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The Legend of Zelda: Breath of the Wild – Il videogioco diventa arte

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C’era una volta in cui non acquistavo console al day one ed in cui l’unico modo per terminare un gioco era quello di effettuare un’enorme rush dall’inizio alla fine. Quei giorni, a causa dell’ultimo capitolo di Zelda, sono passati.

Recensione

Inutile negarlo: se ho comprato Nintendo Switch (notare la voluta omissione dell’articolo) è unicamente per The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Sarei un bugiardo se affermassi di aver seguito tutto lo sviluppo dal 2013, ma è forse per questo che sono rimasto estasiato da questo titolo che – inutile girarci intorno – è un vero capolavoro ed entra di diritto nella top 3 dei miei giochi preferiti di tutti i tempi.

Trama

Probabilmente ne saprete più voi di me dato che questo è stato il mio primo capitolo di Zelda, ma cercherò di evitare spoiler troppo grandi e di essere breve.

Link si sveglia privo di memoria in una grotta dopo un sonno durato cento anni e scopre che Ganon – diventato un accumulo di rancore ed odio che ha il solo scopo di distruggere ogni cosa –  è imprigionato da Zelda nel castello di Hyrule.
Sta a noi svegliare i quattro campioni Mipha, Daruk, Revali e Urbosa e cercare di mettere fine alla minaccia portata dal cattivone.

In realtà potrete finire The Legend of Zelda: Breath of the Wild anche senza incontrare i quattro campioni, portando a termine il titolo nel giro di qualche ora.

Gameplay

Qui veniamo al vero pezzo forte.

Come detto nel cappello introduttivo, The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un capolavoro.

Inizialmente Link è un semplice uomo, privo di poteri, che deve recuperare la sua memoria per poter sconfiggere Ganon e l’esperienza di gioco – totalmente immersiva – si lascia vivere in questa maniera: ero spaventato da ogni incontro, frustrato per gli avversari che nella maggior parte dei casi mi oneshottavano e deluso dal fatto che le armi, dopo qualche colpo, si distruggevano.
Tutto cambia con l’acquisizione dei poteri speciali, che permettono di lanciare bombe, fermare il tempo, calamitare gli oggetti, congelare i liquidi per creare delle lastre di ghiaccio ed infine scattare foto; si inizia ad interagire in maniera più diretta con tutto ciò che ci circonda ed è questa la vera forza del titolo.

Ho giocato a parecchi videogame open world, ma questo è davvero un mondo mastodontico, in continua evoluzione che non ha smesso mai di sorprendermi in nessuna delle cinquanta ore impiegate per portare a termine questa fantastica avventura. È possibile fare ogni azione che ci viene in mente, dallo scalare una montagna al radere al suolo un bosco, dallo sfruttare le correnti ascensionali per volare in cielo con l’ausilio di una paravela al cavalcare un cavallo selvatico.

È questa assoluta libertà che mi ha lasciato a bocca aperta: si può affrontare The Legend of Zelda: Breath of the Wild in qualsiasi modo. Persino io che sono un rusher accreditato mi sono lasciato avvolgere dall’atmosfera ed ho speso parecchio tempo con quest secondarie e semplicemente girando per la grandissima mappa, solo per il gusto di esplorare e vedere come i paesaggi cambiano tra il giorno e la notte, con il sole o con la pioggia… pioggia che accompagna i temporali, conditi da fulmini che ci colpiranno con buona probabilità indossando uno scudo metallico o impugnando armi composte da materiali conduttori.

A questa complessità, si contrappone la relativa semplicità nello sviluppo di Link che ha solo due caratteristiche: cuori e vigore; i primi sono i punti ferita mentre il secondo si consuma correndo, nuotando, volando con la paravela o scalando. Aumentare questi valori è molto facile: occorrerà entrare nei sacrari sparsi per Hyrule, risolvere degli enigmi per ottenere gli emblemi del trionfo; una volta arrivati a quattro, offrendoli nei sacrari alle statue della dea nei villaggi, si potrà avere in cambio un nuovo cuore o del vigore aggiuntivo.

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Se le armi, gli archi e gli scudi sono tutti usurabili (tranne un paio) e, dopo qualche utilizzo, si romperanno inesorabilmente, il potenziamento delle armature ad opera di alcune fate radiose nascoste in specifici punti sarà importante per poter sopravvivere più facilmente agli scontri ed affrontare a cuor leggero la parte finale del gioco.

