Videogames

L’ombra di Mordor: un altro viaggio ne La terra di Mezzo

L'ombra di Mordor: botte da orchi

L’ombra di Mordor: botte da orchi

Siamo onesti: poco importa quanto siano venuti bene i film di Peter Jackson; poco importa quanto siano riusciti i gioco da tavolo, di carte, di simulazione: la verità è che tutti i videogiochi ispirati alla saga di Tolkien prodotti fin qui han sempre fatto piuttosto schifo, oscillando dall’indecenza al vergognoso. Nel migliore dei casi avevano una grafica decente con poche animazioni, nel peggiore nemmeno quella… Trama, personaggi… dei flop incredibili.
Probabilmente perché è stato sbagliato l’approccio, oppure perché ancora troppo legati a quanto visto al cinema, ma, ad ogni modo, si son sempre rivelate enormi delusioni.

Per questa ragione, mi sono avvicinato a L’ombra di Mordor più con paura che con curiosità. Sarebbe stato un ennesimo stupro della saga più grande di tutti i tempi? Oppure avrebbe reso giustizia alle atmosfere tolkieniane? Dopo aver letto alcune recensioni in giro, mi convinco che accettare l’offerta del black friday di Amazon possa essere un buon compromesso tra soldi spesi e potenziale delusione.
Archiviata quindi l’esperienza con lo stupendo Far Cry 4, mi immergo di un universo ben diverso e con dinamiche del tutto differenti.

La storia ha luogo, manco a dirlo, a Mordor. Sì, proprio nella regione infestata da Sauron e dai suoi orchi. Dopo un breve cinematic introduttivo, che promette decisamente bene, prendo subito controllo di Talion, il protagonista. Sono un ramingo a cui hanno massacrato la famiglia, che è stato ammazzato a sua volta e che riceve la visita di uno spettro antico (decisamente un elfo). Divento quindi un “senza-morte”: una creatura tornata per vendicarsi e porre un freno all’ascesa di Sauron all’interno delle sue stesse terre.
Questo dualismo si rivela subito molto interessante: in quanto RPG posso potenziare il mio personaggio facendogli acquisire nuove abilità… ma quali premiare? Le caratteristiche di guerriero o quelle di spettro? La strategia di gioco si approccia su un continuum molto delicato: meglio la tattica stealth, magari facendosi aiutare dalla pericolosa fauna mostruosa, oppure meglio affrontare direttamente un gruppo di Uruk e spazzarli via rapidamente?
Dopo solo un’ora di gioco ho capito di trovarmi davanti ad un mix perfetto di franchise che ho amato alla follia: Assassin’s Creed e Batman Arkham. L’approccio stealth, infatti, con le sue arrampicate, imboscate e agguati, sembra ripercorrere palesemente le gesta di Ezio e Altair, solo un po’ semplificate (che non guasta). Durante il combattimento aperto, invece, le combo di attacco, sparata e schivata, le acrobazie, la combinazione di spada, pugnali ed arco ricordano benissimo i combattimenti spettacolari del Cavaliere Oscuro.
Ma la cosa principale è che non ho provato il fastidioso sentore di déjà vu, anzi: mi sono trovato immediatamente a mio agio ed ho avuto modo di concentrarmi su altri aspetti, come gli scenari, la storia ed i collezionabili.
Anche qui, infatti, c’è molto da esplorare (le mappe sono gestite in modo analogo al Credo) e molto da trovare e collezionare. Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso nel trovare riferimenti al Silmarillion, con citazioni di Melkor e altre perle che non voglio rovinare a chi ha lo spirito da completista.

Splendida davvero l’ambientazione, che si avvicina alla Mordor originale più di quella cinematografica, con valli, fiumi, campi coltivati (eh già: in una landa vulcanica come si coltiva il cibo per un esercito di orchi?): un vero spettacolo per gli occhi.
Ho apprezzato molto anche l’approccio stealth, di gran lunga preferibile a quello vis-a-vis: particolarmente esaltante la possibilità di attaccare di sorpresa gli orchi, nascondersi, aggrederli dall’alto (o dal basso) o dalla distanza, con le frecce fantasma. È possibile anche far esplodere barili per causare danni di gruppo o attirare orchi lontani per portali a distanza di attacco ravvicinato.

Vediamo infine il Nemesis System, di cui ho molto sentito parlare. L’aggettivo più comune è stato sempre “innovativo” e mi sento davvero di assentire. Qui siamo di fronte a qualcosa di davvero nuovo. In pratica abbiamo uno schema dei poteri all’interno dei domini di Sauron. Gli orchi sono in eterna lotta tra loro, ed io mi trovo nel mezzo di queste guerre tra clan e posso sfruttarle a mio gioco: far rivoltare i comandanti contro i capitani, per dirne una, oppure far piazza pulita di una testa di comando per far salire qualcuno più facilmente eliminabile o malleabile… C’è parecchia carne al fuoco, che promette di dare un elemento tattico in più alla già articolata scacchiera di questo gioco.

In conclusione mi posso dire davvero soddisfatto: un ottimo acquisto, sia per chi ha amato i film (come me), che i libri (sempre come me) e non vuole impazzire per imparare astrusi sistemi di combattimento (sempre io, il bell’uomo col controller in mano).
E, come ciliegina sulla torta, un’intera missione dedicata ad uno dei personaggi più controversi e amati dell’universo Tolkieniano, a cui, con supremo godimento del sottoscritto, è stata data la stessa voce del doppiatore italiano: il grandissimo Francesco Vairano, per chi ama il mondo dei doppiatori, voce di Merlino in Shrek 3, Tremotino in Shrek 4, il padre di Po in Kung Fu Panda, e, naturalmente…

To Top