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5 motivi per guardare Star Wars – The Clone Wars

Spesso, anche fra i fan più affezionati, si tende a vedere Star Wars come una saga puramente cinematografica. Si tende a dimenticare che lo stesso George Lucas ha pensato la sua opera come un universo, fin dall’inizio, ricco di storie collaterali narrate tramite vari media. Un esempio ne è il libro La gemma di Kaiburr, nato come base per un seguito a basso budget di Una nuova speranza, che è finito poi per influenzare certi aspetti de L’Impero Colpisce Ancora: se vi chiedete perché Obi-Wan dice a Luke che “non può più interferire” è perché non avete letto questo libro, in cui Obi-Wan infonde la sua forza spirituale in Luke per renderlo più forte in un combattimento contro Vader.

Lo sforzo extra-cinematografico più importante di Lucas è sicuramente The Clone Wars, seguito dell’ormai non più canonico e quasi omonimo, Clone Wars, diretto dal Genndy Tartakovsky di Samurai Jack. Iniziata nel 2008 con un film per il cinema e poi trasmessa su Cartoon Network, è proseguita fino al 2014, con una stagione conclusiva realizzata da Netflix. La serie avrebbe dovuto raggiungere l’ottava stagione affiancandosi agli eventi de “La vendetta dei Sith”, ma con l’acquisizione di Lucasfilm da parte di Disney, la serie si è conclusa.

La serie, creata e curata personalmente da George Lucas affiancato da Dave Filoni, è ambientata fra Episodio II e III e narra le avventure di moltissimi personaggi già noti, introducendone di nuovi e andando a integrare e approfondire i film della saga. Lo stesso regista ha dichiarato che The Clone Wars non ha nulla da invidiare alle due trilogie e che fa parte a pieno titolo dell’universo di Star Wars. Se questo non vi basta, ecco cinque buoni motivi per cui dovreste recuperare le sei stagioni di questa serie, disponibili anche su Netflix!

Chicca non da poco: i doppiatori italiani sono praticamente tutti gli stessi dei film. Un vantaggio che rende la coesione con la saga ancora più forte.

Profondità e tematiche

The Clone Wars è una serie solida, in grado di camminare sulle proprie gambe. Anche i profani possono apprezzarla, dal momento che non è richiesta una conoscenza dell’universo di Star Wars.

Ogni stagione è divisa in diversi archi narrativi composti da due-quattro puntate in media, ognuno con una tematica diversa. Non vi è un protagonista fisso (sebbene molti degli episodi includano Anakin e la sua padawan Ahsoka) e questo permette un’evoluzione e uno studio dei personaggi davvero approfondito.

Tutti i maestri del consiglio Jedi sono ben realizzati, in modo convincente e interessante e questo rende ancora più difficile rivedere la scena dell’Ordine 66 di Episodio III, ma permette una varietà di situazioni che non si trovano in nessuna altra serie.

Il filone narrativo più grande è quello, ovviamente, della guerra. Non lasciatevi ingannare dallo stile d’animazione. L’argomento è trattato con la massima serietà e con una sensibilità che può raggiungere giovani e meno giovani.

Si parla anche di politica, di sfruttamento, di democrazia, di individualismo e di libertà di scelta. Non viene risparmiato nessuno e anche la Repubblica galattica e i Jedi stessi sono messi più e più volte in dubbio, mostrando come sia stato possibile arrivare alla nascita dell’impero.

Tutto è collegato

La cosa più importante della serie è che essendo figlia di Lucas stesso, ogni avvenimento, ogni concetto e ogni personaggio sono parte integrante della saga. Moltissimo di ciò che vediamo in The Clone Wars spiega le ragioni di molte cose che vediamo durante gli episodi successivi della saga, arrivando a definire elementi che ritroviamo addirittura nella nuova trilogia iniziata nel 2015.

Con Rogue One uno dei personaggi della serie, Saw Gerrera, ha fatto il salto di qualità e si è ritrovato a combattere con la Ribellione. Lo incontriamo insieme alla sorella in un lungo arco dove viene aiutato a liberare il suo pianeta natale, Onderon, con l’aiuto di Anakin, Obi-Wan e Ahsoka.

Cosa ancora più importante, in The Clone Wars viene finalmente spiegato con chiarezza il significato della profezia del prescelto, implicando un destino ben preciso per Luke e Leia, poi infranto dallo stesso Anakin.

In definitiva, molto di ciò che vediamo nella serie giustifica in modo più plausibile alcuni elementi della pellicola cronologicamente successiva, rendendo Episodio III un finale più degno. Anzi, molti fra coloro che hanno visto la serie poi sentono l’ultimo prequel di Lucas come un finale di serie, tale è l’integrazione con esso.

I Cloni

Si sono presi senza tanti complimenti il titolo di Episodio II eppure, nei due film della trilogia prequel in cui compaiono, il fatto che la Repubblica Galattica utilizzi esseri viventi creati a tavolino non viene minimamente esplorato. The Clone Wars invece discute la questione esaustivamente, fin dalla primissima puntata.