Una attività fondamentale è la ricerca di ingredienti per cucinare, come selvaggina, piante e funghi, grazie ai quali potremo creare pietanze per ottenere dei bonus come la resistenza agli elementi o maggiore vigore: ho passato parecchio tempo ad effettuare prove alla ricerca del piatto perfetto che potesse aiutarmi in determinati punti del gioco (ma se acquisterete la guida, scoprirete da subito tutti i segreti della cucina).

Spostarsi è molto semplice: camminare è la via più comune, ma si potrà usare la paravela o un cavallo domato, richiamabile con un fischio e da lasciare presso uno degli stallaggi disponibili, oppure muoversi istantaneamente richiamando la mappa e spostando il cursore su uno dei luoghi chiave già visitato in precedenza.

Le ambientazioni non sono tutte ospitali e si passa dall’accogliente altopiano iniziale a territori circondati da fiumi di lava in cui sarà impossibile rimanere senza delle protezioni particolari; la flora e la fauna saranno coerenti alla regione nella quale ci si trova, così come i nemici che incontreremo: il tutto è di una precisione sbalorditiva.

Grafica e sonoro

La grafica di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, anche se potrebbe essere vista come troppo cartoonesca da un occhio svogliato e superficiale, è davvero coerente con tutto ciò che la saga di Zelda ha raccontato negli anni. La cura nella realizzazione di ogni elemento è commovente e mi ha lasciato stupefatto durante ogni sessione: stando attenti si colgono sempre delle nuove sfumature che invogliano alla scoperta ed all’esplorazione.

L’unica nota di demerito è dovuta ad un calo purtroppo puntuale del frame rate nel corso dei combattimenti se si usa Switch in modalità portable: mi è capitato di assistere a dei veri e propri freeze di alcuni secondi davvero molto fastidiosi.

Merita un encomio la colonna sonora che ho trovato davvero gradevole tant’è che non l’ho mutata come sono solito fare; in generale, tutto il comparto sonoro è su un alto livello. Un appunto devo però farlo: non apprezzo il suono di notifica che si sente quando si risolvono gli enigmi poiché mi da più l’idea di pericolo piuttosto che di gioia.

I dialoghi sono inoltre completamente ben localizzati in Italiano, sia nel parlato che nello scritto.

Ambiente e fisica

Non gioco a The Legend of Zelda: Breath of the Wild da qualche giorno e già ne sento la mancanza: ho nostalgia delle scoperte, delle pianure, dei pericoli che spuntano fuori all’improvviso, dei temporali che mi costringevano a cambiare l’equipaggiamento, dei paesaggi mozzafiato, delle corse nell’erba alta che si incendiava se avevo una torcia in mano… mi manca tutto, insomma!

La fisica è gestita in maniera meravigliosa, mi è stato possibile fare quasi qualsiasi cosa mi venisse in mente – come ad esempio creare una catapulta semplicemente con un masso gigante, un albero abbattuto e della legna – con una gestione realistica dei movimenti, dei pesi, delle leve: solo a ripensarci, mi eccito.

In conclusione

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è valso l’acquisto di Switch al day one.

Davvero, non avrei mai pensato di poter scrivere una frase del genere ma ho ritenuto la spesa adeguata per l’esperienza di gioco vissuta intensamente: non mi capitava di provare sensazioni del genere da anni o forse – e la dico grossa – penso di non aver mai sperimentato delle emozioni così forti con un videogame.

Il Tencar moderato vi consiglia di attendere un bundle o degli sconti ma davvero non negatevi questa possibilità: acquistate Switch e The Legend of Zelda: Breath of the Wild, spendeteci un mesetto e poi fatemi sapere. Il mondo dei videogiochi non sarà più lo stesso… o perlomeno per me è stato così; per la prima volta da quando lavoro, non ho effettuato un lungo rush verso il boss finale ma una tranquilla e lunga passeggiata che mi ha lasciato meravigliato e senza parole.

Questa è ARTE. ARTE allo stato puro (e tutto scritto in maiuscolo).

Nerdando in breve

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un capolavoro che qualsiasi appassionato di videogame dovrebbe provare (e finire) almeno una volta nella vita.

Nerdandometro: [usr 5]

Trailer

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