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Titans, Un Remake Dark

Titans è una serie distribuita in Italia da Netflix e basata sul gruppo di supereroi DC Teen Titans.

Come si può facilmente evincere già dal titolo, sebbene la serie tragga ispirazione dai fumetti, le differenze dalla fonte sono tante ed evidenti, ad iniziare appunto dall’età della maggior parte dei protagonisti.

Recensione

Titans si compone di 11 episodi di durata variabile tra i 40 ed i 50 minuti e sebbene segua prevalentemente le vicende dei quattro protagonisti, spesso e volentieri spazia, dandoci la possibilità di vedere altre storie, tra cui la non trascurabile introduzione ai membri del Doom Patrol, lo spin-off in uscita a breve.

La trama è piuttosto lineare e, cosa per me sorprendente ma quantomai apprezzata, evita sottotrame inutili che esistolo al solo scopo di dare screen time a tutti i personaggi (ed agli attori che li interpretano). Anzi, non mancano puntate che si focalizzano interamente su uno o due personaggi con gli altri che sono solo comparse se non del tutto assenti.

L’azione non manca e, essendo composta prevalentemente da scazzottate, è ben coreografata anche se mancano scene prolungate, una scelta che non mi sento di condannare visto che personalmente ho avuto la sensazione che ci fosse sempre la quantità giusta in ogni episodio.

Nelle serie supereroistiche già viste su Netflix, a differenza dei film dei Marvel Studio, l’atmosfera tetra ed urbana la fa da padrona. Entrambi questi elementi si possono ritrovare in Titans, sebbene in casa DC le atmosfere cupe non siano una novità.

Tuttavia i personaggi Marvel scelti erano così già nella versione cartacea, mentre lo stesso non si può dire dei Teen Titans, soprattutto quelli della popolare versione animata trasmessa da Cartoon Network nei primi anni 2000.

Questo ci porta quindi alla domanda più importante: com’è questa versione dei personaggi?

Remake

Prima di proseguire nel vacuo pigiare tasti che porta alla composizione dei miei miserevoli articoli c’è bisogno di un chiarimento importante: non ho mai letto fumetti dei Teen Titans.

In generale non sono un grande conoscitore dei fumetti DC e la mia pregressa conoscenza dei personaggi della serie, nonché il motivo che mi ha spinto a vedere Titans, è l’apprezzamento non solo nostalgico che mi lega alla già citata serie animata di Cartoon Network.

Ora, rispetto a quella versione dei personaggi, come se la cavano quelli di Titans?

Molte delle polemiche prima dell’uscita della serie erano legate alla scelta di un’attrice di colore per il ruolo di Starfire, oltre in generale al fatto che sia lei che Robin fossero chiaramente troppo avanti con gli anni per rientrare nella categoria teen (“inserire scherzo legato al porno qui”).

Personalmente non ero minimamente d’accordo con queste lamentele: sono del parere che nel riadattare qualcosa o lo si faccia nella maniera più fedele possibile (vedi 300 di Snyder) o in maniera quasi del tutto differente (vedi i film Marvel). Ciò che rimane in mezzo, soprattutto le serie TV che iniziano seguendo una traccia e poi ne fuoriescono tipo quell’obbrobrio di Game of Thrones, mi lascia sempre perplesso.

Titans sembrava essere già dal titolo molto più dal lato “tutto diverso” dell’equazione. Il passo difficile da compiere in questo senso è però lasciare che lo spirito di base dei personaggi rimanga lo stesso (di nuovo, in tal senso molti film Marvel, dai primi Iron Man al recente Homecoming, sono il gold standard).

A tal proposito Titans in questa nuova veste molto dark e poco teen rende indubbiamente giustizia al vero protagonista, quel Dick Grayson che è anche uno dei personaggi a mio parere più interessanti del panorama DC.

Lo vediamo qui infatti più che mai nella sua identità da “erede di Batman”: come ogni figlio d’arte lotta per uscire dall’ombra del padre, ma fatica ad abbandonare quella figura che ha controllato la sua vita e ne ha plasmato la personalità fino ad ora.

Indubbiamente la svolta tetra della serie giova allo sviluppo del personaggio, ma lo stesso forse non si può dire dell’innalzamento dell’età. Quanto detto infatti si accompagnerebbe molto meglio ad un adolescente in fase ribelle ed alla ricerca di una propria unicità che ad un uomo più vicino ai 30 che ai 20.

Al contrario, il secondo personaggio per importanza, Raven, sebbene rimanga nella fascia d’età originaria, è quasi l’antitesi di quella che era la mia preferita nella serie animata. Se la Corvina di TT era compassata, saggia oltre i propri anni, a piena conoscenza (sebbene non controllo) dei suoi poteri ed un membro attivo del gruppo, la Rachel Roth di Titans è invece per lo più la damsell in distress, una ragazzina spaventata ed emotiva, ignara di ciò che porta dentro.

Questo non significa che sia un brutto personaggio, ma se vi aspettavate telecinesi e Azrath Metrion Zinthos rimarrete delusi.

In Conclusione

Nel complesso la versione nuova dei personaggi di Titans non è affatto male, ma, ad eccezione di Robin, non è nemmeno eccezionale. Ed è forse questo che si può dire della serie in generale: non mi ha mai dato chissà quali emozioni, ma nemmeno ho mai pensato di mettere in pausa e fare altro.

È una serie piacevole e l’assenza di sottotrame inutili è una caratteristica che apprezzo particolarmente. Non mi ha fatto cambiare idea sul fatto che le serie TV sui supereroi siano un’idea rivedibile, ma non ho mai pensato di lasciarla perdere dopo pochi episodi come avvenuto invece con Daredevil.

Nerdando In Breve

Titans è una serie distribuita da Netflix e basata sui fumetti DC dei Teen Titans. Come si evince già dal titolo, la serie cambia molto dei personaggi e della storia ad iniziare dall’età. Si tratta di una scelta coraggiosa che ripaga in parte, rendendola una serie interessante ma non imperdibile.

Nerdandometro: [usr 3.5]

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