Come si rapportano fra loro i membri di un esercito di fratelli gemelli? Qual è il parallelo con il mondo reale? Il fatto che siano un prodotto della scienza cosa comporta? E in una galassia dove la Forza vivente collega tutte le forme di vita, qual è il ruolo di questi soldati?

Se avevate ancora dei dubbi, ecco, questo è il momento per capire che non è solo un “cartone”. Paradossalmente, alcuni fra i personaggi più iconici della serie sono proprio gli anonimi cloni, che tanto anonimi non sono. Le copie di Jango Fett, infatti, non sono perfettamente identiche e integre, ma mostrano inevitabilmente segni di diversificazione e un impulso ad affermare la propria individualità.

Questa forza caratteriale crea personaggi che pur avendo la stessa faccia e voce, lasciano un segno e sorprendono, mentre fanno ciao ciao con la manina a Orphan Black.

Ahsoka, Rex, Asajj Ventress e Hondo

La forza (o la Forza?) della serie sta chiaramente nella enorme schiera di personaggi che viene messa in campo, e se facce conosciute come Anakin, Padmé e Obi-Wan vengono ulteriormente analizzate e valorizzate, ci sono alcune new entry che già sono entrate nel cuore dei fan che le hanno incontrate.

Il valoroso e leale Rex, capitano della 501esima legione di Anakin Skywalker, si merita e ottiene diverse puntate da protagonista. Lo potete immaginare come un Capitan America starwarsiano, con dubbi e valori molto simili, ma con del carisma in più da vendere. Su questo personaggio ci sarebbe parecchio da dire, ma gran parte di ciò è… spoiler!

Anche i malvagi riservano qualche sorpresa: Asajj Ventress, l’apprendista segreta di Dooku (almeno agli occhi di Palpatine) è ufficialmente una sicaria addestrata alle arti Sith che dà parecchio filo da torcere ai Jedi. Un pragmatismo inusuale per la sua casta e uno sviluppo molto interessante la rendono una delle caratteristiche più piacevoli di The Clone Wars.

A chi non piacciono i pirati? È quello che si chiede anche Hondo Ohnaka, un Weequay a capo di una banda di malviventi spaziali. Il neutrale caotico per eccellenza, si piazza in metà delle posizioni della top ten delle migliori battute dell’animazione di Star Wars.

“Traditori! Feccia! Sono così fiero di voi! E così deluso!”

La vera perla di questa serie è però Ahsoka Tano, la padawan di Anakin. Aveva tutte le premesse per risultare un personaggio inserito a forza fra due film e invece, Filoni e Lucas, sono riusciti a renderla uno dei personaggi migliori della saga. Avventata come il suo maestro, diventa un contrappunto al positivo del futuro Signore dei Sith, che ne motiva ulteriormente il passaggio al lato oscuro e soprattutto la sua sfiducia nei confronti dell’Ordine Jedi. Quello di Ahsoka è un arco di crescita, per niente scontato, che mostra cosa vuol dire aspirare ad essere un Jedi in guerra e quali sono le incredibili responsabilità di questi padawan, che altro non sono che ragazzi messi a capo di battaglioni di soldati. L’arguzia di Ahsoka, la sua spiccata vena polemica e la sua originalità sono valide ragioni per farla diventare uno dei propri personaggi del cuore.

Ah e ha due spade laser.

Star Wars, ancora più bello

Se i quattro motivi precedenti non erano abbastanza, chiudiamo la faccenda. The Clone Wars è ambientato nell’universo della più grande saga cinematografica (e non solo, appunto!) di sempre e lo esplora a fondo. Riesce a creare paralleli etici, filosofici, politici e sociali con la realtà, in chiave fantastica, con una serietà e una delicatezza che non sono facili da trovare in giro. I sermoni di Yoda, il valore dei Cloni, le prime ribellioni e i loro significati sono tutti qui, ma anche le lotte contro il potere corrotto, il pacifismo, le azioni compiute per un bene superiore, e la guerra stessa, che dà il titolo alla serie.

Non sono temi a cui viene data una risposta netta, ma il centro di ogni storia di The Clone Wars è il dubbio, una cosa più unica che rara di questi tempi. In una galassia di guerrieri pacifisti e malvagi guidati dai sentimenti, il dubbio è un valore, che permette di capire cosa c’è di giusto e di sbagliato in ogni cosa, ma soprattutto quali sono le sfumature. E se dovessimo cercare un tema comune di queste sei stagioni credo che vada scelto proprio questo: la sfumatura. La sfumatura e l’approfondimento. Dare un valore a ciò che è sfaccettato e complesso e un rifiuto della semplificazione è quello che questa serie vuole comunicare, e che oltretutto incarna, essendo essa stessa un approfondimento, una diluizione fra due film, che parlano di eventi così importanti in meno di cinque ore.

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