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The Black Game – O dello smascherare la natura umana

The Black Game

The Black Game

Dopo una campagna pubblicitaria sapientemente studiata, come sempre Netflix riesce a fare in questi casi, è arrivato il giorno dedicato a The Black Game.
Anticipato da brevi e criptici filmati, da un evento su Facebook e da poche e nebulose anteprime, l’evento legato a Black Mirror e in particolare all’ultimo film della serie, Bandersnatch, è finalmente sui nostri schermi che, per l’occasione, sono quelli degli smartphone.

Che cos’è?

Ma che cos’è The Black Game? Fino ad oggi, in realtà, se ne sapeva molto poco, con un conseguente quanto prevedibile altissimo livello di aspettative. Si sapeva solamente che sarebbe stato un gioco rivolto agli utenti di Instagram e che avrebbe ricalcato la trama di Bandersnatch: il pubblico sarebbe quindi stato chiamato a scegliere l’andamento della giornata di un soggetto scelto da Netflix.

Dalle 9.00 di questa mattina, 16 gennaio 2019, l’esperimento-evento è iniziato: nelle Stories di Instagram di Netflix abbiamo così potuto scoprire l’identità del soggetto, tale Pierpaolo, che seguiremo per tutta la giornata e che dovrà eseguire le azioni che gli utenti decideranno per lui. Fino ad ora si è già riproposto il sistema binario conosciuto in Bandersnatch, con gli spettatori chiamati a scegliere tra due differenti opzioni tramite lo strumento del sondaggio che le Instagram Stories offrono.

Per quanto ho potuto vedere al momento in cui scrivo, l’evento ricalca l’andamento di Bandersnatch anche per quanto riguarda l’incremento dell’importanza delle decisioni da prendere: siamo partiti da bivi banali come l’abbigliamento e la colazione per poi progredire verso il comportamento sociale e da adottare in pubblico.

L’importante è che se ne parli

Come diceva Oscar Wilde: “Non importa che se ne parli bene o male. L’importante è che se ne parli“. Mai assunto fu più applicabile a The Black Game. Come era già accaduto con Bandersnatch, non sono mancate le critiche. Tra chi ha accusato il network di giocare con troppa leggerezza con argomenti importanti o chi ha lamentato la scarsa originalità o la eccessiva lentezza del progetto, è comunque innegabile che tutti, estimatori o detrattori, stiano seguendo The Black Game, partecipando al suo pubblico.

Senza entrare quindi nel merito, non si può che ammettere che ancora una volta Netflix e Black Mirror hanno fatto centro: vi piaccia o no, state tutti giocando.

The Black Game

Gli Easter Eggs

Qui sopra vedete un’immagine tratta da quella che potremmo definire la sala di controllo di The Black Game. Le comunicazioni che abbiamo ricevuto prima del gioco-evento e che continuano a inframmezzare le scelte che siamo chiamati a compiere arrivano infatti da questa stanza.

Chi conosce il mondo di Black Mirror sa che a Charlie Brooker e company piace giocare con le autocitazioni e, anche in questo caso, non manca l’inside joke in grado di far perdere il sonno agli appassionati di questo genere di cose. In particolare, la sala di controllo contiene numerosi riferimenti all’universo narrativo di Black Mirror e gli utenti sono stati sfidati a trovarle tutte proprio nell’evento Facebook, in un post che, nemmeno a dirlo, è stato pubblicato alle 16.01 (nulla è mai casuale con Charlie Brooker).

In ogni caso, dalle Stories che abbiamo già potuto vedere, i rimandi agli episodi di Black Mirror appaiono anche nel corso delle (dis)avventure del povero Pierpaolo.

Ma qual è l’obiettivo?

Ma a cosa serve un progetto come The Black Game?
L’obiettivo principale, che è apparso subito chiaro a tutti, è sicuramente pubblicitario: Bandersnatch è uscito da poco e ha generato un gran parlare, appare quindi logico cavalcare l’onda e tenere viva l’attenzione con un evento pensato ad hoc per ricollegarsi al film interattivo.

Ma è davvero tutto qui? Con Black Mirror, ormai dovremmo averlo imparato, le cose non sono mai soltanto quelle che appaiono a uno sguardo superficiale. Lo specchio oscuro pensato da Charlie Brooker, d’altra parte, pur conservando una struttura antologica, segue costantemente un unico filo conduttore: la degenerazione dell’essere umano a contatto con una tecnologia sempre più evoluta.
E, a parer mio, The Black Game non fa affatto eccezione e, anzi, si inserisce prepotentemente nel solco tracciato dalla serie TV, portando l’inquietudine a nuovi livelli, visto che quello che succede, stavolta, non ci vede semplici spettatori ma protagonisti in prima persona.

Se la guardiamo sotto questa luce, le polemiche legate alla realizzazione di The Black Game lasciano il tempo che trovano. Ritmo lento, svolte preordinate, utilizzo di attori anziché persone comuni: possiamo parlarne, certo, ma non è questo il vero obiettivo. Non è Pierpaolo il protagonista di The Black Game, siamo invece tutti noi. Già le prime Stories hanno evidenziato come il pubblico dei giocatori abbia preferito sempre e in larga maggioranza le scelte più imbarazzanti e “cattive” per il malcapitato soggetto dell’esperimento ed è questo, secondo me, il vero punto su cui vuole focalizzarsi The Black Game.

È un attore, è tutto un gioco” si potrebbe obiettare. Innegabile, ma se così non fosse? Probabilmente la maggior parte di noi farebbe comunque le stesse scelte in nome del divertimento e dello spettacolo, incurante del fatto che, in realtà, quello che si sta manovrando è un essere umano con una vita vera. E d’altra parte, come hanno fatto già notare alcuni utenti, nel deep web esistono già persone che utilizzano i mezzi informatici per far dirigere ad altri la propria vita in cambio di soldi.

The Black Game, quindi, sicuramente non rappresenta nulla di nuovo o di particolarmente originale ma permette a chi voglia guardarlo con occhio oggettivo di vedere in piena luce la vera natura umana, che si nasconde dietro uno schermo ma mostra, in occasioni come questa, la sua vera faccia. E c’è di che avere paura.

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