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Sortisia #4 e #5: Cronaca di una Caccia Selvaggia

Recensione

La storia di Sortisia, la strega dagli occhi evanescenti creata da Lorenzo Balocco, giunge al termine con il quinto volume che la vede protagonista. In passato vi ho parlato del suo incipit, La Madre e la BestiaIl Campione del Re, ai quali è seguito il terzo capitolo, Genesi di un Malvagio. Qui invece, troverete un’opinione sui due numeri conclusivi, ossia Caccia Selvaggia: l’InizioCaccia Selvaggia: la Fine, sempre editi da Cronaca di Topolinia.

Trama

In Caccia Selvaggia: l’Inizio, vediamo i diversi momenti della vita di Sortisia nei quali è alle prese con l’esule Aradia.
Quest’ultima, incattivita dal trattamento riservatole dai suoi simili, cospira contro di loro e brama vendetta verso la darwen destinata a rubarle il titolo di Strega Madre. Dopo un paio di scontri poco produttivi, la nostra eroina riacquista credibilità presso il Consiglio Celeste e ottiene il permesso per guidare il suo esercito di demoni contro la strega vampira che le uccise la madre.

In Caccia Selvaggia: la Fine, siamo invece di fronte a quello che sarà lo scontro finale. Sortisia e il suo esercito fronteggeranno Aradia e i suoi scagnozzi, tutti immersi nella Torino dei giorni nostri. Con il telegiornale che fa una cronaca costante e un improvviso sfondamento della quarta parete, l’avventurosa vicenda della darwen trova finalmente una degna conclusione.

Stile

Lo stile è quello al quale Balocco ci ha abituati fin dal primo numero: tratto instabile, colori cupi e tante citazioni che strizzano l’occhiolino agli amanti della cultura pop.  Le linee non del tutto definite e le palette scelte ben si sposano con la storia narrata, che alla fine è “solo” il racconto di una strega introversa che maschera la sua insicurezza con ironia e sarcasmo. Sortisia però non si abbandona mai allo sconforto: benché infatti abbia subito traumi e delusioni, le quali minano costantemente la sua fiducia verso se stessa, ella non cede mai. Si rialza, riguadagna la fiducia di chi l’ha persa in lei, fa ammenda con il suo passato e combatte fino alla fine.

Purtroppo, alcuni passaggi sono un po’ poco chiari, complice il fatto che una storia tanto ricca di avvenimenti e colpi di scena sia un po’ difficile da condensare in cinque spillati. Tuttavia, se letti con attenzione, possono rivelarsi una piacevole scoperta. Non quindi un fumetto da leggere superficialmente, ma qualcosa dal quale lasciarsi conquistare. Personalmente ho trovato qualche difficoltà nell’immedesimarmi, ma dopo aver riletto ciascun volume qualche volta posso ritenermi soddisfatta di essere arrivata alla fine.

Il numero 5 è però un toccasana: se il quattro persevera nella sua oscurità e caoticità, nel cinque siamo davanti a un susseguirsi di esplosioni mirabolanti. Molte scene colorate con tinte calde e sgargianti, segno che il lato oscuro nel quale la protagonista è stata incastrata per tutta la vicenda sta finalmente volgendo al termine.

Pregevoli le tavole che raffigurano i combattimenti e la trama lineare: dopo un quarto numero ricco di flashback e interruzioni necessarie, nel quinto l’unico focus è lo scontro decisivo fra Sortisia e Aradia. Un degno finale per un racconto avventuroso e moderno.

Conclusione

Vi dirò, dopo aver letto l’intera vicenda sono contenta che sia finita. Sortisia rappresenta un personaggio complicato, che però non viene mai sviluppato nel profondo. Lei è ironica e maschera le sue paure con strafottenza e superiorità: sa di essere potente, è consapevole di essere destinata a grandi cose, e pertanto non scende mai dal suo piedistallo. Se la storia fosse raccontata in terza persona, probabilmente sarebbe stato possibile scendere più nel dettaglio e permetterle di avere una crescita maggiore. Così, invece, la Sortisia finale è esattamente come quella iniziale.

Se i grandi narratori ci hanno sempre presentato il viaggio come un espediente narrativo che permettesse la crescita di un personaggio, ecco che in questo fumetto succede l’opposto. La protagonista viaggia, affronta numerosi avversari, ristabilisce una condizione passata che le è stata sottratta, uccide, litiga ma mai, in nessun punto della storia, cresce. Il motivo è semplicissimo: non è l’autore a raccontarne le vicende, ma è lei a permettergli di farlo. In alcuni punti qui e là, Sortisia sfonda la quarta parete. Il che è originale ma a voler ben guardare nemmeno così tanto. La vera novità portata in queste vicende sta proprio nella totale sottomissione dell’autore alla sua creatura. Sortisia esiste ed è proprio lei ad aver deciso cosa raccontare e cosa no. Il dialogo (imposizione) fra lei e l’autore è ciò che emerge, quasi più della storia stessa.

Per questo motivo, quindi, Sortisia non cresce: non vuole che in alcun punto dell’opera possano emergere le sue fragilità. Una scelta quantomeno interessante, quella di creare un personaggio così tanto forte da dare l’impressione di avere una volontà, anche se, forse, è il personaggio che esiste in quanto tale e ha poi cercato un autore da schiavizzare e raccontarlo. Resta solo un dubbio: è nata prima Sortisia o l’idea del suo fumetto? Probabilmente, una risposta esatta nemmeno esiste.

Nerdando in breve

Le vicende di Sortisia, strega tanto ironica quanto arrabbiata, volgono al termine con Caccia Selvaggia: l’Inizio e la Fine. I due numeri conclusivi della vicenda scritta e realizzata da Lorenzo Balocco sapranno concludere degnamente quella che è una storia moderna e italianissima, ambientata nella Torino del ventunesimo secolo.

Nerdandometro: [usr 3.5]

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