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5 motivi per guardare Spider-Man: Homecoming

Siccome ho visto il film molto tardi, quando già sono state pubblicate non una, ma ben due belle recensioni, vi elenco semplicemente e brevemente cinque motivi per andare al cinema a conoscere il nuovo Spider-Man.

L’amichevole Uomo Ragno di quartiere

Spider-Man non è l’eroe che salva il mondo da minacce aliene, ma quello che cerca di aiutare il prossimo. E dunque combatte piccoli criminali, boss della malavita, supercriminali che non vogliono dominare o distruggere la Terra, ma semplicemente arricchirsi. E in Homecoming questo aspetto è fortissimo. Il film è quasi tutto ambientato nella New York più residenziale e meno nota, come è giusto che sia, ribadendo qual è la vera dimensione di Spidey.

Peter Parker o Tom Holland

Non so come, ma i Marvel Studios hanno pescato un perfetto Peter Parker. Tom Holland è giovane abbastanza da risultare credibile come adolescente (per la cronaca, Andrew Garfield aveva 29 anni quando in Amazing Spider-Man fa l’adolescente, Tobey Maguire 28, ma nel film sta a scuola per tipo 15 minuti) e riesce a rendere il suo Peter quanto più simile possibile alla controparte cartacea. Un Parker nerd e intelligente, ma non misantropo e fuori dal mondo come quello di Ditko. Ma soprattutto è un Peter dal grande cuore e dalla forti motivazioni, anche senza dover ripetere per l’ennesima volta il mantra dei poteri e delle responsabilità (che sono sicuro verrà riproposto quanto prima).

Piccoli problemi di cuore

Una delle caratteristiche storiche del personaggio è il problema di bilanciare vita privata e vita supereroistica. E finalmente questo aspetto si vede in una pellicola sul personaggio. Spesso e volentieri Peter deve dare buca e deludere gli amici perché sta sventando una rapina o rimane incastrato in un sotterraneo senza uscita. Tutto questo è ben mostrato nel film, perché Peter è inserito in un gruppo di amici che sono dei personaggi ben definiti e tratteggiati. E sono dei comprimari giovani e moderni per davvero.

La minaccia alata

Non è un mistero che Spider-Man abbia una vasta rouge gallery da cui attingere. Meno scontato è rendere quei nemici interessanti e minacciosi (vero Lizard?). L’Avvoltoio di Michael Keaton è tutto questo e anche di più. È quasi rinfrescante non avere un cattivo che come obiettivo deve distruggere il mondo e che per farlo deve aprire un buco nel cielo o una cosa del genere. Proprio per questo l’Avvoltoio è un personaggio interessante e veramente pericoloso, perché le sue motivazioni sono quasi triviali, ma sono vere. E Keaton interpreta il personaggio con grande personalità, lasciandoci uno dei pochi villain memorabili del MCU.

Le meraviglie del quotidiano

Non so voi, ma a me sono sempre piaciute le storie che mi calano nel mondo in cui sono ambientate. Homecoming è forse il primo film immerso nel MCU, quello in cui si vede l’universo condiviso in tutta la sua potenza. I rimandi non si limitano dunque ad una citazione qui e lì (per quelle vi rimando a questo articolo), ma coinvolgono l’agenzia per riparare i danni causati dai supereroi, Capitan America che fa filmati motivazionali per le scuole, stage alle Stark Industries, conversazioni su con quale supereroe usciresti. Insomma, per la prima volta sul grande schermo vediamo il pulsante Universo Marvel.

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