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Black Mirror: Bandersnatch – Abbiamo davvero una scelta?

Bandersnatch

Recensione

Ci siamo: Black Mirror è tornata e lo ha fatto con l’attesissimo film interattivo dal titolo di Bandersnatch.
Si era parlato molto del progetto, che rappresenta anche il primo esperimento in questo senso da parte di Netflix e, alla resa dei conti, posso dire che per quanto mi riguarda il prodotto finito ha soddisfatto le mie aspettative.

Bandersnatch è stato salutato da molti come il primo film interattivo: se questa affermazione è valida per quanto riguarda la produzione Netflix, è invece inesatta se considerata in generale. Esperimenti di questo tipo, infatti, ne esistevano già, ultimi in ordine di tempo i film interattivi prodotti da Wales Interactive e che mi avevano in alcuni casi letteralmente conquistata (Late Shift, in particolare, per altro molto simile nella struttura a Bandersnatch, ma anche The Bunker. Leggermente di livello inferiore, invece, The Shapeshifting Detective).
Di recente, in TV, l’esperimento era stato già tentato da Steven Soderbergh con il suo Mosaic, colpevolmente trasmesso in Italia mutilato dell’app che completava.

Ma cos’è un film interattivo? Potremmo definirlo come il punto di fusione tra cinema e videogioco. Non un film nel senso stretto del termine, visto che siamo chiamati a compiere delle scelte che andranno ad influenzare la trama, non un videogioco propriamente detto, visto che quelli che vediamo sullo schermo sono veri attori che recitano. Se vogliamo, quindi, un’evoluzione delle avventure grafiche in cui il nostro unico compito è quello di cliccare su una opzione piuttosto che un’altra.

Inutile dire che la scelta di addentrarsi nella produzione di un film interattivo da parte di una piattaforma popolare come Netflix lascia intendere potenziali futuri sviluppi in questo genere, che potranno regalarci esperienze cinematografiche totalmente nuove e, potenzialmente, potrebbero risultare una rivoluzione nel campo del cinema molto più di quanto lo sia stata il 3D.

Ma non divaghiamo: siamo qui per parlare di Black Mirror: Bandersnatch. Data la presenza di finali multipli e la possibilità di intraprendere narrazioni diversificate, analizzare questo film senza rischiare di incorrere in fastidiose anticipazioni è praticamente impossibile. Cercherò di evitare spoiler ma, se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di guardare/giocare Bandersnatch prima di proseguire nella lettura.

Trama

Inghilterra, luglio 1984. Il giovane Stephan sogna di realizzare un videogioco tratto dal libro game Bandersnatch, del visionario Jerome F. Davies, scrittore poi definitivamente impazzito e finito in circostanze tragiche. Finalmente, il ragazzo ha l’occasione di sottoporre la sua idea alla casa di videogiochi Tuckerman, dove conosce anche il suo idolo Colin Reitman, creatore di giochi di grande successo.

Stephan, che è in cura da una psichiatra per via di un trauma infantile irrisolto, subisce la pressione, dovuta alla scadenza di consegna ormai imminente e alla necessità di rendere giustizia al libro, rispettando le innumerevoli linee narrative che contiene. Il ragazzo, così, comincia ad avvertire che il suo libero arbitrio è incerto e si convince che le sue scelte non siano davvero sue. Sarà suggestione o ci sarà qualcosa di vero?

Concludendo

Bandersnatch non riserva particolari sorprese per chi è già abituato ad avere a che fare con i film interattivi. Chi invece si avvicina per la prima volta a questo mondo, ne resterà facilmente conquistato. Personalmente, pur facendo parte del primo gruppo, ho trovato interessante la visione e mi sono divertita a provare le varie combinazioni di scelte possibili.

Sicuramente la storia non è delle più originali e, in alcuni casi, è facile prevedere la piega che prenderanno le vicende. Nonostante questo, comunque, lo spirito di Black Mirror è sempre presente e ho trovato divertenti i rimandi metafilmici a Netflix, così come il muoversi costantemente in bilico tra la nostra realtà è quella del personaggio. Non voglio dire di più per non rovinarvi la visione ma, fidatevi, vi divertirete molto con questo sistema.

Per i più appassionati di fantascienza sarà impossibile non correre con la mente a film come Matrix o Donnie Darko (realtà parallele, viaggi nel tempo, disturbi mentali: è impossibile non pensare automaticamente al capolavoro di Richard Kelly), sebbene alcuni elementi potranno apparire poco approfonditi rispetto alle pellicole appena citate. Come sempre, Charlie Brooker ama giocare con l’universo narrativo di Black Mirror, inserendo gustosi easter egg che rimandano ad altri episodi. Qui i più evidenti sono sicuramente i titoli dei due giochi sviluppati da Reitman (Nose Dive e Metal Head), insieme al simbolo che tormenta Stephan, identico a quello dell’episodio Orso Bianco.

Infine, vi invito a esplorare tutti i finali a disposizione, perdendovi nelle labirintiche paranoie del protagonista. In fin dei conti, siete sicuri di essere voi a decidere?

Nerdando in breve

Black Mirror: Bandersnatch, speciale interattivo della serie creata da Charlie Brooker ci coinvolge in un labirinto paranoide in cui siamo noi a stabilire come andranno le vicende.

Nerdandometro: [usr 4.0]

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