Fumetti & Libri

Babyteeth, Vol. 1 – Sympathy for the devil

Recensione

“Ieri sera, nella mia stanza d’albergo ho avuto un’idea per una nuova serie, probabilmente non vi piacerà neanche questa… Immaginate una nerd di sedici anni che rimane incinta… e, come se non bastasse, il suo bambino è l’Anticristo.”

Parole di Donny Cates, sceneggiatore, tratte direttamente dalla intro del primo volume di Babyteeth, nuova serie pubblicata in Italia dai ragazzi di saldaPress che ringraziamo per averci permesso di leggerla in anteprima.

Se l’incipit vi sembra interessante, beh, seguiteci e vi racconteremo se vale la pena conoscere questa storia a tinte horror che debutterà nelle fumetterie il 18 maggio prossimo, in un bel volume che racchiude i primi cinque numeri del nuovo nato (che simpaticone che sono) sotto l’etichetta Aftershock Comics.

Vi ricordiamo, giusto per dovere di cronaca, che Aftershock ha già in scuderia titoli come Animosity, American Monster, Dreaming EaglesRough Riders o il controverso Alters, di cui parlammo tempo addietro su queste stesse pagine.

Trama

Ecco, nell’introduzione dell’articolo ho citato una frase dello scrittore che in breve racconta ciò che posso dirvi sul primo volume di Babyteeth.

Sadie Ritter, la nostra protagonista, è una ragazza qualunque, ha sedici anni ed è incinta di nove mesi.

La sua famiglia non è di certo tra le più bigotte, anzi, è piuttosto particolare (tipo che la sorella è una criminale spacciatrice) ed anche amorevole, se si vuole. Comunque sia, avere un figlio a sedici anni non è la faccenda più semplice del mondo ai giorni nostri, pensa un po’ se questo neonato già dai primi vagiti mostra di che pasta è fatto.

Occhi rossi, dentini precoci, una spiccata preferenza di sangue al posto del… latte come nutrimento: il problema è: cosa fare? Sadie è comunque la mamma e il piccolo è comunque una creaturina indifesa (!) e gracile.

Se ciò non bastasse, volete che la nascita dell’Anticristo non smuova un megacomplotto mondiale che coinvolge (per ora) due fronti opposti, disposti a tutto pur di avere dalla loro il piccolo demonio?

Di più non voglio dirvi, vi lascio il piacere di scoprirlo pagina dopo pagina.

Già, perché il racconto del primo volume di Babyteeth ha un ritmo davvero frenetico, così come le vicende raccontate: non un attimo di tregua e vi ritroverete alla fine del volume con il cliffhanger tattico che vi lascerà moltissima acquolina in bocca, dato che la trama, nel corso dei primi cinque numeri originali raccolti in questo volume, ha appena cominciato a dipanarsi.

Per ora forse è presto per giudicare la storia nel suo complesso – ci mancherebbe, è qualcosa cui le moderne produzioni ci hanno ampiamente abituati – ma di certo non posso non giudicare positivamente il modo di narrare scelto da Cates.

Adrenalina, horror, ironia, mistero, cospirazioni: prendete questi ingredienti, mescolateli insieme ed otterrete ciò che accade quando fate la maionese. Se li mescolate male, fa schifo, se li mescolate bene, ne vorrete ancora. Il primo volume di Babyteeth mi pare proprio che rientri nella seconda casistica, pur prendendomi il rischio del giudizio prematuro.

Oh, però diciamocela tutta: è a questo che servono i numeri 1, no?

Disegni

La parte grafica del volume è appannaggio di Garry Brown alle matite e di Mark Englert ai colori e devo dire che non ci si può affatto lamentare.

Lo stile grezzo, graffiato di Brown lo trovo molto adeguato alla vicenda e uno stile del genere lo apprezzo sempre, a prescindere dalla vicenda. Mi sembra che il ragazzo se la cavi bene in due aspetti che in Babyteeth sono fondamentali: dettagli macabri e scene d’azione.

La colorazione di Englert la trovo ben fatta sia per quanto riguarda l’effetto sporco delle tavole, anche in presenza di colori brillanti (come luci al neon, ad esempio), sia per quanto riguarda l’utilizzo del pennarello nero (o perlomeno, credo sia proprio un pennarello quello utilizzato) che conferisce ai disegni un aspetto ancor più inquietante.

Per farvelo capire meglio, anziché fare tante chiacchiere, vi piazzo un esempio:

Edizione

L’edizione saldaPress vive della stessa qualità cui ormai i saldatori ci hanno abituati: immagino già la carta lucida da sfogliare, sulla quale potremo godere di una ricchissima gallery di cover variant realizzate da una marea di artisti.

Inoltre, in fondo al volume, qualche pagina sul processo di passaggio da sceneggiatura a bozzetto su tavola.

In conclusione

Da non amante degli horror, il primo volume di Babyteeth mi ha convinto quel tanto che serve per farmi desiderare di leggere quanto prima il secondo volume.

Da non amante degli horror, sto iniziando a fidarmi quasi ciecamente del catalogo saldaPress: in pratica è come se sapessi, anche se non amo alla follia il genere, che leggerò un racconto valido e che mi verrà voglia di continuare (così come ormai accade per Nailbiter, insomma).

Un volume certamente dal ritmo adrenalinico, con un incipit intrigante e che ben fa sperare per questa nuova serie alla prima pubblicazione italiana.

Certo, servirà almeno il secondo volume per farsi un’idea migliore, ma per ora va bene così.

Nerdando in breve

Una nuova serie a tinte horror con protagonista una comune sedicenne che partorisce nientemeno che l’Anticristo. Ditemi, come può non essere interessante? Dal catalogo Aftershock, l’ennesima serie interessante portata in Italia da saldaPress.

Nerdandometro: [usr 3.6]

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