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Il buio dopo la notte – Elaborare il lutto

Il buio dopo la notte

Recensione

Chi segue queste pagine sa bene quanto io apprezzi il lavoro, elegante ed intelligente, di Elena Mirulla, artista genovese dallo stile che di per sé è diventato un marchio di fabbrica.
I suoi lavori sono in genere legati alla narrazione leggera (che nasconde spesso temi profondi) e al racconto sexy-ironico. Ma, come ho avuto modo più volte di ribadire leggendo i numeri di Super Tits, c’è sempre qualcosa di importante che si cela al di sotto della superficie.

Quando ho letto l’annuncio di un nuovo progetto, slegato dalla sua normale produzione, ne sono rimasto entusiasta. Non avendo ma dubitato delle sue capacità, non vedevo l’ora di vederla cimentarsi con qualcosa di diverso. Ed ecco finalmente arrivare l’anteprima (il numero 0) de Il buio dopo la notte, un progetto di Salvatore Taormina, che da anni tiene saldamente in mano le redini di Cronaca di Topolinia.

Il volume è un’anteprima, con illustrazioni appena abbozzate a grafite con la sola eccezione di alcune tinte di colore sapientemente aggiunte per dare risalto a determinati passaggi. È un assaggio di quanto scopriremo alla fiera di Lucca del 2019, ma è sufficiente a capire che si annuncia come una serie che sarà capace di rivoltare come un calzino i lettori con la giusta dose di sensibilità.

Il buio dopo la notte racconta la storia di Giulio, uomo adulto e padre di famiglia, che ha recentemente perso il padre. Nonostante sia ancora in piena elaborazione del lutto, la moglie e il figlio (adolescente) non sembrano capaci di comprendere l’intensità del suo malessere.
Forse perché ad un uomo si chiedere di essere forte sempre e comunque; forse perché nella nostra società l’esternazione delle emozioni è considerata da biasimarsi (cosa che non è ad esempio, in quelle orientali); forse perché alla fine le routine, le cose da farsi, gli impegni, il lavoro e la famiglia richiedono un tempo e un’attenzione che lascia poco spazio di manovra per chi, invece, ha bisogno del suo tempo per rappacificarsi con se stesso.

Giulio si sente incompreso, è avvilito. E nel bisogno di guadagnare un momento di tranquillità solo per sé, incappa in Fortuna: una creatura etera che lo scambia proprio per il padre che ha appena perso.
Incredulo e incapace di distinguere realtà da sogno, Giulio inizia un viaggio spirituale in cui sembra ripercorrere un passato del padre che gli era ignoto.
Questo lo porterà a prendere decisioni drastiche apparentemente insensate e facilmente etichettabili come frutto di una fragilità emotiva e psicologia.
E, di fatto, ancora meno comprensibili dalla dimensione “altro” che lo circonda.

Chi, come me, ha avuto un padre (psicologicamente) mastodontico ed impenetrabile, ed ha la sensazione di non essere riuscito ad andare oltre la superficie di quella “montagna da scalare”, troverà in queste pagine materiale capace di rimescolarlo profondamente.
L’elaborazione del lutto è un tema complesso e difficile, ben al di là delle mie capacità di analisi e dello spazio disponibile in queste pagine; tuttavia è evidente come l’autore della sceneggiatura, il “Tao”, per gli amici, abbia messo molto di se stesso in questa opera.

Chi, come me, ha vissuto un lutto analogo, sa bene che è una cosa con la quale si impara a convivere, ma dalla quale non si guarisce mai del tutto. Queste pagine hanno quindi una funzione catartica: aiutano a comprendere che il nostro dolore, per quanto acuto, non è nulla di alieno, di strano. Anzi: ci accomuna tutti in un’unica grande famiglia che gli altri non possono sperare (per loro fortuna) di comprendere a pieno. Non ancora, almeno.
Ed è principalmente a questa famiglia che è rivolta quest’opera, nella speranza però che anche a chi non ne fa ancora parte possa essere utile per comprenderci un po’ di più.

Sul lavoro di Elena, per concludere, non posso che stendere un ennesimo enorme plauso: se di prova si trattava, la prova è ampiamente superata. Non posso fare a meno di dire che non vedo l’ora di avere il primo volume per scoprire dove ci condurrà questo viaggio.

Nerdando in breve

Il buio dopo la notte ci porta per mano ad elaborare il lutto della perdita dei genitori.

Nerdandometro: [usr 4.5]

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