Non è un gioco per vecchi

Non è un gioco per vecchi #30 – Superfrog

Superfrog

Correva, e mai come in questo caso il termine è adeguato, il lontano 1993 quando quei geni di Team 17 pubblicarono quello che, a mio avviso, è uno dei migliori platform mai apparsi sul vecchio e compianto Amiga 500: Superfrog.
Grazie dell’emulatore Armiga, gentilmente concessomi da Armiga Project, ho potuto tornare a rivivere le emozioni di questo celebre gioco sul mio televisore 42″. Nel caso vi foste persi la mia analisi tecnica del prototipo, vi suggerisco di andarla a recuperare per scoprire tutti i dettagli e le caratteristiche di questo interessante progetto spagnolo.

Superfrog fa parte del bouquet di giochi preinstallati su Armiga, per cui non ho dovuto far altro che attaccare i cavi e gettarmi a capofitto nella favola del principe ranocchio, ovviamente rivisitata in chiave ironica da Team 17.
La storia vede il rapimento di una bellissima principessa ad opera della classica strega malvagia che, oltretutto, trasforma in ranocchio il suo fidanzato. Ridotto alle lacrime e alla disperazione l’ormai ex principe si reca sulle sponde del fiume a piangere le proprie disavventure, ma quanto tutto sembra perduto ecco che all’improvviso appare, trasportata dalle acque, una bottiglia di gustosa Lucozade (che all’epoca sponsorizzò il gioco e venne inserita come power-up durante il gameplay). Non appena bevuta la bibita magica, la rana si trasforma in Superfrog ed è pronta a riconquistare la fanciulla perduta.

Superfrog gameplay

Inizia così un platform veloce e spassoso, con grafica fumettosa che anche a distanza di tanti anni non mostra segni di stanchezza: anzi, tanto i fondali quanto i personaggi sono ancora molto gradevoli a vedersi. Il vero punto di forza di questo platform, però, era l’incredibile velocità del protagonista; una volta presa la giusta discesa e spinto il joystick al massimo, Superfrog iniziava a viaggiare come una scheggia, perdeva capacità di controllo, ma schizzava da una parte all’altra del livello come solo Sonic the Hedgehog sapeva fare (ma su Sega Mega Drive) e come nessun altro aveva invece mai fatto prima su Amiga.
Con queste premesse, quindi, ho sperimentato la resa dell’emulazione dell’Armiga con un certo spirito critico perché non c’è nulla di più doloroso, per un vecchio nerd, di veder sbavature nei propri ricordi di ragazzo. Ebbene, mi son dovuto ricredere immediatamente: l’emulazione vola via veloce e la frenesia del titolo è esattamente quella che ricordavo; in men che non si dica sono tornato indietro ai miei diciassette anni ed è stato davvero difficile staccarsi dal gioco.
Ad onor di cronaca devo rimarcare che ho sperimentato il gameplay con la tastiera, emulando il joypad, e questo mi ha fatto riscontrare un delay di qualche millisecondo nella risposta dei comandi. Niente che un po’ di pratica non abbia risolto agevolmente, tuttavia il primissimo impatto è stato leggermente traumatico. Sicuramente vale la pena acquistare un joypad compatibile per ovviare a questo problema.

Per quanto riguarda il gioco, invece, resta tutta la colorata profondità per un titolo che fece storia, rappresentando una pietra miliare nel panorama videoludico del tempo; Superfrog era e resta uno splendido platform, divertente e senza troppe pretese, capace di unire un comparto tecnico di primissimo ordine ad un gameplay consolidato: entertainment allo stato puro. Il tutto impreziosito da una colonna sonora accattivante (un certo Allister Brimble, in attività dagli anni 80 a tutt’oggi) e da qualche easter egg gustosissimo (Project X vi dice nulla?).

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