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State of Decay 2 – Sopravvivere all’apocalisse zombie

State of Decay 2

Recensione

Sono passati ben cinque anni da quando uscì il primo capitolo di questa apocalisse zombie immaginata e portata in vita dai ragazzi di Undead Labs. E dopo tanta attesa, State of Decay 2 è pronto per sbarcare su Xbox One e PC grazie al supporto Play Anywhere che regala cross play tra la console di Microsoft e PC con Windows 10.

Inutile negarlo: gli zombie ci piacciono tanto, ci affascinano e ci attirano come api sui fiori. Ma perché? Probabilmente per un senso di sfida: in un pianeta interamente esplorato, in cui lo spazio è troppo lontano, in cui gli avversari iniziano a languire, il bisogno squisitamente umano di alzare l’asticella trova un naturale sfogo nelle pandemie globali.
Soli contro tutto e contro tutti: orde di infetti da tutte le parti e risorse estremamente limitate. In condizioni disperate l’unione fa la forza, e i pochi gruppi di sopravvissuti devono lavorare di concerto per ottimizzare il poco a disposizione per sopravvivere ancora un altro giorno.

Queste le premesse ed il setting base: scordatevi scene alla Dead Rising in cui migliaia di zombie vengono falciati con un paio di rotazioni di una qualche arma astrusa; in State of Decay 2 ogni passo può essere l’ultimo, se non calcolato con attenzione.

Gameplay

State of Decay 2 prosegue sulle ottime orme del predecessore, espandendolo e introducendo finalmente il multiplayer coop, richiesto a gran voce dai fan.
Lo scopo del gioco, come detto, è quello di sopravvivere il più possibile all’apocalisse zombie, aiutando chi ne fa richiesta e cercando di allestire un campo base che possa dare quel minimo di serenità ed autosufficienza necessaria. Cosa davvero difficile, nelle prime battute di gioco: le risorse saranno limitatissime e si dovranno fare scelte pesanti, che influenzeranno sia l’andamento del gioco che la storia. Una storia principale appena accennata, che resta sullo sfondo, a fronte di una ben più intensa e vera storia fatta di piccole cose, piccoli avvenimenti, piccole grandi scelte di vita.

Siamo noi a creare l’avventura della nostra sopravvivenza, compiendo scelte, valutando rischi e benefici di ogni azione e, fondamentalmente, pilotando attimo dopo attimo il nostro gruppo di sopravvissuti. Il giocatore, infatti, non gestisce un unico personaggio ma l’intero enclave: un consesso di umani che trova riparo in un rifugio e che contribuisce, ognuno con le sue abilità, alla sopravvivenza dell’intera comunità. Il giocatore, invece, deve scegliere chi impiegare e come: chi mandare in missione e con quali attrezzature. E se c’è bisogno di apportare qualche miglioria (e credetemi, ce ne sarà) dovremo non solo trovare le risorse per farlo, anche le persone con le giuste competenze. Ma aumentare la dimensione dell’enclave vuol dire anche aumentare il numero di bocche da sfamare, con quel che ne consegue.

I personaggi hanno molte esigenze, si stancano, si ammalano, si feriscono. Devono essere curati e fatti riposare, oppure sacrificati per un bene superiore e lasciare che gli altri affrontino il lutto e la disperazione.
Il senso di impotenza, di fronte ad un mondo in rovina, è onnipresente ed è schiacciate.
Per questo motivo, il multiplayer è così importante: non per rendere il tutto più semplice, perché la sensazione di pericolo imminente e di ansia non viene meno, ma per avere qualcuno di vero e concreto con cui spalleggiarsi davanti a tanto orrore.

Sì, perché basta davvero un attimo o un calcolo fatto superficialmente per passare da una missione ben riuscita ad un disastro con morti e feriti. Un’orda di zombie improvvisa, oppure la benzina che finisce anzitempo, e così via: la tentazione di fare un passo in più è grande e questo potrebbe rivelarsi un’imprudenza fatale. Molto meglio, soprattutto all’inizio, un approccio prudente: fare poco rumore, non attirare zombie e tornare spesso alla base per depositare le risorse recuperate e far riposare i sopravvissuti.

La gestione della base, poi, è altro punto centrale: complessa ma non complicata, richiede anch’essa tanto lavoro di pianificazione e progettazione. Lo spazio non è infinito e bisognerà scegliere a cosa rinunciare, o cosa sacrificare. Ed ogni scelta avrà un’impatto in positivo e in negativo, per cui nulla è da lasciare al caso.

Per quanto riguarda il multiplayer, grande assente nel primo capitolo, bisogna dire che solo l’host procede con la propria storia: gli altri giocatori sono semplicemente di “supporto”. Questo non vuol dire che non si torni a casa a mani vuote: oggetti raccolti e “reputazione” (fondamentale per costruire avamposti, commerciare e usare la radio per interagire con altri giocatori) vengono portati nella propria comunità, un ottimo aiuto per riprendere poi la storia dove la si aveva lasciata.

State of Decay 2

Comparto tecnico

State of Decay 2 ha un’origine Indie e questa eredità si nota ed ha un suo peso. La grafica non è certo il suo punto di forza, e non mancano i bug: texture non eccezionali (meglio su One X grazie al supporto 4K) e ripetitività dei modelli si fanno vedere, ma non compromettono l’esperienza di gioco.
Ci sono invece degli aspetti che incidono eccome, e danno la sensazione che sia mancato il lavoro di fino, la cura del dettaglio e, fondamentalmente, una fase di beta accurata: parlo della compenetrazione dei poligoni, di texture che scompaiono, di personaggi incastrati nei muri e nelle porte, ma anche di lag pesantissimi nel multiplayer, marker mancanti sulla mappa e di cue che non si attivano come dovrebbero, costringendo a girare attorno in attesa che appaia l’indicazione giusta.
Questo, unito al permanent death, potrebbe dare una sensazione di frustrazione del tutto gratuita che incide sulla qualità del prodotto.

Nonostante questo, la giocabilità resta davvero ottima e fa di questo titolo sicuramente l’esclusiva Xbox più interessante di questa prima parte del 2018, anche grazie al supporto Play Anywhere, che consente il coop con utenti PC. Bisogna anche riconoscere, tuttavia, che si tratta di un gioco dal prezzo davvero contenuto, per cui qualche sbavatura tecnica forse è più che comprensibile.

State of Decay 2 è disponibile per PC e Xbox One al prezzo di 29,99 Euro nella versione base e al prezzo di 49,99 Euro per la Ultimate Edition, comprensiva di DLC.
Per chi invece possiede il servizio Xbox Game Pass, il titolo è incluso nell’abbonamento.

State of Decay 2

Nerdando in breve

State of Decay 2 è il survival zombie coop che ci getta in pasto da un mondo in rovina, al quale sopravviveremo solo grazie all’unione delle forze.

Nerdandometro: [usr 4.1]

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