per i continui riferimenti al passato che permea completamente le storie è, a mio avviso, un po’ forzato.

Senza dubbio si tratta di un film moderno, modernissimo anzi, ma con un cuore ancorato ai B-Movie dei decenni passati; se più horror doveva essere, me lo aspettavo più oscuro e meno rispondente ai canoni del classico film d’azione/supereroistico degli ultimi anni.

Di sicuro ho in mente il ricordo delle vicende narrate da quel grande bardo dell’inquietudine che è Del Toro, ben altro talento (che io personalmente adoro), senza voler nulla togliere a Marshall, e il confronto ne risente assai.

Altro punto discutibile, sempre secondo il mio umil parere, è la CGI: le scene sono molto curate senza dubbio, ma ho trovato l’utilizzo della computer grafica non a livello in tutte le scene. Addirittura alcune mi sono sembrate tratte dal film con una ventina d’anni sulle spalle!

Queste critiche prendetele, ovviamente, per quello che sono: un punto di vista personale influenzato da ciò che io mi aspettavo dopo aver visto e letto le intenzioni della produzione. Non è detto che a molti di voi questo stile potrà farvi impazzire.

In conclusione

In conclusione, com’è questo reboot?

Lo definirei un film modernissimo ma dall’estetica che guarda con non poca nostalgia a certi B-Movie degli anni ’90, che porta idealmente Hellboy nel XXI secolo con tanta azione, tanto sangue, e un cast azzeccato, ma pure con la strizzata d’occhio, appunto, a quella nostalgia che tanto va di moda; qualche dubbio me lo lascia l’impronta troppo moderna e caciarona su un eroe crepuscolare e quasi drammatico, anche se a lui, sostanzialmente, del dramma non frega nulla.

Ottima senza dubbio la scelta dell’interprete principale, un Harbour perfettamente calato nel ruolo. Molto bene anche le scene d’azione, ipercinetiche e a tratti tamarrissime.

Non lo promuovo a pieni voti, sperando in un sequel che sappia aggiustare il tiro su alcuni aspetti che a me personalmente non hanno convinto appieno.

Hellboy esce in Italia in anteprima mondiale l’11 aprile 2019 e il 12 in tutto il resto del mondo.

Nerdando in breve

Hellboy è la nuova incarnazione cinematografica del personaggio di Mike Mignola con nuovo attore, nuova trama e nuovo regista. E anche un nuovo stile.

Nerdandometro: [usr 3.0]

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